Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha notificato alla Nazioni Unite la decisione di “interrompere l’accordo tra lo Stato di Israele e l’Unrwa“, ovvero l’Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi, che era in vigore dal 1967. Una svolta storia e una scelta a lungo ponderata, soprattutto a seguito degli scandali che avrebbero riguardato l’organizzazione.
Lo Stato ebraico, infatti, è convinto che all’interno dell’Unrwa siano presenti agenti di Hamas e ha criticato l’assenza di intervento da parte dell’Onu sulla questione. “Nonostante le prove schiaccianti che abbiamo presentato all’ONU e che confermano l’infiltrazione di Hamas nell’Unrwa, l’ONU non ha fatto nulla per correggere la situazione“, ha infatti dichiarato Danny Danon, ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, giustificando la decisione presa dai vertici di Israele.
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L’Unrwa è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1950, con il compito di fornire servizi sociali a più di 5milioni di rifugiati palestinesi, per la maggior parte discendenti delle centinaia di migliaia di sfollati generati dalla fondazione dello Stato di Israele. Israele, ora, ha deciso di interrompere definitivamente i rapporti con l’associazione, come dimostrano i due progetti di legge che vietano all’Unrwa di operare nello Stato ebraico, firmati la scorsa settimana. “Non possiamo collaborare con organizzazioni che promuovono il terrorismo contro di noi” ha spiegato Danny Danon, chiarendo uno dei motivi principali che ha portato alla fine della collaborazione.
Israele ha poi comunicato che la decisione entrerà in vigore tra circa tre mesi, nonostante le critiche ottenute dal resto dei Paesi del mondo. Infatti, secondo gli esperti, il divieto importo all’Unrwa, che fornisce aiuti e assistenza essenziali nei territori palestinesi e ai rifugiati palestinesi, sarebbe un durissimo colpo per il lavoro umanitario a Gaza. In realtà, però, il ministro degli Esteri israeliano ha voluto sottolineare che solo parte degli aiuti per la Striscia viene consegnata dall’Agenzia della Nazioni Unite.
“Anche adesso, la stragrande maggioranza degli aiuti umanitari a Gaza viene fornita tramite altre organizzazioni, e solo il 13% viene dato tramite l’Agenzia” ha spiegato Katz, sostenendo che Tel Aviv è intenzionata a rispettare il diritto internazionale e quindi a continuare a “facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza in modo da non danneggiare la sicurezza dei cittadini israeliani“.
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