Medio Oriente, raid israeliano in Libano uccide 3 giornalisti, ministro libanese: “Crimine di guerra”

Se l'azione sul campo di guerra persiste, continua anche quella in campo diplomatico, col segretario di Stato Usa Blinken che dopo il suo tour in Medio Oriente si trova oggi a Londra per incontrare i ministri degli Esteri della Giordania e degli Emirati Arabi Uniti, e il primo ministro ad interim del Libano

Redazione
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La guerra in Medio Oriente sta continuando imperterrita. Sul fronte libanese questa notte l’esercito israeliano ha attaccato attraverso vari raid aerei, uno dei quali ha portato alla morte di 3 giornalisti, mentre 2 sono rimasti feriti. Lo riporta l’agenzia libanese NNA. Sul fronte palestinese, è stato colpito un campo profughi a Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza portando a morti e feriti, compresi donne e bambini. Un altro attacco sempre nel nord ha colpito l’ospedale Kamal Adwan, uccidendo un numero imprecisato di bambini. Infine è stato attaccato anche il sud di Gaza, precisamente un’abitazione nella zona di Manara, dove sono morte 23 persone.

Medio Oriente, la morte dei 3 giornalisti

La guest-house presa di mira dai raid israeliani si trovava a Hasbaya, a 50 km a sud-est di Beirut, nel Libano orientale, vicino il confine con la Siria. I 3 giornalisti che hanno perso la vita sono un cameraman e un ingegnere dell’emittente filo-iraniana Al-Mayadeen e un cameraman dell’Al-Manar, la tv di Hezbollah. I reporter che si trovano nel posto affermano con sicurezza che il bungalow in cui dormivano i giornalisti uccisi è stato un obiettivo diretto degli attacchi israeliani.

Il ministro dell’Informazione libanese Ziad Makary ha commentato la vicenda definendola un “crimine di guerra” e ha accusato gli israeliani di aver colpito intenzionalmente i giornalisti. Su X ha denunciato: “Il nemico israeliano ha atteso
la pausa notturna dei giornalisti per tradirli nel sonno… Questo è un assassinio, dopo il monitoraggio e il tracciamento, con una pianificazione e una progettazione precedenti, poiché c’erano 18 giornalisti in rappresentanza di 7 istituzioni mediatiche. Questo è un crimine di guerra”.
Ha concluso esprimendo le sue condoglianze alle famiglie dei deceduti.

L’emittente televisiva panaraba Al Mayadeen ha confermato la morte di un suo cameramen nell’attacco aereo israeliano. L’omicidio è avvenuto solo due giorni
dopo che Israele ha effettuato un attacco aereo contro un ufficio della stessa emittente televisiva, che è politicamente alleata con Hezbollah e ha sede a Beirut. In quell’occasione dall’emittente avevano dichiarato: “Al Mayadeen ritiene l’occupazione israeliana responsabile dell’attacco a un noto ufficio stampa di un noto organo di
stampa”
. Infine Al Jazeera riferisce che il 21 novembre dello scorso anno altri due giornalisti di Al Mayadeen, che stavano documentando le attività militari lungo il confine sud del Libano con Israele, sono stati uccisi sempre in un attacco israeliano.

L’attività diplomatica del segretario Usa Blinken

Il segretario di Stato americano Anthony Blinken si trova a Londra, dove
oggi incontrerà i ministri degli Esteri della Giordania, Ayman Safadi, e degli Emirati Arabi Uniti, Abdullah bin Zayed al-Nagayan, e il primo ministro ad interim del Libano, Najib Mikati. Negli incontri con i ministri si discuterà probabilmente dell’impegno per sostenere i piani di stabilità, sicurezza e ricostruzione nella Striscia di Gaza dopo la fine della guerra.

L’incontro con il ministro libanese invece, sarà dedicato alla campagna militare israeliana contro Hezbollah, che in questi mesi ha provocato vittime di massa tra la popolazione civile libanese. Ieri in una conferenza stampa Blinken ha affermato che la lotta israeliana contro Hezbollah “non può e non deve portare a una campagna prolungata” in Libano. Ha poi suggerito a Israele di prendere le giuste precauzioni per evitare di danneggiare la popolazione civile, l’esercito libanese e i soldati Onu.

Il segretario Usa nei scorsi giorni ha intrapreso un tour diplomatico in Medio Oriente dove ha visitato Israele, Arabia Saudita e Qatar. Sembra si siano fatti dei piccoli passi avanti in tema di rilascio degli ostaggi e di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza: Blinken e la sua controparte del Qatar hanno annunciato che i colloqui riprenderanno questo fine settimana, anche se la svolta è attesa solo dopo le elezioni americane.

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