Al convegno presso l’International Energy Agency, Mario Draghi ha aperto la sua riflessione sugli obiettivi climatici ricordando che la battaglia per l’Europa è iniziata da anni. Per raggiungere i risultati attesi – ha continuato Draghi – “occorre restare ambiziosi” anche perché “il costo dei danni causati del cambiamento climatico” è maggiore di quanto “sarebbe il costo della lotta contro il climate change”.
Peralttro, se si continua a pagare l’energia più di Cina e Stati Uniti (3-5 volte di più) la situazione è destoinata a peggiorare e “non potremo essere competitivi”. Punto dolente, nell’analisi di Draghi, è il fatto che l’Europa accusa una debolezza nella produzione tradizionale, mentre “nel settore delle rinnovabili siamo su una buona strada.
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La decarbonizzazione è una strada obbligata
Secondo Draghi “la decarbonizzazione e’ una fonte di crescita e competitivita”, quindi “può renderci piu’ competitivi e sostenere la crescita”. Avere risorse di sole e di vento, considerando che anche sul nucleare siamo ben posizionati, ci aiuterebbe “a combattere le nostre debolezze”.
Secondo Mario Draghi bisogna essere coerenti nel perseguire la strada della decarbonizzazione, che fino ad oggi non ha portato “i benefici dei prezzi piu’ bassi delle rinnovabili a consumatori, privati e imprese”. Il costo dell’energia condiziona la crescita e mette a rischio i posti di lavoro, ma per questo “dobbiamo essere coerenti con politiche che siano in linea con i nostri obiettivi”.
Energia: essere indipendenti è indispensabile perché la geopolitica rende il mercato mutevole e instabile
L’esperienza ha insegnato che l’Europa non può permettersi una situazione simile a quella vissuta con la dipendenza dalla Russia. A nostre spese abbiamo dovuto fare i conti con la mutevolezza e la instabilità conseguenti alla geopolitica. Da qui la necessità di produrre in autonomia energia pulita. E in questo senso Mario Draghi afferma che è “necessario proteggere e far crescere queste industrie” Sottolineando che “uno dei principali problemi è che le piccole imprese non riescono a scalare la produzione, e spesso finiscono per trasferirsi negli Stati Uniti”.
Virca la dipendenza dell’Europa dalla Cina, Mario Draghi ha affermato che il 50% del PIL europeo è legato al commercio internazionale e “pertanto, costruire un muro di tariffe non è fattibile”. Precisando come “la risposta non può essere difensiva, ma si deve puntare sull’innovazione. Dobbiamo trovare tecnologie che non richiedano i minerali di cui siamo sprovvisti. Questo è possibile ed è già possibile ora. Ogni giorno emergono idee interessanti. Inoltre, la circolarità – il riuso dei materiali – potrebbe coprire fino al 50% della domanda totale di questi minerali”.
Indispensabile per l’Europa è agire compattamente anche perchè – ha concluso Draghi – “siamo i maggiori importatori di gas al mondo”. Agire ognuno per proprio conto limita fortemente “il nostro potere contrattuale”.
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