Manovra, via libera all’aumento della pensione sociale: nel 2025 sfiorerà i 621 euro

Il ministro dell'Economia ha confermato che il taglio del cuneo fiscale nel 2025 riguarderà ben 1,3 milioni di lavoratori in più, ovvero coloro che hanno un reddito inferiore a 40mila euro

Redazione
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I lavori sulla manovra finanziaria non si arrestano ed oggi le notizie che giungono dal Mef sembrerebbero voler rispondere a tutti coloro che erano preoccupati per la possibilità che le misure in favore della natalità lascino indietro le fasce più deboli della popolazioni, ovvero gli anziani. Ormai da mesi la questione delle pensioni riguarda da vicino il nostro Paese, con il costo della vita in aumento e i pensionati in difficoltà, ed oggi il governo Meloni potrebbe aver dato una prima risposta: le pensioni minime nel 2025 dovrebbero aumentare del 2,7% rispetto al trattamento minimo prima della maggiorazione e dell’1% dell’inflazione del 2024, così da toccare quota 620,92 euro.

L’aumento potrebbe sembrare minimo, rispetto ai 614,77 euro di quest’anno, eppure segna un piccolo passo in avanti nei confronti di tutti coloro che percepiscono la pensione sociale e che faticano solo con essa a vivere una vita dignitosa. Questo intervento secondo le stime del governo dovrebbe riguardare circa 1,8 milioni di persone e sarà ovviamente inserito nel conteggio dei costi della Legge di bilancio 2025.

In tema di pensioni, l’aumento dell’assegno sociale non è l’unica novità della manovra, poiché il governo sarebbe al lavoro per riconfermare le regole previste a partire dalla manovra di quest’anno, ovvero l’Ape sociale, Opzione donna e Quota 103. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è poi intervenuto per chiarire alcuni aspetti riguardanti i dossier della manovra, in particolare quello del taglio del cuneo fiscale e dei benefit per i lavoratori che decidono di trasferirsi.

Manovra, cosa cambia per le pensioni?

Nello specifico, in che modo ha funzionato l’aumento dell’assegno minimo della pensione? Il governo ha deciso di mantenere l’aumento che era stato deciso per il 2024, ovvero pari al 2,7%, così che gli assegni non si riducessero, e oltre a questo ha aggiunto l’incremento dell’inflazione che è pari all’1%. Per cui l’assegno sociale passerà dai 598,61 euro del 2023 ai 620,92 euro del 2025, di fatto mantenendo l’incremento dell’anno scorso e recuperando la percentuale di inflazione.

Per quanto riguarda le altre misure in tema di pensioni, il governo continua a ragionare sulla Quota 103, ovvero il pensionamento anticipato introdotto nel 2023 che permettere di lasciare il lavoro a 62 anni di età con 41 anni di contributi. L’ultima stretta su questa possibilità, che prevede il calcolo dell’assegno interamente contributivo e l’allungamento delle finestre mobili – ovvero i mesi di distanza dal giorno del pensionamento e l’arrivo del primo assegno pensionistico – ha convinto sempre meno lavoratori a decidere di accedere all’iniziativa.

Quest’anno quindi sarebbero previsti degli incentivi per coloro che invece decidono di voler continuare a lavorare e anche la possibilità di usare i fondi integrativi alimentati con il Tfr per consentire di andare in pensione a coloro che hanno raggiunto i 67 anni di età ma non la corretta contribuzione per raggiungere l’importo dell’assegno sociale. Invece sarebbe stata esclusa la possibilità di usare il Trattamento di fine rapporto nei fondi pensione per anticipare il pensionamento a 64 anni e raggiungere un assegno con un importo pari a tre volte quello dell’assegno sociale.

Giorgetti: “Il taglio del cuneo per i redditi fino a 40mila euro

Il ministro dell’Economia, a margine di un evento della Lega a Genova sui primi due anni di governo, ha sostenuto che il taglio del cuneo fiscale è stato non solo rinnovato per il 2025 ma è stato anche potenziato, in quanto riguarderà fasce della popolazione più ampie. “Se l’anno scorso ha riguardato i redditi fino a 35mila euro, da quest’anno arriveremo ai redditi fino a 40mila” ha dichiarato Giancarlo Giorgetti, sottolineando come di conseguenza aumenteranno anche la persone che potranno usufruire dello sgravio fiscale.

Il ministro del Mef Giancarlo Giorgetti (Manovra)
Il ministro del Mef Giancarlo Giorgetti

Il ministro ha ricordato che l’anno scorso il taglio del cuneo fiscale ha riguardato 13milioni di lavoratori, mentre quest’anno il numero aumenterà di altre 1,3milioni di unità. Giorgetti ha sostenuto che questo taglio, quindi, quest’anno assumerà un’altra conformazione, “che potremo chiamare defiscalizzazione“. Secondo le parole del ministro, inoltre, le lavoratrici madri potranno ottenere una forma di aiuto maggiore, ovvero una decontribuzione ulteriore fino a quando ogni figlio non avrà raggiunto i dieci anni di età. “Poi introdurremo una serie di misure per tutelare le famiglie con figli” ha sostenuto il ministro.

Infine, Giorgetti ha anche voluto sottolineare il nuovo benefit fiscale presente nella manovra, che prevede un bonus fino a 5mila euro per le spese che i lavoratori e le aziende sostengono per l’unità abitativa a seguito di un trasferimento. Tale bonus, inoltre, sarà defiscalizzato e quindi “non pagheranno le imposte“.

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