Giuli e la sua formazione politica: “Disintossicato da alcune tossine della destra radicale”

Giuli si è posizionato come un ministro impegnato a promuovere la cultura italiana in un contesto di rispetto e apertura

Redazione
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La missione del ministero della Cultura non è mai stata quella di rappresentare una cultura di destra. Siamo qui per promuovere la cultura italiana in tutte le sue sfaccettature, sia in Italia che nel mondo“. Così ha esordito Alessandro Giuli, il ministro della Cultura, durante la kermesse di Fratelli d’Italia a Brucoli, intitolata “Le radici della bellezza”.

Giuli ha poi toccato un tema delicato, dicendo: “Per anni c’è stata una coltre di silenzio e diffidenza, dovuta alla storica spartizione delle sfere di influenza tra le classi dirigenti di sinistra. Ma questo appartiene al passato. La logica del rancore? È tempo di lasciarla alle spalle. Dobbiamo essere attrezzati per il futuro.”

Le parole di Giuli

Quando i giornalisti hanno chiesto del clima a Palazzo Chigi, Giuli ha risposto con un sorriso: “È buono, molto meglio di quanto pensiate.” Il ministro ha anche affrontato le critiche sui suoi tatuaggi, affermando: “C’è chi si è affrettato a definire il mio tatuaggio un simbolo fascista. È ridicolo. È una riproduzione di un’insegna romana del primo secolo d.C. Se uno vuole interpretarlo in modo distorto, è un problema suo.”

Riflettendo sulla sua formazione politica, ha dichiarato: “Sono nato di destra, in una famiglia con profonde radici. Ho avuto esperienze giovanili che mi hanno fatto crescere, ma ho anche lavorato per disintossicarmi da alcune tossine della destra radicale. Oggi, abbiamo superato quel passato.

Quando gli è stato chiesto del futuro dell’unità d’Italia, ha affermato con fermezza: “L’Italia è indivisibile, come recita la Costituzione. Ciò che resta da negoziare è secondario.” Giuli ha espresso un’opinione su Roberto Saviano, sottolineando: “Saviano ha scritto un libro coraggioso, ma la sua vita sotto scorta non gli conferisce il diritto di dire qualsiasi cosa. Sono un lettore della sua opera, ma qui rappresento il ministero e il mondo dell’editoria.”

Ha anche toccato la questione del Teatro Massimo di Palermo, affermando che la governance deve essere completata: “Non posso dire se Marco Betta rimarrà; è una decisione collettiva. Ci saranno chiarimenti a breve.” Infine, ha commentato le divisioni nella sinistra, dicendo: “La sinistra si sta spaccando sulla Rai. Questo frazionismo è un tratto distintivo della sinistra.” Giuli ha concluso ribadendo che il suo ministero si propone di dare ordine e continuità: “Ho avuto l’opportunità di presiedere un G7 e ho notato il rispetto e la curiosità che l’Italia suscita all’estero. Rappresento una destra senza paraocchi ideologici.

In questo modo, Giuli si è posizionato come un ministro impegnato a promuovere la cultura italiana in un contesto di rispetto e apertura, mentre afferma la propria identità politica senza compromettere il valore della cultura come elemento di unità e crescita per il Paese.

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