Elezioni Usa: record al voto anticipato in Georgia

I candidati hanno entrambi fatto tappa in Pennsylvania lunedì, uno degli stati chiave per le elezioni presidenziali. Attualmente i sondaggi mostrano Trump e Harris quasi in parità

Redazione
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Mancano poco meno di tre settimane al 5 novembre, il giorno in cui si voterà per le elezioni presidenziali negli Usa. Ma già si può parlare di un record battuto: nella prima giornata di votazioni anticipate nello stato del Georgia si sono superati i 300mila voti. Il precedente record era del 2020 e ammontava a 136mila voti. Migliaia di elettori si sono recati in fretta e furia a votare nello Stato meridionale, che è tra gli stati chiave decisivi per il risultato delle elezioni.

Elezioni Usa: Harris e Trump quasi in parità

I due candidati alle elezioni presidenziali Kamala Harris e Donald Trump appaiono sempre più vicini nei sondaggi. È stato più volte ribadito quanto il risultato di questa corsa alla Casa Bianca sia difficile da prevedere. Fra pochi giorni sapremo finalmente il vincitore, ma ad oggi non c’è nessuna certezza. Quasi tutti i sondaggi rivelano che guardando alla media nazionale la dem Harris è al 50%, mentre il tycoon repubblicano al 47%. Ma è importante sottolineare una grande rimonta di Trump in queste ultime settimane, dato che i sondaggi del mese scorso davano la democratica in vantaggio.

Usa, Kamala Harris e Donald Trump
Usa, Kamala Harris e Donald Trump

L’importanza della Pennsylvania

La Pennsylvania è uno degli stati chiave che influiranno pesantemente nel risultato finale delle elezioni Usa. Lunedì sia Donald Trump che Kamala Harris sono approdati proprio in questo stato per compiere gli ultimi sforzi nella campagna elettorale.

Trump ha portato la sua campagna elettorale a Oaks nella contea di Montgomery, una delle contee intorno a Philadelphia dove ha tentato di raccogliere sostegno tra le comunità dei ‘blue collar’, tradizionalmente democratica, come fece nel 2016. Il tycoon in un’intervista a Fox News, in risposta a una domanda sugli “agitatori esterni” che potrebbero disturbare il giorno delle elezioni, ha dichiarato che “il problema più grande è il nemico interno”. E ha aggiunto: “Abbiamo persone molto cattive. Abbiamo persone malate, pazzi della sinistra radicale. E penso che siano loro il grande problema – e dovrebbe essere gestito molto facilmente, se necessario, dalla Guardia nazionale, o se davvero necessario, dai militari, perché non possono permettere che questo accada”.

La vice presidente, invece, ha fatto un comizio a Erie, cittadina a maggioranza democratica in una contea invece repubblicana. La dem nel comizio ha dichiarato che il comportamento di Trump sta diventando sempre più “instabile e squilibrato” dopo le dichiarazioni dell’ex presidenteull’esercito statunitense che potrebbe essere usato per affrontare il “nemico interno”. Per Harris il nemico interno di Trump sarebbe qualsiasi persona “che non lo sostenga o non si pieghi alla sua volontà”. Ha quindi commentato che un secondo mandato con Trump al potere sarebbe pericoloso per il Paese.

La Pennsylvania è cruciale sia per Harris che per Trump. In ogni corsa alla Casa Bianca i candidati tentano di accaparrarsi le vittorie in stati in cui il proprio partito è tradizionalmente in vantaggio e puntare ad un numero di vittorie negli stati contesi sufficiente ad arrivare a 270 voti elettorali. Sia Harris che Trump, in caso di sconfitta in Pennsylvania, dovrebbero vincere in stati in cui non sono tradizionalmente favoriti per aggiudicarsi la presidenza.

La Pennsylvania appare così decisiva per diverse caratteristiche, in modo particolare per la configurazione demografica, economica e politica, che la rendono un microcosmo all’interno del Paese. In passato c’era l’industria manufatturiera, ora lo stato ha nuovi tipi di industrie e un ampio settore energetico. La popolazione è in maggioranza bianca, ma ci sono comunità di minoranze in crescita: la percentuale degli afroamericani, per esmepio, è del 12%, vicina al 13% nazionale. Infine ci sono i grandi centri urbani che votano democratico e le vaste aree rurali che sono invece conservatrici.

Lo stato è quindi diviso tra repubblicani e democratici: se nel 2016 aveva contribuito alla vittoria del repubblicano Trump, solo 4 anni dopo ha portato alla vittoria del democratico Joe Biden. Sarà quindi interessante vedere chi dei candidati di quest’anno ha colpito maggiormente la popolazione della Pennsylvania. Non ci resta altro che aspettare il 5 novembre.

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