Bologna, violenta esplosione in un capannone Toyota: due morti. Sciopero dei sindacati

Continuano le ricerche per comprendere se sotto le macerie possano ancora essere presenti operai; il boato dell'esplosione è stato percepito chiaramente in tutta la zona

Redazione
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In una Bologna ancora emaciata dalle conseguenze del maltempo che l’ha colpita in questi giorni, una nuova tragedia ha lasciato sconvolta la comunità. Intorno alle 17:20 di ieri in un capannone della “Toyota Material Handling” si è verificata una violenta esplosione che ha portato al crollo di parte della struttura in cui si trovavano diversi operai intenti a lavorare.

Il tragico bilancio dell’incidente è di due operai morti, un ferito grave e una decina di persone con lesioni più lievi. L’evento, avvenuto intorno alle 17.20, ha profondamente sconvolto una città già provata dalle recenti esondazioni.

Dinamica dell’incidente

L’esplosione, con ogni probabilità innescata da un compressore, ha colpito duramente lo stabilimento, uno dei più importanti del distretto meccanico bolognese, dove si producono carrelli elevatori. Uno dei due operai è deceduto sul colpo, mentre l’altro è morto poco dopo essere stato trasportato all’Ospedale Maggiore. Tra i feriti, uno versa in gravi condizioni, mentre gli altri sono stati distribuiti fra gli ospedali della provincia. Le loro condizioni, fortunatamente, non destano preoccupazioni particolari.

Immediatamente dopo l’esplosione, i soccorsi sono stati tempestivi: vigili del fuoco, forze dell’ordine e personale sanitario si sono mobilitati per mettere in sicurezza l’area e cercare eventuali persone intrappolate sotto le macerie. Al momento, però, sembra esclusa la presenza di altri operai sepolti.

La risposta della comunità e delle autorità

L’esplosione, udita distintamente in varie zone della città, ha spinto molti operai e familiari a radunarsi fuori dallo stabilimento, angosciati per la sorte dei colleghi. La tensione era palpabile, tanto che le autorità sanitarie hanno inviato sul posto uno psicologo per assistere i presenti, colpiti dallo shock dell’incidente.

Sul luogo della tragedia è intervenuto anche il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha definito quanto accaduto l’ennesima strage sul lavoro“. Non è la prima volta che la città affronta simili drammi: solo sei mesi fa, sette tecnici persero la vita durante un collaudo alla centrale idroelettrica di Suviana. La questione della sicurezza sul lavoro è ormai una piaga nazionale, che le autorità faticano a contrastare efficacemente.

I sindacati proclamano sciopero

Non si è fatta attendere la reazione delle organizzazioni sindacali. I delegati di FIOM-CGIL, già da tempo impegnati in battaglie per migliorare la sicurezza all’interno dell’azienda, avevano proclamato per oggi, venerdì 25 ottobre, due ore di sciopero a fine turno proprio su questo tema. Dopo l’esplosione, lo sciopero è stato confermato e rafforzato, diventando un segnale di protesta contro le condizioni lavorative nel settore metalmeccanico.

Gian Pietro Montanari, rappresentante della FIOM-CGIL, ha commentato l’accaduto: “Non è l’azienda peggiore del mondo, ma occorre chiarire se la manutenzione fosse adeguata. In passato ci sono già stati scioperi per ragioni simili, come la richiesta di collaudi su nuovi strumenti”.

Altri incidenti sul lavoro

La tragedia di Bologna non è stato l’unico incidente mortale sul lavoro della giornata. A Galatina, in provincia di Lecce, un operaio è morto schiacciato da un camion in manovra mentre lavorava alla ristrutturazione di una facciata. Episodi come questo continuano a riaccendere il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, una questione che resta irrisolta nonostante gli appelli e le promesse di riforma.

L’esplosione alla Toyota Material Handling rappresenta solo l’ultimo episodio di una serie di incidenti che stanno trasformando i luoghi di lavoro in trappole mortali. Di fronte a queste perdite, la richiesta di maggiore sicurezza da parte dei lavoratori e dei sindacati appare sempre più pressante, mentre cresce l’urgenza di interventi concreti per evitare che altre vite vengano spezzate.

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