Quando chi vuol “cambiare le cose” si impossessa del governo delle cose da cambiare, spesso lascia le cose come stanno e si dedica a rinforzare le posizioni conquistate. Altero Matteoli, era solito ripetere che chi prometteva cambiamenti, in realtà di cambiamenti ne voleva uno solo: “lévati te che mi ci metto io”.
La scelta del governo definita nei media “dell’inversione a U”, cioè praticare opzioni contrarie al cambiamento promesso non viene ascritta alla volontà di conservare il vertice conquistato.
Essa è spesso motivata come scelta obbligata dal contesto e comunque la migliore.
Il cuore del problema non sono le preferenze valoriali e etiche, utilitaristicamente dirimenti, nè gli slogan da piazza.
Quelli selettivi sono gli orientamenti economico-finanziari.
Secondo molti non sarebbe stato difficile mantenere gli impegni presi invece che seguire “il vile affarista”.
I sostenitori di questa tesi aggiungono che sarebbero bastati un po’di coraggio e un po’di visione politica e strategica .
Comunque sia le iniziative da prendere non sarebbero state stratosferiche :
a. ribadire l’adesione alla Ue e all’ Euro, scelte irreversibili.
Nel contempo rilevare la priorità dell’interesse e delle normative nazionali in linea coi principi costituzionali.
A questo proposito nulla è pervenuto con danni drammatici nel giro di pochissimo tempo (es.per tutti adesione alla direttiva Bolkestein, adesione al Pnrr)
b.valorizzazione del risparmio, atout nazionale.
b1. includerlo fra gli indici di valutazione delle economie dei paesi aderenti .
Soluzione ovvia : come si calcola il meno (debito pubblico) si dovrebbe calcolare il più (risparmio privato).
Nel patto di stabilità si è inserito “il piano strutturale di bilancio” ennesima piattaforma provvidenziale per la programmazione della speculazione.
Del risparmio da inserire fra gli indici di valutazione neanche un accenno.
Con danni incalcolabili per tutti i presídi che la maggioranza aveva promesso di tutelare.
b2 Il 70% del risparmio esce dai confini e si trasforma in dollari. Sarebbe sufficiente una legge che peraltro fdi e meloni ( quando promettevano ) avevano, non unici, presentato, per ricondurre il risparmio italiano a sostegno delle finanze nazionali e al rispetto della Costituzione.
Molteplici i vantaggi: Nel giro di 6/12 mesi quel 30% del debito pubblico detenuto all’estero tornerebbe intra moenia e l’Italia sarebbe indenne da spread e ricatti vari di paesi, banche, fondi (vedi Giappone che ha un debito pari al 300 x 100 del pil, tutto in mano ai giapponesi).
Gli interessi pagati in patria sarebbero volano di ricchezza, produzione e consumo e accrescerebbero i redditi e gli investimenti.
Qui nessuno ha fatto un fiato. Togliere dollari alla finanza, lederebbe il potere e i profitti delle banche,prima la Bce.
C su di un punto il governo era unanime nelle promesse: no a nuove tasse no a nuovi balzelli no alle accise. Sarebbe stato sufficiente tenere in conto l’economia reale e non gli astrusi teoremi dei predecessori.
Liberare i prezzi energetici e dei propellenti di ogni somma aggiuntiva significava esplodere nella competività reale, accrescere i consumi, la produzione, il benessere, rendere inutili bonus e assistenza settoriale. Era applicare un principio base del successo elettorale ma anche del successo della libera economia rispetto alle pretese di finanza e dirigismo statale, contabilità burocratiche irreali e bugiarde per definizione (come sostiene perfino Sabino Cassese).
Oggi il governo rischia di fare di peggio. Innalzare ,anzi con linguaggio moroteo ‘riallineare’, i balzelli del gasolio a quelli della benzina.Nell’ansia da prelievo questo governo scorda che il bollo per le auto diesel da molti anni è a parametri circa doppi rispetto al bollo delle auto a benzina, proprio per ovviare alla differenza di incidenza delle accise, all’epoca non così risicata ma circa doppia anch’essa.
Vi sarebbe altro, in primis l’acritico utilizzo del PIL nella misurazione della crescita, anziché il parametro del wellbeing system, che misura il reale stato di salute di un paese.
Senza mezzi termini non solo non si sono mantenute le promesse,ma si uccide il paziente.Si sta perseguendo la medicina galenica dei salassi che porta alla debilitazione e alla morte e un sistema padronale se non negriero di misurazione”Se obbligassimo tutti i bambini del mondo a lavorare 20 ore al giorno nelle fabbriche e nelle coltivazioni agricole il pil globale crescerebbe di certo”.(Angus Deaton ,premio Nobel 2015).
Grazie anche a chi aveva illuso stiamo vivendo se non in realtà dispotica almeno in un paese distopico.
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