Nordio indignato per il corteo Pro Palestina a Roma: “Io il 7 ottobre sarò in Sinagoga”

Il ministro della Giustizia, in una intervista a Il Mattino, ha sottolineato la necessità di accompagnare le pene giudiziarie a un lavoro di educazione e prevenzione, affinché aggressioni a medici e altri tipi di illeciti si fermino. Sul corteo previsto oggi a Roma Nordio non si dice preoccupato ma solamente indignato per le opinioni di alcuni italiani sul conflitto in Medio Oriente

Redazione
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Educazione” è questa la parola chiave che il ministro Carlo Nordio ha ripetuto più volte nel corso di un’intervista a Il Mattino, incentrata sul tema della violenza contro i dipendenti del settore e sanitario e contro il costante aumento di incidenti e omicidi stradali. Il ministro della Giustizia sembra avere le idee chiare su entrambi i temi, che ritiene di pertinenza più culturale che giudiziaria. Le pene nei confronti di chi delinque sono necessarie e ineliminabili, ma allo stesso tempo per essere funzionali queste devono essere accompagnate da campagne di sensibilizzazione e appunto di educazione.

Oltre ad agire in seguito alle emergenze o ai reati, in Italia è necessario adottare la buona abitudine della “prevenzione“. Il governo Meloni sembrerebbe puntare proprio su questo progetto da applicare in diversi ambiti: dalla protezione di edifici e persone dai disastri naturali, passando per la sanità, fino alla Giustizia. Se non cambia la cultura sarà difficile evitare che tragedie come quelle del passato si verifichino nuovamente. Allo stesso modo, secondo Nordio, è importante che le pene vengano eseguite. La semplice possibilità di essere puniti non è un deterrente abbastanza efficace, così come non lo è il semplice aumento di una pena.

Il ministro ha poi affrontato la spinosa questione del corteo pro-palestina previsto per oggi pomeriggio. Una manifestazione che si dovrebbe svolgere nonostante il divieto della Questura. Un momento che potrebbe creare diverse tensioni nella Capitale e per cui l’attenzione è massima.

Nordio: “Per le aggressioni ai medici agiremo con i warning

Il ministro della Giustizia ha quindi spiegato quali sono i prossimi passi del ministero in riferimento al gravoso problema delle aggressione ai dipendenti del settore sanitario, sempre più esposti a pericoli durante i turni di lavoro. “Siamo profondamente convinti che questo sia uno dei casi in cui la deterrenza funzionerà” ha dichiarato il ministro, spiegando che questo fenomeno, essendo figlio di una cultura sbagliata e in parte radicata nel nostro Paese, non può essere affrontato con semplici punizioni.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio

Quindi, una delle soluzioni individuate è quella di porre dei “warning” all’entrata degli ospedali, ovvero degli avvisi che rendono partecipe la popolazione della certezza dell’arresto nel caso in cui si verificassero aggressioni nei confronti dei dipendenti della struttura. “Si tratta di un reato particolarmente odioso aggredire chi sta aiutando la gente, scagliarsi contro un camice bianco, magari una dottoressa che sta sacrificando la notte e il sonno per curare delle persone, magari le stesse che poi la aggrediscono“.

Allo stesso modo, per quanto riguarda gli incidenti stradali, il ministro sostiene che per agevolare la diminuzione di queste tragedie non è necessario aumentare le pene, ma renderle effettive. “Lo stesso reato di omicidio stradale, soprattutto quando è aggravato, ha già innalzato la pena edittale quasi ad assimilarlo all’omicidio volontario” ha infatti spiegato Carlo Nordio.

Nordio: “Sul corteo non sono preoccupato, ma indignato

Il ministro della Giustizia, trattando della manifestazione che oggi avrà luogo a Roma, non ha evitato di utilizzare toni, sottolineando la delusione per come la questione ha finito per evolversi. “Più che preoccupato sono indignato” ha infatti dichiarato il ministro, sottolineando come tale protesta non sia stata approvata dalla Questura e come si svolgerà quindi senza autorizzazioni.

Più che questo dettaglio, però, Nordio sarebbe indignato per la percezione che parte dei cittadini italiani hanno nei riguardi del conflitto in Medio Oriente. “Ieri in televisione ho addirittura ascoltato una persona che ha detto che il vero terrorista è lo Stato di Israele” ha dichiarato il ministro, evidenziando come la sua lettura degli eventi sia ben diversa: “Io lunedì prossimo 7 ottobre andrò convintissimo alla cerimonia nella Sinagoga di Roma e spero che queste persone si rendano conto di essere fuori da ordine civile e razionale“.

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