Piantedosi: “Centri in Albania? Attenzione Von der Leyen ne conferma valore”

Il ministro dell'Interno ha sottolineato che non vi sarebbero criticità o illeciti collegati alle aziende appaltatrici che si sono occupate della costruzione dei centri in Albania, in quanto queste sono state preventivamente sottoposte a controlli mirati

Redazione
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Nel corso del Question Time alla Camera, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha difeso strenuamente il progetto dei centri per migranti in Albania, che ha ormai avuto inizio da meno di una settimana, dagli attacchi delle opposizioni e di tutti coloro che ancora nutrono dubbi nei riguardi del rispetto dei diritti umani di coloro che vi vivranno. Il ministro ha quindi sostenuto che sarebbe proprio l’attenzione che 15 Paesi europei e la stessa Ursula Von der Leyen hanno riservato all’iniziativa a dimostrarne “il valore sperimentale e innovativo“.

Ursula Von der Leyen, presidente Commissione Ue
Ursula Von der Leyen, presidente Commissione Ue

Piantedosi ha infatti ricordato come la presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen abbia inviato una lettera ai capi di Stato e di Governo in vista del prossimo Consiglio europeo, che si svolgerà domani e dopodomani, che funge da riconferma dell’importanza dell’iniziativa italiana e del ruolo di modello che il nostro Paese sta ricoprendo in questo momento. Il ministro dell’Interno ha poi sottolineato che non esistono criticità riguardanti gli appalti per i centri in Albania.

Inoltre, per quanto riguarda i costi di mantenimento di questi centri, Piantedosi ha in parte incolpato i governi precedenti “ormai rassegnati e senza alcun tipo di reazione agli arrivi massicci ed incontrollati“. Al momento, secondo le parole del ministro, i centri costeranno all’Italia un miliardo e 700 milioni di euro all’anno, ma si presuppone che con il passare del tempo questi costi possano essere abbattuti grazie agli “investimenti” che si concentreranno su questo esperimento.

Piantedosi: “Gli appalti per i centri non hanno presentato alcuna criticità

Sul tema delle possibili irregolarità legate ai centri per migranti in Albania, Piantedosi ha garantito che ogni tipo di controllo è stato effettuato secondo le regolamentazioni locali e secondo quelle italiane, a seconda della provenienza dell’azienda appaltatrice. Il timore era che all’interno di questi lavori potessero essersi verificate infiltrazioni criminali. “Vi è stato un unico operatore economico selezionato, a cui sono stati affidati lavori relativi alle opere edili e agli impianti ordinari, che risulta avere la propria sede in Albania” ha dichiarato Piantedosi nel corso del Question Time, per poi spiegare dettagliatamente quali fossero i controlli a cui è stato sottoposto l’operatore economico.

Tale impresa è stata sottoposta alle verifiche e ai controlli tramite la Banca Dati Nazionale Antimafia e l’Ambasciata di Italia in Albania ha, altresì, interessato la Polizia Albanese e la Spak, struttura speciale contro la corruzione e la criminalità organizzata, le quali hanno riferito che, nell’ambito delle attività da loro condotte, non sono emerse criticità, nei confronti dei soci ed  amministratori della predetta impresa” ha sostenuto Piantedosi, smentendo i dubbi e le critiche nei confronti delle operazioni di costruzione dei centri.

Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi

Trattando poi specificamente degli operatori provenienti dall’Italia e con sede nel nostro Paese, il ministro ha sostenuto che anche questi sono stati sottoposti ai dovuti controlli da cui non sarebbe emerso nessun dettaglio allarmante. Inoltre, sarebbero stati sottoposti a verifica della Banca Dati Nazionale o dalle Prefetture anche i fornitori, i prestatori di servizi e gli esecutori di lavori. Anche tali esami avrebbero avuto tutti esito negativo.

Piantedosi: “In Italia è impegnativa l’attività di rilascio di permessi di soggiorno

Mentre in Albania i primi 16 migranti sono entrati nei centri di accoglienza italiani, nel nostro Paese cresce il problema dell’assegnazione dei permessi di soggiorno. Piantedosi ha spiegato che questa attività è impegnativa in quanto il carico di lavoro è piuttosto elevato e i dipendenti che si occupano di queste mansioni sono un numero ancora limitato. Il riscontro di questa teoria è avvenuto nel corso di quest’anno, quando con l’aggiunta di personale integrativo è stato registrato un incremento del numero delle istanze trattate: dall’1 marzo al 31 agosto di quest’anno sono state più di un milione e 40 mila, con un aumento pari al 13% rispetto al semestre precedente.

Inoltre, nello stesso semestre è aumentato del 12% anche il numero dei permessi di soggiorno rilasciati, che hanno toccato quota un milione e 89mila. Un esperimento che ha dimostrato all’Italia quale sia la via giusta da seguire, per diminuire i tempi di attesa per queste procedure e migliorare le condizioni di vita di coloro che aspettano di vedersi riconosciuto un diritto.

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