Piazza Fontana, addio a Licia Pinelli: la vedova del “ferroviere anarchico”

Aveva 96 anni e per tutta la vita ha lottato per ottenere giustizia e soprattutto per scoprire la verità sulla morte di suo marito, deceduto dopo un volo dalla finestra della questura di Milano nel 1969, dopo essere stato ingiustamente accusato della strage di Piazza Fontana

Redazione
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Licia Pinelli è deceduta dopo una vita passata a combattere, dopo aver passato quasi sessant’anni a chiedere giustizia e verità sulla morte di suo marito, Giuseppe Pinelli, ingiustamente accusato di essere tra gli autori della strage di Piazza Fontana. Licia si è spenta a 96 anni e di lei oggi rimane il ricordo dell’Anpi, che ha pubblicato sui suoi social un commosso ricordo della donna, dopo averne annunciato pubblicamente la scomparsa. “Una vita spesa con dignità, coerenza e coraggio in difesa del nome di Pino – si legge nel post – Cara Licia quanto ti abbiamo voluto bene. Il nostro abbraccio più forte a Silvia e Claudia Pinelli, a tutti i tuoi cari“.

Chi era Licia Pinelli

Licia Pinelli, il cui cognome di nascita è Rognini, era nata nel 1928 a Senigallia, in provincia di Ancona, ma si era trasferita quando aveva due anni a Milano dove ha sempre vissuto. Aveva incontrato quello che poi sarebbe divenuto suo marito nel 1952, ad un corso di esperanto, e nel 1955 lo aveva sposato. Lo perse solo 14 anni dopo, nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969, quando Giuseppe cadde per motivazioni ancora da chiarire dalla finestra della questura di Milano. Si trovava lì per le accuse a lui rivolte nell’ambito delle indagini sulla strage di Piazza Fontana.

Da quel giorno, Licia non smise più di cercare la verità, per quella che lei stessa ritenne “la 18esima vittima innocente” di quella tragedia. Questa è la stessa frase che è scritta sulla targa appesa dal Comune di Milano nel 50esimo anniversario della strage. Pinelli non amava apparire sui giornali e raccontò la sua verità sugli eventi tragici della sua vita solo dopo 10 anni di silenzio, tramite un libro scritto insieme al fondatore di Radio Popolare, Piero Scaramucci.

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