Dati rubati, indagati Arpe e Del Vecchio jr.: “Grosso mercato di notizie riservate”

Redazione
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Un’enorme rete di traffico illecito di dati personali e riservati è stata scoperta dall’inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Milano e dalla Direzione Nazionale Antimafia (DNA), che ha smascherato un “gigantesco mercato di informazioni personali” rubate da database strategici per l’Italia. Coinvolti nel caso sono figure di spicco appartenenti a polizia, Guardia di Finanza, tecnici informatici e hacker, i quali avrebbero acquisito illegalmente informazioni per venderle a clienti del mondo dell’imprenditoria per scopi sia aziendali che familiari.

Tra i principali indagati figura l’ex poliziotto Carmine Gallo, amministratore delegato di Equalize, società d’investigazione privata collegata a Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera, anch’egli indagato. Arresti domiciliari anche per altri imprenditori come Nunzio Calamucci, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli, titolari di aziende specializzate nella sicurezza e nell’informatica. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) Fabrizio Filice ha disposto per alcuni degli indagati l’uso del braccialetto elettronico e ha emesso misure interdittive per sospendere dal servizio un agente di polizia e un finanziere.

Le accuse, che coinvolgono circa sessanta persone, includono reati di associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistemi informatici, corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio, intercettazione abusiva e favoreggiamento. Le banche dati compromesse comprendono i sistemi informatici delle forze dell’ordine, dell’Agenzia delle Entrate e di Bankitalia.

Il procuratore della DNA, Gianni Melillo, ha descritto la gravità dell’attività come un traffico di dati “allarmante e di dimensioni imprenditoriali”. In pochi anni, sarebbero stati sottratti migliaia di dati, spesso inseriti in report falsati per farli apparire leciti. Tra i nomi coinvolti anche Leonardo Maria Del Vecchio, che avrebbe chiesto informazioni sui fratelli per questioni ereditarie e su Jessica Michel Serfaty, all’epoca sua compagna.

Anche alcuni grandi nomi del mondo finanziario e imprenditoriale sono stati tirati in causa. Tra gli indagati, Matteo e Fabio Arpe, sospettati di accesso abusivo alla filiale BPM di Alessandria; Fabio Candeli, amministratore delegato di Banca Profilo, che ha negato ogni addebito; e Fulvio Pravadelli, ex manager di Publitalia e direttore generale della Veneranda Fabbrica del Duomo, che avrebbe sorvegliato il cantautore Alex Britti.

Altri importanti gruppi italiani, come ERG e Barilla, sono sotto indagine per aver commissionato servizi di sorveglianza sui dipendenti: ERG, per sospetti di insider trading, e Barilla, per scoprire chi avesse divulgato informazioni aziendali. Le operazioni di spionaggio avvenivano tramite tabulati telefonici, localizzazione di cellulari, intercettazioni di conversazioni, messaggi e email, grazie a una rete di esperti informatici e professionisti del settore.

Il procuratore capo Marcello Viola ha osservato che l’inchiesta non ha ancora portato a rilevanti implicazioni politiche, con l’eccezione di alcune figure legate a Letizia Moratti. A intervenire sull’inchiesta anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il quale ha lanciato l’allarme: “Nessuno è al sicuro e non lo saremo fino a quando la legge e la tecnologia a nostra disposizione non saranno allineate a quelle della criminalità.”

L’inchiesta continua e promette ulteriori sviluppi in quello che si preannuncia uno dei più estesi scandali di spionaggio e corruzione degli ultimi anni in Italia.

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