Migranti, minacce di morte a giudice Albano del Tribunale di Roma: “Spero qualcuno ti spari presto”

La giudice è presidente della Magistratura democratica e parte della corte che non ha convalidato il trattenimento dei dodici migranti in Albania; in totale i messaggi minatori sarebbero una trentina ed ora spetterà alla Procura di Perugia indagare sul caso

Redazione
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Uno dei sei giudici del Tribunale di Roma che non ha convalidato il trattenimento dei dodici migranti nel centro di Gjiader in Albania ha ricevuto minacce di morte. Sembrerebbe essere questa l’ultima conseguenza del caso che ormai da una settimana tiene banco nel nostro Paese e che avrebbe rischiato di creare un conflitto senza freni tra la magistratura e la politica italiana. Silvia Albano, la giudice minacciata, sarebbe l’ultima vittima di questa vicenda, che avrebbe però deciso di lottare per i suoi diritti e anche per quelli dei suoi colleghi.

Il magistrato, presidente della corrente della Magistratura democratica, avrebbe quindi deciso di sporgere denuncia affinché chi ha compiuto questo gesto vile venga punito e anche per mandare un messaggio all’esecutivo stesso: “La campagna di discredito che è stata scatenata contro i magistrati romani e in particolare contro Silvia Albano ha contribuito a costruire un clima di contrapposizione, di odio, trasceso infine in gravi minacce alla sua incolumità e alla sua vita“.

Con queste parole la Magistratura democratica tenta di riportare la pace nel settore ed evitare che in futuro i giudici possano soffrire nuovamente queste ondate di odio. La denuncia del magistrato, inoltre, fa riferimento anche al caso Open Arms, ovvero il processo a carico di Matteo Salvini per i rallentamenti dello sbarco dei 147 migranti a bordo della nave che dà il nome al caso, dove allo stesso modo i magistrati dell’accusa hanno dovuto subire minacce e spergiuri.

La denuncia del giudice Silvia Albano

La giudice Silvia Albano, dal giorno in cui è stata resa nota la decisione del Tribunale di Roma nei riguardi dei migranti di Gjiader, ha iniziato a ricevere dure e pesanti minacce di morte. Queste le sarebbero state inviate sia alla mail della Magistratura democratica, di cui è presidente, sia alla sua mail istituzionale. Si tratterebbe di circa una trentina di frasi, dal contenuto forte e violento, che avrebbero quindi convinto Albano a denunciare.

Magistrato militante e corrotto, spero che qualcuno ti spari molto presto, sarà un giorno di gioia e festa“, questo il contenuto di una delle mail inviate al giudice, seguita da “La toga rossa Albano fa politica e non fa trattenere i clandestini in Albania“. La denuncia depositata questa mattina alla Procura di Roma porterà all’apertura di un fascicolo e poi al trasferimento dell’indagine alla Procura di Perugia, come da consuetudine. Albano ha ricevuto la solidarietà da parte di alcuni esponenti delle opposizioni.

Il capogruppo di Avs Filiberto Zaratti ha sottolineato che “le gravi intimidazioni di cui è stata oggetto sono senza dubbio frutto di un clima avvelenato anche da una destra che manipola e distorce il tema dei migranti“, mentre il portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli ha dichiarato che “quanto accaduto è il risultato del clima di attacco contro la magistratura che ha come scopo la sua delegittimazione“.

Le parole della Magistratura democratica

All’interno della nota della Magistratura democratica, che ha annunciato la denuncia di Silvia Albano, è affrontato anche il tema delle accuse del Consiglio d’Europa che negli scorsi giorni ha accusato l’Italia di aver mal gestito la questione riguardante i dodici migranti a Gjiader. Secondo i magistrati, infatti, le minacce nei confronti di Silvia Albano nascerebbero proprio in un contesto in cui tutti questi fattori si intrecciano, creando confusione e rabbia nella popolazione.

La richiesta della magistratura, quindi, sarebbe quella di poter ottenere una scorta per tutti coloro che rischiano quotidianamente a causa di attacchi gratuiti che provengono anche dalle fila del governo. In questo senso, ieri, sedici consiglieri si sarebbero rivolti alla Corte superiore di magistratura proprio per ottenere maggiori sicurezze. “Riteniamo di straordinaria gravità che i consiglieri di Magistratura indipendente si siano sottratti alla sottoscrizione della richiesta di apertura di una pratica a tutela nei confronti dei giudici del Tribunale di Roma“, si legge nella nota di Md che fa appunto riferimento a tale vicenda.

La comunicazione dei magistrati si conclude con un appello alle istituzioni affinché, di fronte alla prova delle conseguenze delle loro azioni, queste riescano a porre fine agli attacchi nei confronti dei giudici e con un richiamo “alle proprie responsabilità per chi alimenta il discredito e l’odio nei confronti delle istituzioni e delle persone“.

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