Cresce la tensione tra Israele e Iran: l’attacco su Teheran sempre più vicino

Non vi sarebbero certezze sulla data dell'offensiva, ma si ipotizza che questa possa avvenire prima di mercoledì, giorno in cui Gallant volerà negli Usa ad incontrare il segretario di Stato Anthony Blinken

Redazione
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L’offensiva di Israele contro l’Iran potrebbe avere luogo in qualunque momento. La tensione in Medio Oriente continua a salire e nel giorno del primo anniversario del conflitto tra Israele e Hamas la situazione non sembra meno tragica di quella di dodici mesi fa. Lo Stato ebraico ha un unico obiettivo: liberare la sua popolazione dai pericoli delle organizzazioni terroristiche islamiche e per il momento non sembra essere pronta ad accettare negoziati che impediscano alla Nazione di raggiungere il suo obiettivo.

Chiunque pensi che un semplice tentativo di farci del male ci dissuada dall’agire, dovrebbe dare un’occhiata a Gaza e Beirut” ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, annunciando la volontà di Israele di procedere con l’attacco contro l’Iran. Sulle tempistiche non vi sarebbe nulla di certo ma l’Iran ha interrotto i voli che nella notte avrebbero dovuto sorvolare il suo territorio, mentre dagli Usa giunge la notizia che il segretario di Stato Anthony Blinken incontrerà Gallant il prossimo mercoledì.

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant sul Libano
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant sul Libano

Proprio questa ultima informazione farebbe presagire che l’attacco potrebbe verificarsi tra domenica e martedì oppure nei giorni successivi della settimana. Sembra poco probabile, infatti, che il ministro della Difesa israeliano decida di lasciare in volo il Paese nel corso di un raid contro Teheran, che dovrebbe avere dimensioni “senza precedenti“. L’attacco dovrebbe essere sostenuto anche dagli Stati Uniti, da cui sarebbe però giunto l’ordine di non attaccare i siti nucleari del Paese.

Medio Oriente, Harris conferma l’alleanza tra Usa e Israele

Mentre l’Occidente attende con una certa preoccupazione i prossimi passi dello Stato ebraico e l’Iran, gli Stati Uniti si dicono pronti a sostenere Israele nella sua rappresaglia. Uno stralcio di una intervista alla vicepresidente e candidata presidente democratica Kamala Harris avrebbe infatti confermato nuovamente lo stretto legame tra i due Paesi. L’intervista completa della numero due di Joe Biden sarà pubblicata integralmente nei prossimi giorni, ma le prime indiscrezioni avrebbero come protagonista proprio il conflitto in Medio Oriente.

Kamala Harris, candidata presidente Usa
Kamala Harris, candidata presidente Usa

Harris, incalzata sui rapporti con Benjamin Netanyahu e su una possibile alleanza con il primo ministro israeliano, ha risposto modificando leggermente la domanda ma dando una risposta affermativa. “La frase migliore è ‘abbiamo un’alleanza importante tra il popolo americano e quello israeliano’ e la risposta a questa domanda è sì” avrebbe infatti dichiarato la candidata presidente degli Usa, aggiungendo perentoria: “Quando pensiamo alla minaccia rappresentata da Hamas, Hezbollah e dall’Iran, credo che sia senza dubbio nostro dovere fare tutto il possibile per consentire a Israele di difendersi da questo tipo di attacchi“.

La situazione bollente in Medio Oriente

Nell’attesa del prossimo attacco verso l’Iran, le condizioni delle restanti regioni del Medio Oriente non sembrano migliorare. In Libano le offensive dell’Idf proseguono senza tregua, con l’obiettivo di estirpare dal territorio i leader di Hezbollah. Nella notte tra sabato e domenica il sud di Beirut è stato colpito da una pioggia di missili, che hanno devastato edifici e strutture presenti sul territorio. I residenti della Capitale del Libano hanno definito quanto accaduto un “inferno“.

In Palestina, a sud della Striscia di Gaza, le truppe di terra dell’Idf hanno proseguito le operazioni contro gli esponenti di Hamas. Sembrerebbe che un migliaio di miliziani siano stati individuati tra gli sfollati nel nord di Gaza. Il fronte ancora aperto, per il momento, quello dell’Iran, di cui ancora non è chiaro il destino. Da Teheran giungono messaggi di sicurezza, tanto che le massime autorità del Paese invitano Israele a “non giocare con il fuoco“.

Sembrerebbe, infatti, che nel caso in cui Israele decidesse realmente di attaccare lo Stato islamico, quest’ultimo sarebbe pronto a reagire. “Il piano per la risposta ad una possibile azione dei sionisti è stato completamente preparato. Se Israele agisce, ci sarà un contrattacco iraniano” è l’avvertimento iraniano, che si conclude con un’affermazione durissima: “L’attacco del primo ottobre ha dimostrato che l’Iran può radere al suolo qualsiasi posto“.

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