Manovra, medici in sciopero il 20 novembre: “Assunzioni e aumenti solo proclami sensazionalistici”

La Legge di bilancio 2025 si sarebbe rivelata "deludente" per i medici e gli infermieri a cui erano state promesse nuove assunzioni e soprattutto condizioni di lavoro più adeguate. Così i sindacati hanno organizzato 24 ore di sciopero contro "i pochi spiccioli destinati alla sanità pubblica"

Redazione
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Nel giorno in cui la Legge di bilancio per il 2025 è approdata sul tavolo della Camera dei deputati, i sindacati di medici e infermieri hanno annunciato a gran voce la decisione di scendere nelle piazze di tutto il Paese per protestare contro le mancanze che la manovra porta con sé dal punto di vista sanitario. “Deludente” è la parola che i dipendenti di questo settore hanno utilizzato per descrivere i provvedimenti su cui il governo sarebbe al lavoro, che però non rispecchierebbero in alcun modo le promesse che erano state fatte al settore nelle scorse settimane. Il 20 novembre è quindi previsto uno sciopero di 24 ore di tutto il settore.

Il Sistema sanitario nazionale è al collasso e il ministro Schillaci avrebbe più volte sottolineato la necessità di aumentare le assunzioni e soprattutto gli importi degli stipendi dei lavoratori che operano in questo ambito, eppure, al momento nella manovra non vi sarebbe traccia di queste nuove regolamentazioni. I sindacati medici Anaao, Cimo e il sindacato degli infermieri Nursing Up hanno sostenuto che l’attuale testo della Legge di bilancio “conferma la riduzione del finanziamento per la sanità rispetto a quanto annunciato nelle scorse settimane e cambia le carte in tavola rispetto a quanto proclamato per mesi“.

Tali cambiamenti però avrebbero mandato nel caos il settore, che non ha intenzione di abbandonare le proprie richieste, soprattutto a fronte delle condizioni di lavoro che è costretto a vivere quotidianamente. “Non possiamo essere complici dell’ormai evidente smantellamento del Servizio sanitario nazionale” si legge nel comunicato che annuncia lo sciopero, in cui viene messo in evidenza come ad oggi il personale scappi quotidianamente dagli ospedali pubblici, le liste d’attesa siano interminabili, le aggressioni e le denunce siano all’ordine del giorno, e nonostante ciò “si continua a destinare pochi spiccioli alla sanità pubblica e ad aumentare i i finanziamenti per la sanità privata, che si arricchisce spudoratamente sulle spalle degli infermieri e dei medici dipendenti che vi lavorano“.

Sanità, gli aumenti previsti per il settore sanitario

Secondo i calcoli realizzati dai sindacati, la manovra prevedrebbe per il 2025 un aumento dell’indennità di specificità medica sanitaria di 17 euro nette per i medici e 14 euro netti per i dirigenti sanitari, mentre per l’anno successivo l’aumento è di 115 euro per i medici e nullo per i dirigenti sanitari. Per quanto riguarda gli infermieri, nel 2025 l’aumento si attesta a circa 7 euro e raggiunge gli 80 nel 2026.

Inoltre, i lavoratori del settore hanno voluto sottolineare che tali aumenti riguardano un determinato tipo di contratto “la cui discussione inizierà solo tra almeno due anni” e quindi potrebbero effettivamente entrare nelle tasche di medici e infermieri in un futuro non meglio specificato. “L‘aumento di 1,3 miliardi del Fabbisogno sanitario nazionale nel 2025, ben distante dai 3,7 miliardi annunciati, non è sufficiente a ridare ossigeno a un Ssn boccheggiante” hanno dichiarato duramente i sindacati di medici e infermieri, sottolineando la delusione per l’annullamento delle riforme riguardanti il piano straordinario di assunzioni e lo sblocco del tetto di spesa per il personale.

Si continua a rimandare ad un futuro più o meno prossimo la soluzione di un’emergenza che invece medici e infermieri vivono oggi, e che necessita oggi di provvedimenti realmente risolutivi” sottolineano i lavoratori, affranti per “gli ennesimi proclami sensazionalistici a cui fa seguito una realtà deludente e a dir poco imbarazzante“.

Sanità, il governo rimanda le assunzioni al 2026

Nelle scorse settimane il governo e il ministero della Salute avevano annunciato la possibilità di un maxi piano di assunzioni che riuscisse a colmare le problematiche esistenti nel settore, migliorando le condizioni di lavoro e soprattutto diminuendo i tempi di attesa per i pazienti, troppo spesso costretti a rivolgersi al settore privato per effettuare un esame specialistico. Tale piano, però, sembra assente dal testo della Manovra che oggi è stato presentato alla Camera e la sua assenza non avrebbe fatto altro che scatenare la furia dei lavoratori del settore sanitario.

Le 30mila assunzioni previste in tre anni avrebbero infatti potuto risollevare il Sistema sanitario nazionale, che continua a boccheggiare sotto il carico estenuante di lavoro. Alcune fonti ministeriali avrebbero però voluto rassicurare i medici e gli infermieri, confessando all’Ansa che le assunzioni avverranno, anche se a partire dal 2026. “Le assunzioni rientrano nel piano di investimenti biennale – spiegano – Si parte nel 2025 con gli incrementi delle retribuzioni di medici e infermieri e con la programmazione da parte delle regioni del piano di assunzioni che verranno effettuate nel 2026“.

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