La premier Giorgia Meloni ha affrontato una serie di temi nel suo intervento al comizio del centrodestra a Bologna, dove ha sostenuto la candidata presidente dell’Emilia Romagna Elena Ugolini, mettendo in luce le contraddizioni della sinistra e criticando aspramente le accuse rivoltele dal PD e dal sindaco di Bologna, Matteo Lepore. Il clima politico, ha affermato Meloni, si sta surriscaldando perché la sinistra teme di perdere il potere in una delle sue roccaforti storiche, come l’Emilia Romagna.
“Non è la sinistra a fare grande l’Emilia Romagna, ma è proprio grazie alla sinistra che abbiamo visto un sistema di potere che premia l’appartenenza, più che la competenza“, ha dichiarato Meloni, facendo riferimento alla gestione regionale. “Lì dove la politica è sicura di sé, di solito rinuncia a governare. E non stupisce che la campagna elettorale sia diventata un campo di battaglia ideologico, perché quando non c’è altro da dire, si giocano le solite carte, come quella del ‘pericolo fascista’ che spunta ogni volta che si avvicinano le elezioni“, ha continuato.
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Le parole della Meloni
Meloni ha risposto così alle polemiche lanciate dal PD, che aveva accusato il governo di alimentare un clima di tensione. “I cittadini non sono più stupidi. Ormai hanno capito il gioco e non gli interessa più”, ha detto la premier, ribadendo che la sinistra cerca di usare l’accusa di fascismo come un’arma politica per attaccare l’avversario. “Il pericolo fascista arriva sempre vicino alle elezioni. Ma i cittadini hanno capito il gioco e non gli interessa più”, ha affermato Meloni con fermezza.
Un altro tema caldo, al centro delle critiche di Meloni, è stato quello del confronto con i sindacati. “Mi hanno accusata di non avere il coraggio di incontrarli, ma quando finalmente sono riuscita ad organizzare un incontro di sei ore, non mi hanno neanche dato una risposta“, ha spiegato la premier. “Il coraggio è una cosa che non mi manca mai. Quello che faccio, posso sempre darne conto“, ha aggiunto, difendendo la sua posizione in merito alle critiche ricevute per il rinvio dell’incontro con i sindacati.
Un altro passaggio particolarmente incisivo è stato quello rivolto al sindaco Lepore, che l’aveva accusata di “mandare le camicie nere a Bologna“. “Quando leggo che il sindaco di Bologna dice che il governo ha mandato le camicie nere, mi viene da ridere. Questo è solo un gioco della sinistra, la carta della disperazione“, ha commentato Meloni. “Non so a quali camicie nere si riferisse, perché le uniche che ho visto sono quelle blu della polizia, aggredita dai centri sociali“, ha aggiunto, accusando l’amministrazione locale di usare l’ideologia come arma di distrazione.
Nel suo intervento, Meloni ha anche toccato il tema della sanità, difendendo la spesa record del suo governo in questo settore. “Non serve la calcolatrice per capire che questo governo ha investito più di qualsiasi altro nella sanità“, ha affermato, respingendo le critiche di chi parla di sprechi. “Abbiamo messo risorse significative per garantire un servizio sanitario che funzioni e non pieghiamo la testa di fronte ai gruppi di potere“.
Concludendo il suo intervento, Meloni ha parlato della possibilità di “stravolgere i pronostici” alle elezioni regionali in Emilia Romagna, un altro passo nel percorso di crescita del centrodestra. “Molti dicono che non possiamo vincere qui, ma noi sappiamo come è andata alle politiche e sappiamo come stravolgere i pronostici. Non dimenticate che questa battaglia non è solo una questione di numeri, ma di credere in ciò che facciamo“, ha detto, esortando la platea a non arrendersi. “Vi voglio bene, mi siete mancati da matti”, ha concluso con affetto.
Meloni ha sottolineato che, contrariamente a quanto sostenuto dai suoi oppositori, non è la campagna elettorale a determinare il futuro dell’Emilia Romagna, ma la determinazione e il coraggio di chi crede nel cambiamento. “Non è il gioco ideologico che ci interessa. È il futuro dell’Emilia Romagna e dell’Italia che ci guida“, ha concluso, lanciando un messaggio di speranza e di determinazione.
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