Libano, emergenza profughi: oltre 1 milione sotto gioco dai trafficanti verso l’Europa

La situazione ha spinto anche il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, a visitare Beirut per affrontare direttamente l'emergenza profughi

Redazione
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I trafficanti di esseri umani continuano a operare senza sosta, e la situazione nel Nord del Libano è diventata particolarmente critica. La guerra in Siria ha spinto molti siriani a fuggire, spesso in condizioni disperate. Molti di loro non possono tornare a casa a causa della loro opposizione al regime di Assad o per la mancanza di documenti. Secondo un esperto libanese vicino ai trafficanti, le famiglie siriane si rivolgono a questi ultimi per essere portate clandestinamente a Idlib, pagando fino a 3.000 dollari a famiglia. Da lì, molti tentano di raggiungere la Turchia attraverso Latakia, con l’intento finale di imbarcarsi per l’Europa.

Tra questi profughi, si sospetta che ci siano anche membri di al Nusra, l’affiliata siriana di Al Qaeda, che potrebbero cercare di infiltrarsi tra i rifugiati per raggiungere l’Italia o l’Europa via rotte più complesse come quella balcanica. La situazione diventa sempre più allarmante, soprattutto se il conflitto tra Hezbollah e Israele dovesse intensificarsi. Firas Al-Shoufi, esperto di geopolitica a Beirut, riporta che, prima della guerra, il Libano ospitava già un milione di profughi siriani e 200.000 palestinesi. L’attuale escalation ha provocato un ulteriore milione di sfollati, con molti diretti verso il Nord. Almeno 300.000 siriani e 80.000 libanesi hanno già lasciato il Paese, spesso per tornare in Siria.

Al-Shoufi avverte che se il conflitto non trova una soluzione politica, molti di questi sfollati tenteranno di raggiungere la Turchia e successivamente l’Europa attraverso rotte illegali, incluso il passaggio via mare verso l’Italia. La rete di trafficanti sta intensificando le operazioni nel Nord, mentre chi possiede documenti può entrare in Siria da località come Al Ariba e Al Abudyeh. Tuttavia, le strade principali, come quella di Masna, sono state bombardate, ostacolando i movimenti.

I numeri degli sfollati sono evidenti anche nelle scuole e nelle strutture pubbliche di Tripoli, dove attualmente si stima che circa 16.000 persone siano ospitate, di cui 10.000 siriani. Tuttavia, il numero reale di sfollati nella città potrebbe raggiungere le 150.000 unità. L’ingresso della scuola Al Jadida è sorvegliato da soldati, e il direttore esprime frustrazione per l’afflusso di profughi. I volontari che distribuiscono cibo nelle aule trasformate in dormitori chiedono di non fotografare gli sfollati, temendo ripercussioni sui social media, dove l’odio può facilmente diffondersi.

Nel frattempo, chi ha la possibilità economica e un visto per l’Europa può imbarcarsi su traghetti diretti in Turchia, con un viaggio di undici ore che costa 350 dollari per una cabina. In questo contesto, l’emergenza dei profughi non è solo un rischio, ma una certezza. La situazione ha spinto anche il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, a visitare Beirut per affrontare direttamente l’emergenza profughi, sottolineando l’urgenza della questione.

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