Stupore di Mattarella e sdegno di Meloni per le accuse di razzismo alle forze dell’ordine

Silenzio di Pd e Cinquestelle che non difendono la polizia

Redazione
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Le forze dell’ordine italiane sono finite nel mirino della commissione antirazzismo del Consiglio d’Europa. L’ultimo rapporto dell’Ecri ha infatti evidenziato alcune violazioni sulle attività di sorveglianza e indagini delle forze dell’ordine nei confronti delle comunità rom, che si lega ad una profilazione razziale e xenofoba da parte delle autorità. La risposta da parte della premier Giorgia Meloni, arriva in un tweet: “Le nostre forze dell’ordine lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni. Meritano rispetto, non simili ingiurie“.

Le parole di Mattarella

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha manifestato il suo stupore riguardo alle affermazioni contenute nel rapporto della Commissione contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa. In una telefonata al Capo della Polizia, il prefetto Vittorio Pisani, Mattarella ha espresso chiaramente la sua posizione, sottolineando la sua stima e la sua vicinanza alle forze di polizia italiane.

Durante la conversazione, Mattarella ha detto: “Le affermazioni del rapporto sono sorprendenti e inaccettabili. Le nostre forze di polizia operano quotidianamente con impegno e professionalità, e meritano rispetto“. Il presidente ha voluto far sentire il suo sostegno, riconoscendo il lavoro difficile e spesso sottovalutato che le forze dell’ordine svolgono per garantire la sicurezza dei cittadini.

È fondamentale difendere l’onore delle Forze di polizia“, ha continuato Mattarella, “e far sapere che la nazione è solidale con loro in un momento in cui si trovano sotto accusa“. Questa dichiarazione ha risonato in un contesto in cui le critiche alle istituzioni sono sempre più frequenti, e il Presidente ha voluto prendere una posizione chiara a favore di coloro che dedicano la loro vita al servizio pubblico.

Il Capo della Polizia, Vittorio Pisani, ha accolto con gratitudine il messaggio del Presidente, affermando: “Le parole del Presidente sono un forte riconoscimento del lavoro delle forze di polizia e un incentivo a continuare a operare con dedizione e senza compromessi“.

Razzismo: il rapporto dell’Ecri

Il report, pubblicato di recente e aggiornato ad aprile 2024, raccoglie testimonianze di profili razziali utilizzati dai corpi di pubblica sicurezza in Italia. Secondo l’Ecri, queste pratiche mettono in evidenza una forma di razzismo che potrebbe essere insita nel funzionamento delle istituzioni. In particolare, il rapporto sottolinea come molti rom vivano ancora nelle periferie delle città, spesso con accesso limitato ai trasporti pubblici e sottoposti a sfratti forzati, in violazione degli standard internazionali per i diritti umani.

La commissione ha dunque esortato il governo italiano a istituire un organismo indipendente per promuovere l’uguaglianza sociale e razziale. L’Ecri ha criticato l’attuale Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar), definendolo incompatibile con l’indipendenza richiesta per una gestione efficace delle politiche antidiscriminatorie. Secondo il report, la mancanza di autonomia dell’Unar limita la sua capacità di svolgere un ruolo significativo nel coordinamento delle politiche governative.

Prima di procedere con la creazione di un nuovo organismo, l’Ecri ha raccomandato alle autorità italiane di commissionare uno studio approfondito per analizzare le pratiche di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine. Questo studio sarebbe essenziale per identificare le problematiche esistenti e adottare misure concrete per affrontarle. Oltre alla questione della comunità rom, il report segnala anche il trattamento delle persone appartenenti alla comunità Lgbtqi+, che continuano a essere vittime di discriminazione e pregiudizi. L’Ecri ha evidenziato come l’incitamento all’odio da parte di figure pubbliche e la natura divisiva del dibattito politico contribuiscano a un ambiente di intolleranza. Nonostante ciò, la commissione ha riconosciuto i progressi compiuti dall’Italia rispetto all’ultimo rapporto del 2016, pur sottolineando che molte questioni rimangono fonte di preoccupazione.

L’Unar: di cosa si tratta

L’Unar è stato istituito nel 2003 durante il governo Berlusconi II con il compito di monitorare e intervenire sui fenomeni discriminatori in Italia. Situato a Palazzo Chigi, questo organismo statale è diretto da un responsabile nominato dal presidente del Consiglio o da uno dei ministri. Tuttavia, l’attuale struttura dell’Unar solleva interrogativi sulla sua effettiva indipendenza, specialmente alla luce delle recenti raccomandazioni del Consiglio d’Europa.

La richiesta di un nuovo ente autonomo evidenzia la necessità di un approccio più incisivo e indipendente nella lotta contro la discriminazione. Solo attraverso un organismo realmente indipendente sarà possibile garantire che le politiche antidiscriminatorie siano efficaci e adeguatamente monitorate. La relazione dell’Ecri rappresenta un’importante opportunità per l’Italia di rivedere e migliorare le proprie politiche riguardanti l’uguaglianza e la lotta contro il razzismo. La creazione di un ente indipendente potrebbe costituire un passo fondamentale verso una maggiore giustizia sociale e l’affermazione dei diritti umani per tutte le comunità, in particolare quelle più vulnerabili come i rom e le persone Lgbtqi+. La sfida ora è quella di affrontare le criticità emerse, promuovendo un clima di rispetto e inclusione per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro origine etnica o identità di genere.

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