In un clima di tensione palpabile e con lo spettro di disordini e contestazioni legali, l’America si prepara a un’elezione che molti analisti descrivono come una delle più delicate e divisive della sua storia recente. Le misure di sicurezza sono al massimo: nuove barriere metalliche e blocchi sono stati eretti intorno alla Casa Bianca, a Capitol Hill e alla residenza della vicepresidente e candidata democratica Kamala Harris, a protezione da possibili rivolte simili a quelle viste dopo l’attacco al Congresso del 6 gennaio 2021. In diversi Stati, tra cui Washington e Oregon, la Guardia Nazionale è stata mobilitata per precauzione, in seguito a episodi di vandalismo come l’incendio di contenitori di schede elettorali; misure straordinarie sono state prese anche in Nevada, uno degli Stati chiave.
Le autorità temono che gruppi di estrema destra, tra cui i Proud Boys, possano riorganizzarsi in caso di scontri. L’ex presidente Donald Trump, in gara per un nuovo mandato, ha insinuato più volte la possibilità di non accettare il risultato delle elezioni in caso di sconfitta, minacciando di ricorrere a battaglie legali e di sollevare accuse di brogli, come fece nel 2020. Questa volta, tuttavia, a dare eco alle sue parole c’è anche la piattaforma X di Elon Musk, che ha amplificato le denunce di possibili irregolarità nel voto anticipato, con cui circa metà della popolazione ha già espresso la sua preferenza.
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Il voto di domani non determinerà solo il prossimo presidente: si rinnova anche l’intero Congresso, con elezioni alla Camera e in un terzo del Senato. La composizione del nuovo Congresso sarà decisiva per i poteri e la libertà d’azione del futuro inquilino della Casa Bianca, in un contesto politico sempre più polarizzato.
Una campagna elettorale infuocata
Dopo una lunga e intensa campagna, la vicepresidente Harris e Donald Trump giungono al voto con un Paese profondamente diviso. Harris, diventata la candidata democratica dopo il ritiro di Joe Biden a seguito di un controverso dibattito con Trump, punta a diventare la prima donna, e la prima persona di colore, a guidare la nazione. Dall’altra parte, Trump, se rieletto, sarebbe il primo presidente dal XIX secolo a tornare alla Casa Bianca dopo una sconfitta e il primo a farlo con una condanna penale.
Il duello elettorale rimane serrato sia a livello nazionale che nei sette Stati in bilico, dove gli scarti tra i candidati sono minimi e si mantengono all’interno del margine di errore. Nell’ultimo giorno di campagna, Harris ha concluso con due comizi strategici in Pennsylvania, uno degli Stati più cruciali. Insieme a personalità di spicco come Lady Gaga e Oprah Winfrey, la vicepresidente ha cercato di mobilitare gli indecisi, sostenendo che Trump sta conducendo una campagna “tra le tenebre e la rabbia”.
Trump, dal canto suo, ha scelto di chiudere con un comizio in Michigan, preceduto da un passaggio in North Carolina dove ha promesso dazi pesanti contro il Messico se non interverrà per fermare i flussi migratori. Tuttavia, i toni aggressivi utilizzati dal tycoon nelle ultime settimane stanno suscitando perplessità anche all’interno del suo stesso staff. Susie Wiles, campaign manager di Trump, in una e-mail riservata ha ammesso che la vittoria non è scontata, con espressioni come “se dovessimo essere vittoriosi” e “se Dio vuole”, un linguaggio che tradisce una certa incertezza.
Intanto, figure di spicco del Partito Repubblicano, come Nikki Haley, hanno pubblicamente difeso l’ex presidente, sollecitando gli elettori a valutare i risultati degli ultimi quattro anni dell’amministrazione Biden-Harris, anche se i modi e i toni di Trump possono risultare divisivi.
Un bivio storico per l’America e per la democrazia
Queste elezioni rappresentano un momento storico per gli Stati Uniti e una scelta cruciale per il futuro della democrazia americana. Una vittoria di Harris segnerebbe una svolta epocale, mentre un ritorno di Trump solleverebbe timori, già espressi da molti analisti e osservatori, di una possibile deriva autoritaria. Sullo sfondo, resta l’incognita su cosa accadrebbe se il risultato elettorale fosse contestato: una prospettiva che preoccupa le istituzioni e la cittadinanza, che si prepara a vivere una notte elettorale lunga e imprevedibile.
Con l’America e il mondo intero in attesa, il 5 novembre si profila come una giornata che entrerà nei libri di storia, in un bivio che potrebbe cambiare il corso della politica americana per anni a venire.
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