Il viaggio in Cina del presidente della Repubblica Sergio Mattarella continua. In un’intervista alla televisione cinese CGTN per il programma “Leaders Talk” il Capo di Stato ha parlato delle sfide attuali e della necessità che i Paesi collaborino per affrontarle e ha sottolineato gli ottimi rapporti che intercorrono tra Cina e Italia.
Oggi Mattarella ha lasciato Pechino per recarsi a Hangzhou, dove ha incontrato il personale del Consolato d’Italia e una rappresentanza della collettività italiana della circoscrizione consolare di Shanghai. Il programma prevede inoltre una visita alla Mostra della Biennale di Venezia dal titolo “The Perfect Path – Marco Polo’s heaven city” all’Accademia Cinese di Belle Arti. Infine si recherà al Conservatorio della provincia di Zhejiang, per assistere alla rappresentazione dell’opera lirica “Marco Polo”, eseguita dal Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia.
Mattarella sulle sfide globali
Alla televisione cinese il Capo di Stato italiano ha parlato del mondo che sta cambiando sempre più velocemente e della “scienza che ci consegna sempre nuovi strumenti, di grande portata”. Queste trasformazioni sono “entusiasmanti”, ma nello stesso tempo mettono di fronte l’umanità a degli interrogativi e a delle nuove “responsabilità nell’uso delle novità che vi sono”. Questo fa riflettere sul fatto che ci sono tante sfide globali che nessun Paese può affrontare in modo autonomo: dal cambiamento climatico alla salute globale nel mondo, fino all’economia, “in cui sovente grandi soggetti economici, che agiscono sul piano globale, sono svincolati dalla regola di qualunque Stato e non hanno regole”.
In questo contesto il Presidente sottolinea la necessità che i Paesi collaborino per affrontare insieme le sfide del presente. “Vi sono, davanti all’umanità, tante sfide globali che nessun Paese da solo può affrontare. Questo richiederebbe una concordia mondiale, una convergenza per affrontare insieme le sfide comuni dell’umanità”. Mattarella ha però sottolineato che in questo periodo sta avvenendo il contrario con le guerre e i contrasti tra le nazioni.
Per lui ogni iniziativa che possa portare a una collaborazione politica, economica e commerciale è preziosa per rafforzare la pace, “perché mercati aperti e collaborazione commerciale significano interessi comuni che vengono coltivati. E questo è l’antidoto alle contrapposizioni e alla guerra”. Ciò può portare anche alla crescita del benessere delle popolazioni.
Prendere esempio da Marco Polo
Per affrontare il futuro il Capo dello Stato ha affermato che servirebbero “tanti Marco Polo, in alternativa a chi invece predica contrapposizione e pratica guerra”. Perché lo stile del personaggio storico italiano era quello della “curiosità per mondi che non si conoscono, dell’ammirazione per quello che si vede e si apprende e del rispetto reciproco per un comune arricchimento culturale”.
E questa attitudine ha portato il mondo a svilupparsi nei millenni, mentre viene contrastata da chi “alimenta contrapposizioni e coltiva incompatibilità”. Mattarella ha portato all’attenzione il fatto che in questo periodo di politica internazionale c’è la necessità di recuperare questo modo di agire. C’è il bisogno di “incontrarsi, dialogare, apprendere vicendevolmente, che è il modo per crescere tutti insieme”.
Marco Polo, oltre alle descrizioni dei luoghi che ha visitato, è stato importante perché è stato capace di indicare ciò che caratterizza il rapporto tra civiltà orientale e occidentale: “il rispetto reciproco, la volontà di apprendere gli uni dagli altri, di mettere insieme conoscenze per una crescita in comune”. E per Mattarella è quello che stiamo vivendo oggi: “Un grande sviluppo di collaborazione culturale” tramite le università, i giovani cinesi che studiano in Italia, i giovani italiani che studiano in Cina e le comuni ricerche dei docenti universitari.
I rapporti tra Italia e Cina
Alla luce di ciò Mattarella ci ha tenuto a ribadire che tra Italia e Cina intercorrono rapporti “straordinari, saldamente eccellenti”. E questo lo conferma la sua visita di questi giorni, anticipata da quella di qualche mese fa della Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni.
“È del tutto inconsueto che vi siano visite così ravvicinate, nello stesso Paese, del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio dei ministri” ha dichiarato, ribadendo che questa eccezione è un indicatore degli ottimi rapporti tra i due paesi e della volontà di coltivarli e rafforzarli ulteriormente. Il Presidente lo definirebbe persino “come un rapporto di amicizia, quella che è fatta da fiducia e da capacità di comprensione reciproca”. Perché sono queste le caratteristiche che descrivono al meglio la relazione tra Cina e Italia.
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