Manovra, FI presenta emendamento su pensioni minime: chiesto aumento fino a 2,7%

Lega e FdI insistono sulla possibilità di trasferire il Tfr nel fondo pensionistico dei lavoratori, proponendo due emendamenti che rivedono la finestra di sei mesi in cui il lavoratore può decidere in che modo utilizzare il Trattamento di fine rapporto; FdI ha proposto per gli studenti delle scuole paritarie un voucher da 1500 euro

Redazione
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Il governo e il ministero dell’Economia e delle Finanze dovranno combattere ancora a lungo prima di dichiarare definitivamente chiuso il capitolo della manovra finanziaria. Se il testo è stato finalmente concluso, si apre ora l’arduo capitolo degli emendamenti, presentati da maggioranza e dalle opposizioni, e su cui bisognerà prendere una decisione al più presto. Sono circa 4500 in totale le proposte di modifica che sono state depositate e i tempi per la loro analisi e votazione sono piuttosto ristretti.

Tra questi, però, vi sarebbero degli argomenti ricorrenti che potrebbero creare più problemi degli altri al governo Meloni. Forza Italia e Lega, infatti, non sono intenzionate ad abbandonare il capitolo pensioni, non soddisfatte dei provvedimenti già presenti nella Legge di bilancio, mentre il deputato di Fratelli d’Italia Lorenzo Malagola, ha presentato un emendamento che prevede un voucher per le famiglie che iscriveranno un figlio alla scuola paritaria, e non a quella pubblica, scatenando l’ira del Movimento 5 Stelle.

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Lorenzo Malagola (FdI)

Sembrerebbe, inoltre, che in una riunione svoltasi a Palazzo Chigi, alla presenza del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano, sia stato discusso il Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio del Fentanyl e di altri oppioidi sintetici e sarebbe stata confermata la presenza all’interno della manovra 2025 di alcune norme che avranno l’obiettivo di favorire l’attività di controllo sul piano sanitario e della sicurezza.

Manovra, le proposte sulle pensioni di FI e Lega

Tornando alla questione pensioni, oggi gli esponenti di Forza Italia, Pella, Cannizzaro, Barelli e Nevi, hanno presentato un emendamento al fine di incrementare le pensioni minime nel 2025. I forzisti vorrebbero infatti portare l’aumento degli assegni al 2,7%, superando il 2,2% presente ora in manovra, così da migliorare la qualità di vita dei percettori. I firmatari avrebbero giustificato la spesa maggiorata, che toccherebbe i 100 milioni di euro, con l’utilizzo di risorse provenienti dal Fondo per le esigenze differibili.

Il partito di Antonio Tajani, quindi, starebbe continuando la sua battaglia, iniziata già negli scorsi mesi, per l’aumento di un assegno che al momento non è ritenuto adatto al caro vita e alle spese maggiorate che questo porta con sé. La speranza, quindi, è che parte dei fondi della Legge di bilancio possa essere utilizzato proprio a questo fine. Oltre alle difficoltà economiche delle casse dello Stato, questa proposta dovrà affrontare anche lo scoglio rappresentato da due emendamenti presentati da Lega e FdI.

I due partiti di maggioranza vorrebbero infatti rafforzare i fondi pensione, ma tramite l’utilizzo del Tfr dei lavoratori dipendenti. Nello specifico i due emendamenti, presentati dalla leghista Tiziana Nisini e dal meloniano Walter Rizzetto, avrebbero come obiettivo l’apertura di un nuovo semestre da far utilizzare al lavoratore per decidere in che modo destinare i fondi del proprio Trattamento di fine rapporto, sfruttando però la regola del “silenzio-assenso“.

In sostanza, il dipendente avrebbe sei mesi di tempo per prendere una decisione e, nel caso in cui non la comunicasse chiaramente al suo datore di lavoro, questo potrà decidere autonomamente di destinare il Tfr al fondo pensionistico del suo dipendente. L’emendamento della Lega prevede una finestra tra il primo aprile e il 30 settembre 2025, mentre quello di Fdi propone che il semestre parta dal primo gennaio.

La proposta di FdI per le scuole paritarie

Il M5S, invece, sarebbe insorto a seguito della proposta del deputato di FdI, Lorenzo Malagola, che prevede l’assegnazione di un voucher di 1500 euro per le famiglie con Isee inferiore a 40mila euro che decidono di iscrivere un figlio ad una scuola paritaria, con un finanziamento pari ad un massimo di 65 milioni di euro l’anno. Una proposta che quindi tralascerebbe del tutto le centinaia di migliaia di bambini e ragazzi iscritti alla scuola pubblica.

Proprio questa indifferenza avrebbe insospettito i pentastellati, che avrebbero quindi immediatamente dimostrato il loro disappunto attraverso una nota firmata dagli esponenti in commissione Cultura alla Camera Antonio Caso, Anna Laura Orrico e Gaetano Amato. Questi avrebbero sottolineato che la misura di Malagola “stravolgerebbe il senso della dote educativa“, in quanto andrebbe “ad aumentare le disuguaglianze, discriminando in maniera insensata le famiglie che scelgono gli istituti pubblici“.

Inoltre, i pentastellati avrebbero evidenziato come dal loro punto di vista nella manovra siano già presenti proposte a danno della scuola pubblica, come i tagli ai suoi finanziamenti e ai posti in organico del personale scolastico. “A questo punto ci chiediamo: ma che cosa ha fatto la scuola pubblica a Giorgia Meloni per essere così bistrattata? Perché a Fratelli d’Italia la scuola pubblica fa così schifo?“, hanno chiosato i pentastellati nella loro nota, criticando aspramente la proposta dell’esponente di Fratelli d’Italia.

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