Il capo di gabinetto del neo ministro della Cultura Alessandro Giuli ha annunciato le sue dimissioni, a soli nove giorni dalla sua nomina. Francesco Spano ha deciso di allontanarsi dal suo ruolo a seguito di una serie di insinuazioni che avrebbero interessato la sua figura e quella del suo compagno, in riferimento ad eventi avvenuti alcuni anni fa.
“Il contesto venutosi a creare, non privo di sgradevoli attacchi personali, non mi consente più di mantenere quella serenità di pensiero che è necessaria per svolgere questo ruolo così importante” si legge nella lettera inviata al ministro Giuli dal diretto interessato, il quale ha voluto sottolineare che la sua decisione è legata unicamente al benestare dell’amministrazione. “Ciò non mi impedisce, evidentemente, di esprimerle la mia profonda gratitudine per la stima ed il sostegno che mi ha mostrato senza esitazione” ha concluso l’ex segretario generale del Maxxi.
A seguito della notizia, il ministro Giuli ha deciso di commentare le dimissioni di Spano, sottolineando il suo “grande rammarico” e ammettendo di averle già ricevute in passato e di averle respinte. “A Francesco Spano va la mia convinta solidarietà per il barbarico clima di mostrificazione cui è sottoposto in queste ore” ha poi aggiunto il neo ministro, che ha voluto evidenziare come il suo ormai ex capo di gabinetto abbia sempre mantenuto la serietà e la professionalità che si deve a questo ruolo.
Le accuse nei confronti di Spano
Le dimissioni del capo di gabinetto del ministro della Cultura sarebbero collegate al contenuto della puntata di Report che andrà in onda il prossimo 27 settembre. Dalle anticipazioni del conduttore Sigfrido Ranucci sembrerebbe che la trasmissione manderà in onda alcune notizie che potrebbero avere delle conseguenze simili a quelle che ha provocato il caso Boccia. Secondo alcune fonti, quindi, sembrerebbe che la puntata possa trattare del periodo in cui Spano era segretario generale del Maxxi.
Si ipotizzerebbe che proprio mentre ricopriva questo ruolo il suo compagno sarebbe stato assunto dal museo per una consulenza pagata lautamente. Al momento però non è chiaro se questo caso coincida anche con il periodo in cui Alessandro Giuli fu presidente del Maxxi.
