Ue, Kallas: “Vittoria Ucraina è priorità”

Il giorno prima l'affermazione di Kallas pronunciata durante l'audizione di conferma al Parlamento Ue, dagli Usa è arrivata la dichiarazione dell'ex stratega trumpiano Bannon sullo stop ai finanziamenti a Kiev

Redazione
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“La vittoria dell’Ucraina è una priorità per tutti noi”. È quanto afferma Kaja Kallas, candidata designata ad assumere la carica di Alto Rappresentante Ue,
durante l’audizione di conferma alla Commissione Esteri del Parlamento europeo. Quest’affermazione arriva in un momento di incertezza per quanto riguarda il contributo degli Stati Uniti al sostegno a Kiev con la vittoria di Trump. Infatti l’ex stratega trumpiano Steve Bannon al Corriere della Sera ha dichiarato che “noi del movimento Maga siamo irremovibili, vogliamo tagliare al 100% i fondi per l’Ucraina alla Camera“.

Ue, Kallas: “Priorità vittoria Ucraina”

La candidata alla carica di Alto Rappresentante Ue è decisa nell’affermare che veder vincere l’Ucraina è una priorità per l’Europa. E per raggiungerlo è necessario continuare a lavorare ogni giorno, “con tutti i finanziamenti militari e gli aiuti umanitari necessari”, perché “la situazione sul campo di battaglia è molto difficile”. E tutto questo deve essere sostenuto da “un percorso chiaro per l’adesione dell’Ucraina all’Ue: si tratta di sicurezza europea e di principi europei”.

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I prossimi anni saranno difficili, con la guerra, le coalizioni autocratiche e gli spostamenti geopolitici in tutto il mondo. Russia, Cina, Corea del Nord e Iran, per l’ex premier estone, vogliono “cambiare l’ordine internazionale basato sulle regole”, in particolare Pechino e Mosca che utilizzano “le interdipendenze come arma” e sfruttano “l’apertura delle nostre società contro di noi”. Quindi per Kallas bisogna essere consapevoli della minaccia e rispondere collaborando insieme agli alleati.

Kallas ha inoltre sottolineato la necessità di aumentare gli investimenti in sicurezza e difesa, perché “non possiamo accettare che Russia, Iran e Corea del Nord producano più equipaggiamenti e munizioni dell’intera comunità euro-atlantica”. Per lei i mezzi per produrli l’Europa li ha e ha promesso quindi di lavorare “insieme al Commissario per la Difesa per questo”.

L’ex premier estone non ritiene che l’Ue debba creare poteri militari separati alla Nato, perché altrimenti si rischia di compromettere la struttura della catena di comando. Invece “abbiamo bisogno di una sinergia, la Nato prepara i piani militari e l’Ue e gli Stati membri si concentrano su come soddisfare i bisogni di capacità e di munizioni”. Inoltre se la Nato è un’alleanza difensiva, l’Ue è un’alleanza economica, quindi “noi possiamo parlare di come investiamo nella difesa e di come incentiviamo l’industria della difesa. Rendere l’Ue più forte nell’industria della difesa rende anche la Nato più forte”.

Sul Medio Oriente ha dichiarato che è l’Ue a preoccuparsi di avanzare la questione del rispetto del diritto internazionale di Israele e quindi “dobbiamo avere un Consiglio di Associazione in modo che gli Stati membri possano affrontare il tema”. Riguardo al rapporto tra Ue e il nuovo presidente Usa Trump, Kallas ha dichiarato che sarà necessario cercare punti d’incontro, “per formare policy comuni”. Ha affermato che siamo gli alleati più forti e “dobbiamo stare insieme perché, se gli Usa sono preoccupati di ciò che accade nel Mar cinese meridionale, dovrebbero essere almeno altrettanto preoccupati della nostra risposta all’invasione russa dell’Ucraina, è nel loro interesse”.

Bannon: stop finanziamenti Usa a Kiev

Il giorno prima la dichiarazione di Kallas riguardo alla necessità di sostenere l’Ucraina, dagli Usa l’ex stratega della vittoria di Trump del 2016 Steve Bannon ha dichiarato al Corriere della Sera che Washington non fornirà più aiuti a Kiev. Nell’intervista Bannon, che ora si occupa della parte mediatica del movimento Maga (Make America Great Again), ha inoltre affermato che “non possiamo aspettare l’insediamento di Trump, la battaglia per il controllo del governo avviene in questo momento: alla Camera, al Senato, nello Stato amministrativo, alla Difesa, i giudici”. Per lui le priorità sono la “decostruzione dello Stato amministrativo” e il debito pubblico.

Riguardo a Giorgia Meloni, Bannon l’a critica’ha criticata perché in questi anni è stata una grande sostenitrice del sostegno all’Ucraina e se vuole essere riaccolta dal movimento Maga deve dimostrare di cambiare idea. E lui si è detto sicuro che con Trump alla presidenza la premier italiana cambierà idea, altrimenti sarà costretta insieme al resto dell’Ue a pagare moltissimo per sostenere Kiev. “Noi del movimento Maga siamo irremovibili, vogliamo tagliare al 100% i fondi per l’Ucraina alla Camera”. Ha affermato che Maga è più a destra di Trump, quindi potrebbero chiedere cose diverse a Meloni.

“Trump dirà che vuole la pace in Ucraina”, e per Bannon significa che vuole stoppare l’ossessione di spingere la Nato a sconfinare quasi in territorio russo. “Trump non l’appoggerà, ma Meloni l’ha fatto”. Per lui la premier ha governato come se Trump non dovesse più tornare alla presidenza, ma ora che è tornato “Maga è più forte che mai e ci prenderemo l’apparato di sicurezza nazionale e della politica estera”.

La premier potrà essere un ponte tra Usa e Ue solo se resterà fedele alle sue convinzioni fondamentali, ma comunque, secondo l’ex stratega, non serve né il suo aiuto né quello di nessun altro in Europa. Per Maga l’Ue non ha fatto nulla per gli Usa: “Vi abbiamo salvati nella Prima e nella Seconda guerra mondiale, nella guerra fredda e in Ucraina. Basta. Perché ci servirebbe un ponte?”.

Per lui gli obiettivi degli Usa sono riportare la sicurezza economica e lavorativa nel Paese secondo il modello, America First. “Se volete un partner ok, sennò ok uguale”. Al Maga non serve un ponte perché Le Pen, Farage e Orban già sono con loro. E quindi il consiglio che si sente di dare a Meloni è quello di tornare a essere come quando FdI era al 3%.

Infine, riguardo ai dazi, ha affermato che fanno bene i paesi europei ad avere paura: “Non pagheremo per la vostra difesa mentre lasciano che ci colpiate con accordi commerciali sbilanciati”.

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