Medio Oriente, Borrell risponde a Netanyahu: “Non decide Guterres su Unifil ma Consiglio di sicurezza”

La richiesta del premier israeliano di allontanare i contingenti Unifil dai territori di combattimento in Libano non ha ottenuto risposta positiva. I contingenti rimarranno sulla Blu Line mentre i 27 Paesi Ue hanno votato a favore del sostegno all'Unifil, senza però trovare un accordo sull'embargo delle armi ad Israele

Redazione
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Ogni incidente nel quale l’esercito ha forse sparato contro basi di Unifil è un errore, non stiamo puntando contro Unifil“, sono queste le parole del portavoce dell’Idf (Forze di difesa israeliane) Daniel Hagari rivolte verso il nostro Paese in risposta alle accuse riguardanti i presunti attacchi delle truppe israeliane sulle basi di Unifil. Secondo Hagari sarebbe stata aperta un’inchiesta su quanto accaduto, per chiarire quali siano state le motivazioni che abbiano portato le truppe a rivolgere i loro attacchi contro le basi dell’Onu.

L’Italia è un amico molto importante di Israele, è una amicizia sincera ed anche una alleanza importante” ha sostenuto Daniel Hagari, sottolineando che l’obiettivo di Israele è evitare che episodi come quelli di questi giorni si verifichino nuovamente. “Stiamo attaccando solo Hezbollah che in certi casi si nasconde vicino o dietro le basi dell’Onu” ha però dichiarato il portavoce dell’Idf, evidenziando che al momento le offensive sono rivolte esclusivamente ai militanti del partito di Dio e non al popolo libanese o al Libano come Paese.

Nel frattempo però, la tensione tra lo Stato ebraico e tra i contingenti Unifil presenti sulla Blue Line continua a crescere. Nella giornata di ieri, infatti, due carri armati israeliani avrebbero irrotto in una delle basi dei Caschi Blu, provocando 15 intossicati e la rottura del cancello principale della struttura. Una sorta di offensiva, inizialmente non commentata da Israele, che farebbe seguito agli attacchi che si sono verificati negli scorsi giorni e che hanno provocato cinque feriti gravi. Lo Stato italiano, che fornisce ad Unifil il più alto numero di militari, continua a chiedere il rispetto del diritto internazionale e soprattutto la cessazione delle ostilità contro i Caschi Blu.

Borrell: “Sulla missione sceglie Consiglio di sicurezza non Guterres

Sulla questione è voluto intervenire anche l’Alto rappresentante europeo per gli Affari esteri Josep Borrell, che ha sottolineato la gravità di quanto sta accadendo in Medio Oriente, per poi annunciare che i 27 Stati membri avrebbero trovato un accordo sul sostegno ad Unifil e sulla richiesta ad Israele di cessare gli attacchi sulle basi Onu. Gli Stati membri non sono però riusciti a trovare una quadra per quanto riguarda l’embargo delle armi a Israele, poiché alcuni avrebbero chiesto di “aumentare le consegne” e non diminuirle.

Molti Stati europei stanno partecipando a questa missione. Il loro lavoro è molto importante, ed è assolutamente inaccettabile attaccare le truppe delle Nazioni Unite” ha infatti dichiarato Borrell, per poi aggiungere che al momento non è il segretario generale Antonio Guterres a prendere decisioni sui contingenti Unifil ma è solamente il Consiglio di sicurezza. Una sorta di messaggio a Benjamin Netanyahu che ieri ha infatti inviato un messaggio pubblico direttamente a Guterres, affinché questo allontanasse le truppe Onu dai territori del Libano.

Tornando alla votazione dei 17, Borrell si è detto soddisfatto di quanto accaduto ma ha anche voluto sottolineare che tale decisione avrebbe dovuto essere presa molto tempo fa. “Ci è voluto troppo tempo per dire qualcosa che è abbastanza evidente. È abbastanza evidente che dovremmo essere contro gli attacchi israeliani contro l’Unifil, soprattutto perché i nostri soldati sono lì. Molti soldati europei sono lì, quindi apprezzerei se gli Stati membri potessero raggiungere un accordo su questo in fretta” ha infatti dichiarato l’Alto rappresentante.

