Caso Toti, l’ex governatore tira le somme: “Trattato come gangster, finita con uno scappellotto”

L'ex presidente della Regione Liguria ripercorre alcune tappe del suo percorso giudiziario, continuando a proclamare la sua innocenza e a sottolineare la necessità di rivedere sia il sistema politico che quello della magistratura italiana

Redazione
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A cinque mesi di distanza dall’arresto di Giovanni Toti e a poche settimane dalla notizia del suo patteggiamento in favore di una pena a 25 mesi di reclusione commutata in 1500 ore di servizi sociali, sembrerebbe essere arrivato il momento di trarre le conclusioni della spinosa situazione che ha investito la Liguria. A spiegare cosa sia effettivamente accaduto in questi mesi, tornando anche indietro di 30-40 anni, è stato lo stesso ex governatore ligure, da poco autore di un libro autobiografico che ripercorre la sua vita politica e ovviamente la sua vicenda giudiziaria.

Intervistato dal Corriere della Sera, Giovanni Toti cerca di ricostruire un quadro di quanto accaduto, continuando a professare la sua innocenza, nonostante il patteggiamento, e soprattutto gridando alla necessità di una riforma del sistema politico e giudiziario italiano. Il discrimine tra i due sarebbe ormai minimo e l’ex Presidente di Regione si sarebbe definito una delle vittime di una situazione poco chiara e ormai alquanto pericolosa, per chi vorrebbe esercitare il suo diritto a governare.

Secondo Toti, infatti, la vicenda giudiziaria che lo ha travolto sarebbe figlia di un buco normativo che non proteggerebbe il lavoro svolto dai leader territoriali, che si trovano a dover svolgere il loro lavoro nella paura che ogni piccola decisione possa portare all’apertura di un’indagine ad alcuni anni di distanza. “Se una compagnia petrolifera vuole finanziare un politico che intende realizzare un oleodotto, deve essere libera di farlo ed il politico libero di accettare senza rischiare l’arresto” ha infatti sostenuto Toti, per poi dare inizio ad una critica del sistema della politica che riguarda sia il centrodestra che il centrosinistra.

Toti: “La politica deve interrogarsi sulle sue colpe

L’ex governatore della Liguria ha spiegato al Corriere della Sera che l’intento della sua autobiografia non è quello di lasciare delle memorie ma di preparare “buoni propositi per il futuro” e di “accendere campanelli di allarme per la politica“. Secondo Toti, infatti, ormai da diversi decenni il sistema di governo italiano avrebbe iniziato a dirigersi verso strade poco consone, cadendo in tranelli e trappole che pian piano l’hanno indebolita. A questo punto, quindi, ciò che la politica dovrebbe fare è “interrogarsi su quanta colpa ha e quanta colpa ha la magistratura“, perché “scaricare tutto su una magistratura politicamente impegnata non è la soluzione“.

L'ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti
L’ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti

L’ex Presidente della Regione Liguria ha infatti chiarito che al momento chi legifera è la politica e chi applica la legge è il magistrato, per cui in questo caso le colpe ricadono su entrambi gli schieramenti. “Spinta da populisti e giustizialisti, con ignavia e codardia, la politica ha delegato controlli ed azioni ad altri poteri, magistratura e autorità indipendenti” ha criticato Toti, chiarendo che ora sia giunto il momento per la politica di “riappropriarsi dei propri spazi“, anche attraverso l’individuazione di strumenti di protezione e di finanziamento trasparente.

Toti: “Questa storia è finita con uno scappellotto

Tornando poi alla sua vicenda personale Toti ha chiarito che questi strumenti che la politica deve tornare a maneggiare avrebbero potuto evitare le indagini nei suoi confronti e tutto ciò che poi ne è derivato. “Devi essere sanzionato solo se chi ti ha finanziato ha ricevuto qualcosa a cui non aveva diritto” ha spiegato nuovamente Toti, sostenendo che nel suo caso anche i magistrati avrebbero detto che “gli atti erano legittimi“.

Riflettendo poi a mente fredda su tutto ciò che è accaduto, l’ex governatore ha sostenuto con amarezza che la fine di questa vicenda è stata piuttosto deludente, rispetto ai piani che inizialmente erano previsti. “Questa storia è partita come se la Regione Liguria fosse la cupola dei gangster della Chicago degli Anni ’20 con Al Capone a capo” ha dichiarato sarcasticamente Toti, per poi affondare: “Alla fine l’abbiamo conclusa con uno scappellotto. Io continuo a ritenere di non avere fatto nulla che valesse quello che ho passato“.

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