Matteo Renzi ha sfruttato la trasmissione Omnibus su La7 per commentare alcune delle ultime notizie di attualità che hanno visto protagonista la politica del nostro Paese. Dall’inchiesta sui presunti accessi illeciti nei conti bancari di alcuni politici, fino al voto sul nuovo giudice della Corte Costituzionale, passando ovviamente per la questione dell’ormai abbandonato Campo largo e della discussione interna al centrosinistra tra Italia Viva e il Movimento 5 Stelle.
L’ex Presidente del Consiglio non ha peli sulla lingua e non si nasconde dietro a discorsi poco chiari soprattutto quando le questioni da affrontare lo riguardano da vicino. Sul caso degli accessi illegali, infatti, il leader di Italia Viva non ha dubbi: da parte del governo c’è un doppiopesismo che non può essere in alcun modo ignorato. L’ex sindaco di Firenze ha infatti ricordato come in passato egli stesso sia stato vittima di una fuga di notizie “tra il silenzio di grandissima parte dei media” e anche della politica stessa.
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Oggi, quindi, il leader di Italia Viva guarda con occhi diversi le dichiarazioni di Giorgia Meloni sui fatti che la vedono protagonista e al contempo chiede ai cittadini di analizzare con spirito critico quanto sta avvenendo in questi giorni. Sulla questione del voto sulla Consulta e delle presunte azioni del Presidente del Senato Ignazio La Russa, Renzi ha spiegato che quanto accaduto sarebbe “inaccettabile” perché “l’arbitro non può fare anche il giocatore“.
Renzi: “Meloni la faccia finita di piangere“
Il leader di Italia Viva ha voluto sottolineare che quanto venuto alla luce sullo spionaggio dei conti correnti dei politici non sia assolutamente una novità, in quanto in passato il suo è stato “l’unico conto corrente di un politico che è stato pubblicato, a puntate, sul Fatto Quotidiano, con una violazione della legge incredibile“. In questo modo, l’ex sindaco di Firenze ha voluto mettere in luce “l’ipocrisia” che caratterizza questa vicenda, poiché sembrerebbe che la gravita di questi accadimenti sia riconosciuta solo nel momento in cui tocca alcune figure.
L’ex Presidente del Consiglio ha quindi sottolineato come Meloni in questi due anni abbia cambiato i vertici dei servizi segreti, senza però portare a casa risultati effettivamente significativi. “È inutile che dica che il sistema ce l’ha con lei. La faccia finita di piangere” ha dichiarato Matteo Renzi, evidenziando che sia corretto gridare allo scandalo ma anche farlo in egual modo in ogni situazione.
“Io mi sono lamentato quando è accaduto a me e ho dato solidarietà a Meloni e Crosetto quando è toccato a loro” ha infatti dichiarato il leader di Italia Viva, per poi affondare: “Da parte di FdI invece, c’è un garantismo peloso. Quando riguarda loro fanno le vittime, quando riguarda gli altri fanno i giustizialisti aguzzini“.
Renzi: “Giuli deve avere il coraggio di guardare l’avversario e non tremare“
Matteo Renzi ha poi criticato l’approccio del neo ministro della Cultura Alessandro Giuli, che in Parlamento ha deciso di attaccare direttamente Renzi, accusandolo di non avere le adeguate capacità cognitive per comprendere i suoi discorsi. Tale risposta era stata data con una certa agitazione, a seguito di una critica di Renzi sulla complessità del suo “eloquio“. La risposta di Giuli ha quindi indispettito l’ex Presidente del Consiglio, che ha voluto ricordare come sia lui che il ministro della Cultura siano nati nel 1975 e come però le loro tempistiche per il conseguimento della laurea siano state ben diverse.
“Io nel ’99 mi sono laureato, con le mie limitate capacita’ cognitive, Giuli è fuori corso da 30 anni. Io ho fatto il sindaco di Firenze e il premier, lui ha fatto qualche programma alla Rai e ha suonato il corno” ha infatti tuonato Renzi, per poi sottolineare che il suo discorso non vuole creare parallelismi tra chi possiede una laurea e chi non ce l’ha, ma vuole mettere in luce come sia necessario, per chi vuole “andare in Parlamento a prendere in giro un avversario” avere anche “il coraggio di guardare l’avversario e non tremare“.
Renzi, poi, non ha risparmiato commenti neanche nei confronti del leader pentastellato Giuseppe Conte, con cui continuano ad esservi profonde divergenze per quanto riguarda la costruzione di una coalizione di centrosinistra in cui siano presenti entrambi i loro partiti. Ormai da mesi i due leader continuano ad attaccarsi a distanza, cercando di screditarsi, ed anche oggi Renzi ha voluto sfoderare gli artigli: “Conte non è cattivo, è un avvocato di affari prestato alla politica. Non so quanto capisca di affari, ma di politica non ci capisce granché“.
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