La premier Giorgia Meloni ha accolto la vittoria alle presidenziali Usa del repubblicano Donald Trump con una reazione misurata. Sono lontani i tempi del supporto sfrenato, perché oggi, in quanto capo di governo, è consapevole dei rischi e delle possibilità che possono celarsi dietro questa nuova leadership statunitense.
La reazione di Meloni alla vittoria di Trump
La premier ha aperto la giornata di ieri con un post su X per congratularsi con il tycoon, dopo poche ore dall’annuncio della sua vittoria. “Italia e Stati Uniti sono Nazioni “sorelle”, legate da un’alleanza incrollabile, valori comuni e una storica amicizia. È un legame strategico, che sono certa ora rafforzeremo ancora di più. Buon lavoro Presidente” ha scritto.
Poi, in serata, tramite una nota di Palazzo Chigi, è stato comunicato che Meloni ha avuto una telefonata con Trump, in cui è stata confermata “la solida alleanza, il partenariato strategico e la profonda e storica amicizia che da sempre legano Roma e Washington”. I leader hanno ribadito la volontà di lavorare insieme su tutti i principali dossier internazionali, come la guerra in Ucraina e la crisi in Medio Oriente. L’obiettivo comune è quello di “promuovere stabilità e sicurezza, anche nel quadro dei rapporti con l’Unione europea”.
La premier si è detta abbastanza serena per questa vittoria, perché ha affermato che avere un governo di conservatori negli Usa e in Italia è “un’ottima occasione per la nostra nazione e anche una garanzia per l’Ue”. Una reazione piuttosto contenuta, dato che nel 2020, quando Trump era stato battuto dai democratici, lei lo sosteneva fortemente. Ma all’epoca ancora non era premier e una volta eletta a capo del governo italiano, è riuscita a costruire un rapporto solido anche con Biden. Comunque ha sottolineato di vedere il ritorno del repubblicano come una grande opportunità sia per il rafforzamento dell’Italia, sia per lei stessa, che potrebbe diventare un ponte tra Usa ed Ue.
Le difficoltà
Nonostante gli aspetti positivi della vittoria di Trump che il governo si sforza a elencare, ci sono da prendere in considerazione anche le difficoltà che si prospettano per l’Italia. Innanzitutto la questione guerra in Ucraina, con il tycoon che è molto vicino a Putin e vuole fermare l’invio di aiuti a Kiev. In Italia Salvini, il suo fan numero uno, è pronto a prendere questa occasione per ribadire la necessità di fermare anche qui l’invio delle armi.
Il leader della Lega ha infatti subito dichiarato: “Conto che l’insediamento di Trump riporti la pace e quindi che non ci sia bisogno di undicesimi, dodicesimi o tredicesimi pacchetti di invio di armi”. La premier è chiamata a trovare una soluzione a questo, dato che sin dall’inizio dello scoppio della guerra è stata affianco a Zelensky. E potrebbe prendere la difficile decisione di diminuire gli aiuti per evitare di spaccare la maggioranza.
Un’altra difficoltà che Meloni deve essere pronta ad affrontare è che Trump ha ribadito più volte la necessità che i paesi della Nato portino al 2% del Pil le spese militari per l’Alleanza. Rispetto a questo punto, una carta che la premier può giocarsi è il fatto che l’Italia è il primo paese per numero di militari impegnati nelle missioni internazionali dopo gli Usa. Infine ci sono i dazi che il tycoon vuole imporre ai beni stranieri, che potrebbero minare il Made in Italy, dato che gli Usa sono il secondo paese di export. La premier punterà sul rapporto privilegiato tra i due paesi per attutire il colpo per le aziende italiane.
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