Borrell ha poi condannato fermamente gli attacchi avvenuti nelle basi Onu ed ha esortato “tutte le parti a rispettare pienamente i propri obblighi di garantire la sicurezza e l’incolumità del personale Unifil in ogni momento e a consentire a Unifil di continuare ad attuare il proprio mandato“.

Unifil: “Il contingente italiano sta bene, la volontà è di rimanere

Il portavoce di Unifil Andrea Tenenti ha rassicurato il nostro Paese sulle condizioni del contingente italiano di Unifil in Libano. I soldati stanno bene, sono motivati e la volontà è di rimanere” ha infatti dichiarato, per poi aggiungere che al momento “la situazione non è facile, il monitoraggio resta molto difficile ma al tempo stesso bisogna restare perché non possiamo avere un Paese che detta le regole per la comunità internazionale“.

Inoltre, Tenenti ha ricordato che le regole d’ingaggio prevedono la possibilità di rispondere al fuoco “se uno è minacciato“, ma al momento i contingenti vorrebbero evitare un ulteriore escalation e un aumento delle tensioni nella regione. “Non dobbiamo diventare parte di questo conflitto” ha infatti dichiarato il portavoce Unifil, ricordando che il compito della missione Unifil è “riuscire a trovare una stabilità in una Regione che negli ultimi dodici mesi ha trovato solo morte e distruzione“.

Netanyahu: “L’Onu allontani Unifil dal Libano

Mentre la sicurezza dei contingenti Unifil viene messa in discussione, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha preso personalmente la parola rivolgendosi ai vertici dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per chiedere l’allontanamento dei contingenti dei Caschi Blu dalla Blue Line. “Abbiamo chiesto più volte all’Unifil di andarsene” ha dichiarato il premier israeliano, rivolgendosi poi direttamente al segretario dell’Onu Antonio Guterres affinché “protegga” le forze di pace che si trovano nella zona cuscinetto e “li metta in salvo immediatamente“.

Secondo quanto dichiarato dall’Idf sembrerebbe che la presenza delle truppe dei Caschi Blu sia di ostacolo alle operazioni che queste starebbero portando avanti contro l’organizzazione di Hezbollah. L’obiettivo dell’Idf sarebbe infatti quello di portare le truppe del Partito di Dio il più a Nord possibile e la presenza delle basi Unifil renderebbe molto più lento il raggiungimento del traguardo. L’Onu, così come l’Italia, non avrebbero però intenzione di cedere agli ordini di Israele e per il momento dunque i Caschi Blu resteranno al confine tra Libano e Israele, nella zona rossa dei combattimenti tra Idf e Hezbollah.

Meloni: “Venga applicata la risoluzione 1701

Gli attacchi verso le basi Unifil hanno profondamente sconvolto i vertici della politica italiana. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha definito “un incidente inaccettabile” quanto si è verificato in questi giorni, mentre il capo di Stato Maggione Luciano Portolano ha invitato il suo omologo Herzi Halevi a “evitare ulteriori azioni ostili“. Inoltre, il primo ministro Giorgia Meloni avrebbe avuto un colloquio telefonico con Benjamin Netanyahu incentrato sulla continua applicazione in Medio Oriente della risoluzione 1701 dell’Onu, ovvero “la strada maestra per contribuire alla stabilizzazione del confine israelo-palestinese“.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto
Il ministro della Difesa Guido Crosetto

A seguito di una giornata in cui la tensione ha continuato a crescere, l’Idf ha deciso di dare la sua versione degli eventi, sostenendo che l’attacco di ieri sia stato un incidente che non poteva essere previsto. “Un carro armato che cercava di evacuare soldati feriti, mentre si trovava sotto il fuoco nemico, ha indietreggiato di diversi metri e ha colpito una postazione dell’UNIFIL” hanno dichiarato le Forze di difesa israeliane, aggiungendo: “Una volta cessato il fuoco nemico, e in seguito all’evacuazione dei feriti, il carro armato ha lasciato la postazione“.

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