Hackerati i cellulari di Trump e Vance: la Cina potrebbe avere informazioni d’oro

L'Fbi sta indagando sulla vicenda, considerata una possibile minaccia alla sicurezza nazionale nel caso gli hacker fossero entrati in possesso di informazioni e dati di coloro che fanno parte del network di Trump

Redazione
4 Min di lettura

A 10 giorni dall’Election day statunitense l’attenzione di oggi è concentrata tutta sulla notizia dell’incursione illegale di hacker cinesi nei telefoni del candidato repubblicano Donald Trump e del suo candidato alla vicepresidenza J.D. Vance, e probabilmente anche in quelli di diversi democratici. La notizia si aggiunge in un contesto di tensione pre-elettorale, in cui i candidati alla presidenza continuano con i loro tour nei diversi stati, partecipando a comizi e rilasciando interviste, con l’appoggio di vip e star.

Cosa sappiamo dell’hackeraggio a Trump e Vance

Fonti del New York Times hanno reso noto che degli hacker cinesi, chiamati Salt Typhoon, sono entrati nelle reti di comunicazioni statunitense e più precisamente nei sistemi delle compagnie telefoniche Verizon, AT&T e Lumen. I pirati informatici sono stati capaci di arrivare a spiare persone che fanno parte del governo o ne hanno fatto parte in passato. Si parla persino del fatto che i cinesi siano arrivati ai dati contenuti nei cellulari del tycoon e del senatore dell’Ohio.

Hackerati cellulari Trump e Vance
Hackerati cellulari Trump e Vance

Non si sa ancora di che tipo di dati si tratti, ma ciò che è sicuro è che le
informazioni contenute nei telefoni di candidati alla presidenza e alla vice presidenza potrebbero essere importantissime da avere per un Paese ostile agli Stati Uniti, soprattutto in vista delle imminenti elezioni statunitensi. Si teme infatti che questa incursione possa interferire nella decisione del prossimo presidente statunitense e che possa essere persino potenzialmente catastrofica per la sicurezza nazionale nel caso gli hacker stranieri abbiano rubato messaggi, numeri di telefono e altri dati del network di Trump. Al momento quindi è stata aperta un’indagine dall’Fbi per chiarire che tipo di dati sono stati estrapolati o monitorati.

Lo staff di Trump è venuto a conoscenza della questione tramite l’intelligence in settimana e secondo il giornale anche i democratici potrebbero essere stati colpiti, compresi coloro che fanno parte dello staff di Harris. Anche la Cnn ha riportato la testimonianza di due fonti che parlano della questione, aggiungendo che l’operazione sarebbe molto più ampia e che tra gli obiettivi dei cinesi ci sarebbero anche dei funzionari di alto grado dell’Amministrazione Biden. Un portavoce dell’ambasciata cinese di Washington ha negato la responsabilità della Cina, ma l’amministrazione Biden starebbe già considerando le possibili risposte a Pechino.

La campagna elettorale va avanti

Ieri entrambi i candidati sono stati in Texas, dove, oltre a parlare nei comizi, sono stati ospiti anche di popolari conduttori di podcast: Trump è stato ospite da Joe Rogan, che conduce il podcast più celebre degli Usa, e Harris è stata invitata da Brené Brown, ricercatrice universitaria, molto popolare tra le donne. In queste elezioni il podcast è stato un mezzo fondamentale utilizzato dai candidati per fare campagna elettorale. Harris è stata già ospite di Call Your Daddy, The Breakfast Club e All the Smoke, amati soprattutto da donne e afroamericani, mentre Trump ha parlato con Theo Von, i Nelk Boys e altri “bro-podcasters”, in podcast soprattutto per gli uomini.

Per quanto riguarda l’endorsement, pare che le star dello spettacolo siano più vicine a Harris, come dimostrano gli esempi di Taylor Swift, Beyoncé, Bruce Springsteen, mentre i miliardari sosterrebbero più Trump, come Elon Musk e Peter Thiel. Per ciò che concerne i giornali, il Los Angeles Times e il Washington Post hanno annunciato di non volersi schierare, creando però un terremoto al loro interno con giornalisti che sono arrivati anche al licenziamento.

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