Mattarella: “Più volte ho promulgato leggi che non condividevo, era mio dovere”

Il Presidente Mattarella ha voluto ricordare l'importanza dei limiti che ogni ruolo di potere porta con sé, sottolineando come anche il Capo dello Stato debba prendere decisioni non semplici, che però vanno affrontate in nome del rispetto della propria carica e del proprio popolo

Redazione
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Il Presidente della Repubblica è fuori dalla contesa politica, è imparziale, è un arbitro. Si tratta di un’immagine che ho usato anche io. E io ho aggiunto che i giocatori devono aiutarlo nell’applicazione delle regole, la pluralità nel rispetto delle regole è fondamentale“, con queste parole Sergio Mattarella ha voluto mandare un messaggio ai giovani presenti alla celebrazione dei 25 anni dell’Osservatore Permanente Giovani-Editori, riuscendo anche a inviare una serie di moniti e sollecitazioni al mondo stesso della politica.

Nessun tentativo di superare i limiti del proprio potere, il riconoscimento del proprio ruolo all’interno dello Stato, la volontà di continuare ad evolversi insieme ai tempi che cambiano, senza però perdere di vista i valori che la società italiana ha sempre incarnato. Sono questi i punti centrali del discorso di Sergio Mattarella, accompagnato da un certo spirito gioviale, come dimostra il ricordo d’infanzia raccontato con un sorriso nostalgico, ma anche dalla volontà di dare un insegnamento e di ricordare che i tempi attuali, alla fine dei conti sono anche più complessi di quelli passati.

Mattarella, infatti, ha deciso di dedicare parte del suo discorso all’Intelligenza Artificiale, ai pericoli e alle opportunità che essa porta con sé. In fin dei conti, come ha sottolineato il Capo dello Stato, questa assume le caratteristiche che l’uomo decide di darle, negative o positive che siano. “Sono entusiasmanti gli strumenti che la scienza ci mette a disposizione, ma le scoperte vengono usate in modo positivo o perverso in base a come vengono usate” ha infatti ricordato il Presidente, per poi aggiungere: “Quindi riflettiamo sulle opportunità ma anche sui rischi“.

Mattarella: “Il contenimento nei propri limiti è fondamentale

Nel corso del suo intervento, il Presidente della Repubblica ha deciso di presentare un esempio pratico di come una figura che ricopre un ruolo di potere debba saper gestire la sua carica, senza superare i confini che la delimitano. “Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune” ha dichiarato Mattarella, riflettendo sui nove anni al Quirinale e ricordando che le sue decisioni non possono essere puramente personali, ma devono rispettare il volere del Parlamento. “Io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità” ha precisato il Capo dello Stato.

Le parole di Mattarella sembrerebbero far riferimento ai discussi provvedimenti riguardanti l’Autonomia differenziata e la proroga al 2027 delle concessioni balneari, così come il reato universale per coloro che praticano la maternità surrogata. Eppure, le parole del Presidente potrebbero in parte far riferimento ai due fatti di cronaca che più hanno fatto discutere in questi giorni. Da un lato vi sarebbe lo scontro tra politica e magistratura sul Protocollo Italia-Albania, dall’altro la posizione del Partito democratico sul nome di Raffaele Fitto come vicepresidente della Commissione Ue.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Essere arbitro significa ricordare a tutti i limiti delle proprie attribuzioni e delle sfere in cui operano” ha infatti sostenuto Mattarella, ricordando che ogni potere, che sia esecutivo, legislativo o giudiziario, “deve sapere che ha limiti e che li deve rispettare, perché le funzioni di ciascuno non sono fortilizi contrapposti per strappare potere l’uno all’altro“. Un messaggio piuttosto chiaro, che anticipa un passaggio che sembrerebbe invece far riferimento alla riforma del Premierato, ancora in discussione nella Commissioni.

Per qualunque organo dello Stato è importante il potere degli altri organi” ha ammonito il Presidente della Repubblica, spiegando che questi sono necessari affinché nel nostro ordinamento non sia presente nessuno che possa esercitare il proprio potere e affinché siano sempre possibili forme di contenimento nei propri limiti. Il Capo dello Stato ha poi riportato il discorso sulla sfera giovanile, ricordando ai presenti l’importanza del diritto e del dovere di voto, ponendo tutti di fronte al terribile pericolo dell’astensionismo, che continua a crescere nel nostro Paese. “La democrazia vive della partecipazione, se non c’è appassisce, sfiorisce” ha infatti avverto il Presidente della Repubblica.

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