La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha incontrato ieri i capigruppo di Ppe, Socialisti e Renew per trovare un accordo sui 6 vicepresidenti esecutivi della Commissione, tra cui Raffaele Fitto. Ma l’accordo non è stato trovato, continuando lo stallo sulle nomine dell’esecutivo europeo. In più i Socialisti Ue hanno dichiarato che non voteranno Fitto. A due settimane dall’incoronazione della nuova Commissione di von der Leyen, questa Commissione rischia quindi di non esserci più.
Commissione Ue, lo stallo dei vice presidenti
La crisi della maggioranza di Ursula si fa sempre più grave, dopo che il Parlamento europeo ha rimandato il giudizio su tutti i candidati vicepresidenti esecutivi designati per il secondo Collegio von der Leyen dopo le loro audizioni, a causa del delicato equilibrio politico tra i gruppi parlamentari che compongono la maggioranza. Ieri si è tenuto l’incontro con von der Leyen e Manfred Weber (Ppe), Iratxe Garcia Perez (S&D) e Valerie Hayer (Renew) proprio per trovare un accorso sui vicepresidenti della Commissione, ma questo non ha portato a nessuna soluzione. In bilico c’è soprattutto la posizione di Raffaele Fitto e di Teresa Ribera.
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Fitto, il candidato di Giorgia Meloni è in pericolo perché fonti del gruppo dei Socialisti Ue hanno dichiarato che non lo voteranno più come vicepresidente: “Non è una questione spagnola, né un problema con l’Italia o con Fitto, ma un problema con l’estrema destra. Non lo voteremo in nessun caso, la fiducia è rotta. Il pacchetto dei vicepresidenti è da cinque, quelli di S&d, Renew e Ppe: noi negoziamo per quel pacchetto. Se vogliono votare Fitto con un’altra maggioranza, lo votino”.
La spagnola Ribera, invece, deve confrontarsi con le accuse del Ppe che, trascinato dalla delegazione spagnola, le rema contro a causa delle sue presunte responsabilità nella tragedia dell’alluvione a Valencia. Potranno approvarla solo dopo che avrà chiarito nel Parlamento spagnolo di non essere coinvolta nel disastro di Valencia. L’appuntamento è programmato per il prossimo 20 novembre.
Lunedì sera i tre leader della maggioranza avevano deciso di aggirare temporaneamente l’ostacolo votando contestualmente i sei candidati vice
presidenti: la popolare Henna Virkkunen, i liberali Kaja Kallas e Stephane Sejourné, le socialiste Ribera e Roxana Minzatu e il conservatore Fitto. Ma non è servito a nulla.
La presidente della Commissione probabilmente sarà costretta ad avere colloqui con le capitali, cercando di evitare di dimettersi. Nel caso ipotetico delle dimissioni di von der Leyen, già si vociferano i successori nell’Eurocamera. Tra questi figura il nome di Mario Draghi.
La sinistra italiana contro Fitto e la risposta di Meloni
A causa della decisione di non votare Fitto dei Socialisti Ue, di cui fanno parte anche i dem di Elly Schlein, Giorgia Meloni ha scritto un post iraconda: “Signore e signori, ecco a voi la posizione del gruppo dei socialisti europei, nel quale la delegazione più numerosa è quella del Pd di Elly Schlein. L’Italia, secondo loro, non merita di avere una vicepresidenza della Commissione. Questi sono i vostri rappresentanti di sinistra”.
Il dem Dario Nardella ha replicato: “Basta favole, nel 2019 eri contro la
nomina di Gentiloni a commissario europeo e organizzavi addirittura una protesta davanti a Palazzo Chigi”. Schlein è rimasta in silenzio, sostenendo che Meloni, attaccando su Fitto, vuole distrarre l’attenzione dalla manovra.
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