Ieri a Roma si è tenuta l’assemblea dei promotori del referendum contro
l’Autonomia, una delle battaglie che uniscono quasi tutti i partiti del cosiddetto campo largo. E sarebbe dovuta essere un’occasione di riavvicinamento per Pd, M5s e Avs, dopo le tensioni sulla Rai e su Matteo Renzi, con Giuseppe Conte che aveva dichiarato la fine del ‘campo largo’. Ma nemmeno la battaglia comune per il referendum contro l’autonomia differenziata – dopo aver raccolto 1 milione e 300 mila firme – alla fine è riuscita a riavvicinare gli alleati.
Le tensioni nel campo largo
Avs, con Angelo Bonelli, è tornato a chiedere spiegazioni ai democratici sulla questione Renzi, sottolineando che adesso è il momento di pensare a far vincere il centrosinistra, con Orlando, De Pascale e Proietti in Liguria, Emilia Romagna e Umbria, ma “dopo le Regionali serve un chiarimento politico. Perché il governo del paese passa per programmi credibili e persone credibili. La stagione del renzismo non ha rappresentato un elemento di credibilità, ma di profonda lacerazione nel paese. Non è una polemica, è un tema politico”.
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Conte non si è nemmeno presentato all’assemblea, mandando al suo posto la senatrice Alessandra Maiorino, che, seguendo Bonelli, ha insistito ulteriormente sul nodo Renzi: “Siamo lieti che anche Bonelli faccia la nostra stessa richiesta. Non mi sembra una novità che il M5S abbia detto no a Renzi, rappresenta un mondo assolutamente inconciliabile con il nostro. Anzi, riteniamo che una derenzizzazione farebbe bene anche al Pd”. La pentastellata ha spiegato che il leader del partito non ha potuto presenziare per il poco preavviso, una giustificazione che non ha convinto, visto che l’assemblea era in programma da almeno un paio di settimane.
La segretaria del Pd Elly Schlein invece ha preferito non alimentare le polemiche e non rispondere sui temi politici posti da M5s e Avs. Ha solo dichiarato: “Oggi siamo qui per festeggiare un grande percorso referendario che ha portato alla raccolta di 1 milione e 300 mila firme, adesso la vera sfida è portare a votare i cittadini contro una riforma sbagliata, che spacca il Paese in due”. Per poi evitare ulteriori domande.
La Corte costituzionale inizierà a esaminare i ricorsi di Puglia e Toscana il 12 novembre. Nel frattempo, Pd, M5s e Avs si sono messi al lavoro “su una mozione unitaria”, ma dalla mozione manca Iv. I renziani sono fra i promotori del referendum, ma restano il motivo di frattura nel campo largo.
La deputata del partito renziano Iv, Maria Elena Boschi, ha voluto ricordare che “se siamo uniti possiamo raggiungere il quorum e se il referendum per bloccare l’autonomia differenziata va bene mandiamo a casa il governo. Se siamo divisi facciamo un regalo a Meloni e Salvini”. Poi ha dichiarato di non voler fare polemiche, ma ha rassicurato che “siamo al lavoro sul territorio e sul piano nazionale, continueremo a farlo con perseveranza. Se altri vogliono polemizzare con noi, è un problema loro…”.
La rottura nelle regionali
La rottura fra Conte è Schlein è iniziata dalla Liguria, col veto del M5s su Iv. In Emilia Romagna le trattative proseguono, con Conte che ha detto “mai con Iv”, ma si è riunito un tavolo regionale fra le forze che sostengono il candidato di centrosinistra alla presidenza, Michele de Pascale (Pd) e per adesso, in campo ci sono sia M5s sia Iv.
“Siamo molto ottimisti che il confronto di queste ore rientrerà rapidamente”, hanno detto i vertici regionali del M5s, che però hanno ribadito: “Non si riesce a capire per quale motivo i vertici Pd continuino a volere ancora Renzi al proprio fianco”. Il Pd si deve occupare anche della Campania, con Vicenzo De Luca che vuole ricandidarsi, contro il volere del suo partito, che ha escluso il terzo mandato.
Le parole di Rosy Bindi
L’assemblea è quindi parsa un’ulteriore prova dell’inconciliabilità di alcune posizioni dei diversi partiti del campo largo. Solo gli altri soggetti del comitato, come i sindacati, hanno provato ad andare oltre le tensioni. Le democratica Rosy Bindi ha dichiarato che “i problemi della coalizione di centrosinistra sono i problemi della coalizione di centrosinistra”, sottolineando come invece la battaglia sull’autonomia referendaria sia riuscita ad unire tutti i partiti progressisti, i sindacati e tante associazioni. Quindi “mi auguro che si mantenga questa saggia distinzione, per l’importanza del referendum e della nostra Costituzione. E forse se si riesce a mantenere l’unità nella battaglia referendaria magari si fa un passo avanti anche nella politica”.
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