Medio Oriente, Crosetto: “Israele ha diritto di difesa, ma rispetti le basi Unifil”

Il ministro della Difesa ha sostenuto che l'Italia riconosce il diritto di Israele a difendersi dagli attacchi di organizzazioni terroristiche, ma al contempo esorta lo Stato ebraico a rispettare il diritto internazionale e soprattutto a smettere di attaccare le basi Onu in Libano

Redazione
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Le azioni di Israele contro le postazioni Unifil sono rilevanti e gravissime, violazioni del diritto internazionale, non incidenti” ha sostenuto il ministro della Difesa Guido Crosetto nel corso di una informativa al Senato sulla condizione dei contingenti italiani sulla Blue Line, la linea cuscinetto che separa il Libano da Israele. Nella giornata di ieri, infatti, una delle basi Onu nel Sud del Libano sarebbe stata “deliberatamente” attaccata da un carro armato Merkava delle Idf. Non risulterebbero feriti ma solamente danni alla struttura.

L’attacco, l’ultimo di una serie che ha avuto inizio lo scorso 10 ottobre, ha riacceso l’allarme sulle condizioni dei contingenti Onu in missione di pace, che sembrerebbero essere divenuti improvvisamente un bersaglio delle Forze di difesa israeliane. Il primo ministro dello Stato ebraico, Benjamin Netanyahu, avrebbe sostenuto che gli attacchi avvengono perché i militanti di Hezbollah utilizzano i territori vicini alle basi dei Caschi blu per nascondersi e trovare rifugio. “I nostri soldati non sono militanti di Hezbollah” avrebbero però ricordato sia il ministro degli Esteri Antonio Tajani che il ministro della Difesa Guido Crosetto, condannando duramente la brutalità dell’esercito israeliano.

Le Nazioni Unite non possono accettare di prendere ordini da nessuna delle due parti“, ha poi ricordato Crosetto, sottolineando che le truppe Unifil si sposteranno dal territorio libanese solamente quando le Nazioni unite prenderanno questa decisione. Alcuni giorni fa il premier Netanyahu ha infatti chiesto al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres di allontanare i contingenti “per garantire la loro sicurezza“. “Andare via ora non risolverebbe niente e minerebbe la stessa credibilità dell’Onu” ha poi aggiunto il ministro della Difesa,

Crosetto: “Israele deve tornare ad essere interlocutore di pace

Il ministro ha poi sottolineato che al momento in Medio Oriente è in corso “una crisi gravissima, caratterizzata dal superamento di diverse linee rosse nonostante i ripetuti appelli della comunità internazionale” e che quindi ciò che si rischia è un vero e proprio conflitto aperto, che coinvolgerebbe anche il Libano, oltre che la Palestina. “Chiediamo a Israele di riprendere ad essere un interlocutore con cui dialogare con spirito costruttivo e con l’obiettivo della pace” ha quindi aggiunto Crosetto, sottolineando la necessità di dover individuare una via diplomatica che porti alla fine del conflitto.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto
Il ministro della Difesa Guido Crosetto

Il ministro della Difesa ha infatti evidenziato che l’Italia lotta quotidianamente per la pace e si rifiuta di accettare “l’opzione della forza” come possibile strumento che porti alla pacificazione di questi territori. Crosetto ha poi ricordato che l’Italia riconosce il diritto di Israele a resistere e difendersi dagli attacchi di chiunque, ma allo stesso tempo sostiene anche la necessità del rispetto del diritto internazionale. “Ad Israele diciamo di aiutarci a rafforzare Unifil e le forze libanesi per fare in modo pacifico quello che sta facendo con le armi” ha aggiunto il ministro, sostenendo la necessità di creare anche “nuove regole di ingaggio che devono essere fatte rispettare“.

Crosetto: “Andrò a Beirut e Tel Aviv

Il ministro della Difesa ha poi sostenuto che nella sua agenda è previsto un viaggio in Libano, probabilmente a seguito della conclusione del G7 della Difesa. Inoltre, Crosetto ha dichiarato che è prevista una conferenza in Italia “per rendere concreto il sostegno alle forze armate libanesi in termini finanziari, addestrativi e di equipaggiamento“. Per quanto riguarda specificamente la questione Unifil, il ministro ha dichiarato che al momento sono state adottate tutte le misure necessarie “per gestire i rapidi cambiamenti di situazione“.

In questo senso, il ministro ha confermato che i piani di evacuazione sono stati aggiornati e testati, così che siano pronti per una possibile attuazione. “Sono stati già pre-allertati assetti aerei e navali per tale scopo, e il loro livello di prontezza è stato recentemente innalzato e adeguato alla situazione sul campo“. Al momento però i Caschi blu rimarranno sul territorio perché “possono ancora costituire un elemento fondamentale per prevenire nuovi e peggiori scontri diretti, nuovi e peggiori conflitti“.

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