Migranti, Mattarella firma il decreto sui Paesi sicuri e rinnova la fiducia nelle forze dell’ordine

Le decisioni e le affermazioni del capo dello Stato sono da interpretare alla luce di quanto successo ultimamente per quanto riguarda la questione migranti in Albania, la lotta tra governo e toghe e il rapporto del Consiglio Ue

Redazione
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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella oggi ha emanato il decreto legge con le “Disposizioni urgenti in materia di procedure per il riconoscimento della protezione internazionale” e ha autorizzato la presentazione in Parlamento del relativo disegno di legge di conversione. Nel dl è contenuta la lista dei Paesi di origine considerati sicuri per le procedure di riconoscimento della protezione internazionale.

Sempre in tema migranti, il presidente ha incontrato una delegazione della Fiep, a cui ha ribadito la sua fiducia anche per ciò che concerne la gestione delle migrazioni di massa, dopo che l’altro ieri il rapporto del Consiglio d’Europa aveva definito le forze dell’ordine italiane come razziste.

Mattarella firma il decreto migranti

Mattarella ha firmato il decreto varato lunedì sera dal governo per trovare una soluzione agli ostacoli giuridici ai rimpatri dei migranti. In questo modo il Capo dello Stato ha autorizzato la presentazione del dl di conversione al Parlamento, che ha 2 mesi per approvarlo. L’ok del presidente della Repubblica è arrivato poco dopo aver avuto un bilaterale con la premier Giorgia Meloni, che è avvenuto dopo la riunione del Consiglio Supremo di Difesa di ieri mattina. Tra i temi trattati nel colloquio privato, secondo le indiscrezioni, ci sarebbero stati proprio il conflitto tra il governo e la magistratura e la gestione dei migranti nei centri di accoglienza in Albania.

Nel decreto si cambia la lista dei paesi d’origine definiti sicuri. Nell’ultima versione ci sono 19 paesi sicuri. quindi i migranti che arrivano da questi luoghi, in cui non ci dovrebbero essere pericoli per loro, in teoria non possono ottenere l’asilo. I criteri per stabilire se un paese è sicuro o meno sono decisi dalla normativa europea e dalle informazione fornite dalle organizzazioni internazionali competenti.

Attualmente i paesi sicuri sono: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia. L’elenco dovrà essere aggiornato periodicamente. Il decreto è criticato dalle opposizioni, che lo considerano una forzatura istituzionale. E anche nello stesso governo non c’è certezza che il provvedimento possa terminare le dispute con i tribunali.

Mattarella incontra la FIEP

Il presidente ha incontrato ieri al Quirinale anche una delegazione della Fiep, l’associazione internazionale delle Gendarmerie e Forze di Polizia a statuto militare, a cui ha rinnovato la sua fiducia e riconoscenza, anche per “l’impegno nella gestione dei fenomeni migratori di massa”. Mattarella ci ha tenuto a ribadire questo, perché l’altro ieri il rapporto del Consiglio d’Europa aveva evidenziato che l’operato delle forze dell’ordine italiane è preoccupante a causa degli abusi razziali. Già lo stesso giorno Mattarella aveva telefonato al capo della Polizia Vittorio Pisani, sottolineando il suo “stupore” per le affermazioni che si leggono nel rapporto. Quindi aveva ribadito “stima e vicinanza” alle forze di polizia.

Nell’incontro di ieri il capo dello Stato ha dichiarato ai membri della Fiep che l’associazione è un “esempio rilevante di collaborazione e dialogo, di sviluppo positivo all’interno della comunità internazionale”, e che in questi 30 anni ha compiuto un percorso prezioso, “con attività importanti e scambio di esperienze per la cooperazione nell’ambito della sicurezza”.

La Fiep è una” proficua opera” di condivisione delle conoscenze di fronte alle sfide delle nostre società. Tra queste figurano “l’impatto della globalizzazione sulla sicurezza, la tutela della collettività dalla minaccia terroristica, l’incidenza sulla vita sociale dei fenomeni migratori di massa, e la questione della tutela della biodiversità dell’ecosistema e il contrasto alla criminalità ambientale”.

La comunità internazionale deve prendersi la responsabilità di queste emergenze per riportare stabilità e pace nei popoli colpiti. Nello stesso momento i membri della Fiep, in quanto specializzati nello strumento militare, possono assumere “compiti di polizia, interagendo con le istituzioni e con i cittadini, con la società civile, fungendo da anello di congiunzione fra diverse realtà e agevolando il processo di normalizzazione e stabilizzazione delle aree di crisi“. Un lavoro che è pieno di difficoltà e che il presidente è certo che svolgeranno “con entusiasmo, determinazione e professionalità”.

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