“L’età dell’oro” di Trump convince solo gli Usa: vola il Bitcoin ma crollano le borse in Ue

Il dollaro, il Bitcoin, la Borsa e il Nasdaq hanno registrato influssi più che positivi, in risposta alle promesse del Tycoon che vuole rendere l'economia statunitense più florida che mai

Redazione
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A poco più di 24 ore dalla vittoria incontestata di Donald Trump negli Stati Uniti, i mercati mondiali hanno iniziato a subire i contraccolpi del prossimo cambio di governo Usa. Il leader repubblicano ha promesso “una nuova età dell’oro” agli americani, facendo riferimento ad una ripresa dell’economia senza precedenti, provocata da una serie di manovre che dovrebbero rendere gli Usa un Paese privilegiato sia per quanto riguarda l’importazione che l’esportazione.

La campagna elettorale del Tycoon si è infatti concentrata sulla promessa di nuovi tagli alle tasse, di una deregolamentazione che possa rendere più snella la burocrazia Usa e sui dazi. Proprio queste stesse promesse hanno però lanciato l’allarme sul resto del mondo. Così, se il dollaro, il Bitcoin, la Borsa e il Nasdaq hanno registrato influssi più che positivi, le altre Nazioni sono rimaste decisamente più caute.

Le principali Borse europee hanno infatti chiuso al ribasso, dimostrando i timori che l’economia Usa in presunta espansione starebbe provocando, e il vice-presidente della Bce Luis de Guindos, a mercati chiusi, ha deciso di mettere in guardia l’Unione sugli impatti che potrebbero avere i dazi statunitensi: “Se una giurisdizione importante come gli Usa impone dazi del 60% su un’altra giurisdizione rilevante, diciamo la Cina, posso assicurarvi che gli effetti diretti e quelli indiretti e le deviazioni commerciali sarebbero enormi“.

Elezioni Usa, le conseguenze del Trump Trade

Il risultato elettorale di ieri avrebbe soddisfatto le Borse americane, consapevoli che il partito democratico non tenterà di contestare il voto, di fatto non scatenando un terremoto sia politico che economico nel Paese. Donald Trump ha vinto, per cui ora è il momento di tirare le somme del cosiddetto Trump Trade, ovvero i movimenti di mercato che cercano di prezzare le politiche dell’ormai presidente eletto. Le percezioni, ovviamente, sono state ben diverse a seconda del Paese in cui si sono verificate.

Gli Stati Uniti hanno risposto positivamente, anche se ancora si teme l’effetto collaterale dell’aumento dell’inflazione. Il prossimo giovedì si riunirà la Federal Reserve per un intervento sui tassi previsto pari allo 0,25% e sembrerebbe ormai certo che le politiche di Trump potrebbero mettere in difficoltà l’obiettivo della Fed di far scendere l’inflazione sotto il 2%, proteggendo allo stesso tempo il mercato del lavoro. Proprio questa politica protezionistica avrebbe permesso al dollaro di guadagnare terreno su tutte le altre valute, tanto che l’Euro è arrivato a perdere oltre il 2%, per poi recuperare nel corso della giornata.

Allo stesso modo negli Usa il Bitcoin, ovvero la valuta digitale per eccellenza, ha raggiunto un valore storico: ben 75mila dollari. I mercati, però, non sarebbero convinti che questo lancio in avanti si sia già fermato, tanto che ora si punta all’obiettivo degli 80mila dollari. Una reazione ben diversa è stata registrata in Cina, dove i timori per i dazi sulle merci importate hanno provocato una diminuzione degli investimenti nel settore e un conseguente rallentamento dell’economia.

In Europa, invece, la vittoria di Trump ha generato un vero e proprio crollo delle Borse: Milano ha chiuso in calo dell’1,54%, Francoforte dell’1,13%, Parigi dello 0,5%, Madrid ha registrato il risultato peggiore con -2,93%, mentre Londra, dopo aver cambiato direzione più volte, ha contenuto il calo allo 0,07 per cento.

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