Il settore dell’automotive sembrerebbe non essere in crisi solamente in Europa. La notizia del licenziamento di almeno 9mila dipendenti in tutto il mondo da parte della giapponese Nissan ha dimostrato che la questione si starebbe rivelando grave anche oltreoceano. La comunicazione di alcune settimane fa della chiusura di ben 3 stabilimenti della Volkswagen in Germania aveva lanciato un allarme non trascurabile in tutto il Vecchio continente. Ora, la decisione piuttosto simile della Nissan potrebbe dimostrare che la transizione Green nel settore automobilistico, che prevede l’eliminazione del motore endotermico in favore di quello elettrico, sia piuttosto complessa da applicare per chiunque.
L’annuncio della nuova strategia dell’industria nipponica è giunto in concomitanza con la pubblicazione del bilancio per il semestre compreso tra marzo e settembre. Sembrerebbe che l’azienda giapponese abbia visto calare le sue vendite drasticamente, tanto che queste si sarebbero attestate su 1,6 milioni, mentre i suoi utili sarebbero crollati da 1,8 miliardi di euro a poco più di 100 milioni. La situazione per i vertici dell’azienda si sarebbe quindi rivelata insostenibile, tanto da spingere l’industria a prendere decisioni drastiche.
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Sembrerebbe che Nissan sia quindi intenzionata a tagliare il personale, a vendere sul mercato il 10% delle quote possedute di Mitsubishi, che al momento si attestano al 32%, e a chiudere diversi stabilimenti in tutto il mondo. L’obiettivo sarebbe quello di rendere l’azienda più snella e soprattutto capace di adattarsi ai cambiamenti del momento, rispondendo alle domande del mercato e continuando a generare utili. Come segno della buona volontà di rigenerare l’azienda, inoltre, il Ceo Makoto Uchida e altre prime linee di Nissan hanno deciso di dimezzare i loro compensi a partire dal mese di novembre.
La produzione cinese rischia di affossare anche Nissan
Al centro della crisi dell’automotive, che sia in Europa o in altre Nazioni del mondo, sembrerebbe esservi un importante influenza da parte della Cina. I sussidi che il governo ha garantito alle aziende cinesi che produrranno auto elettriche hanno permesso di lanciare sul mercato prodotti a prezzi competitivi che di fatto rischiano di distruggere le industrie automobilistiche nel resto del mondo. L’Unione europea, starebbe già lavorando a possibili soluzioni che rallentino e possibilmente risolvano questo problema.
Al momento, però, l’unica soluzione sarebbe quella di dare inizio ad una vera e propria guerra dei dazi, che rischierebbe di creare una situazione ancora più catastrofica. Così l’Ue e il Dragone mantengono aperti i canali di comunicazione, alla ricerca di un compromesso che possa accontentare entrambi. In Giappone la situazione non sarebbe così diversa. La Nissan potrebbe aver subito la pesante influenza dell’americana Tesla, di proprietà di Elon Musk, e delle aziende cinesi, non riuscendo quindi a portare sul mercato prodotti che si rivelino concorrenziali.
“Di fronte alla gravità della situazione, Nissan sta adottando misure urgenti per invertire la rotta e creare un’azienda più reattiva e resistente” si legge infatti in una nota pubblicata dall’industria nipponica. Sembrerebbe che l’azienda a seguito dell’ultimo bilancio più che deludente abbia dovuto rivedere al ribasso le previsioni di profitto per l’intero esercizio, che si dovrebbe concludere con un utile operativo inferiore al miliardo rispetto ai tre miliardi comunicati in precedenza al mercato. Il nuovo obiettivo sarebbe quello di risparmiare circa 2,4 miliardi di euro l’anno, tra costi fissi e variabili, così da riadattare le proprie dimensioni alle ridotte prospettive di vendita.
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