Manovra, Giorgetti invoca “sacrifici per tutti” e la Borsa crolla: Meloni sorpresa dal tempismo

Sarebbe bastata un'intervista del ministro dell'Economia a far crollare la Borsa italiana. Quella di Milano ieri ha chiuso a -1,5%, registrando il risultato peggiore di tutte; Meloni sarebbe quindi rimasta sorpresa dal contenuto e dalla decisione presa da Giorgetti sull'intervista

Redazione
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Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva“, questo è il testo dell’articolo 53 della Costituzione italiana, citato da Giancarlo Giorgetti per chiarire quale sarà l’impegno richiesto all’Italia per la prossima manovra finanziaria, per cui dovranno essere reperite risorse da “tutto il sistema Paese“. Secondo il ministero e alcuni esponenti dei partiti di maggioranza, queste dichiarazioni però non indicherebbero nuove tassazioni.

Eppure, è bastata un’intervista del ministro dell’Economia a far crollare la Borsa italiana. Quella di Milano oggi ha chiuso a -1,5%, ovvero il risultato peggiore di tutti. Ora si teme ad investire in Italia, la cui situazione economica è così instabile da risultare imprevedibile. Giorgetti, infatti, è rimasto piuttosto ambiguo sulle intenzioni del Mef, sostenendo di voler reperire fondi dai più fortunati, così come dalle aziende più piccole che aderiranno al concordato, ma allo stesso tempo ribadendo che per il momento la tassazione degli extraprofitti non è un’ipotesi da prendere in considerazione.

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Le parole del ministro, però, non avrebbero infastidito solo gli investitori e gli imprenditori, ma anche la stessa premier Giorgia Meloni che, a detta di chi le è vicino, sarebbe rimasta piuttosto sorpresa dall’intervista rilasciata da Giorgetti. Sia per i tempi in cui è stata pubblicata, ovvero quando le Borse erano ancora aperte, sia per il contenuto che sembrerebbe in parte smentire le rassicurazioni che fino a questo momento erano giunte dal governo.

Giorgetti: “Sforzi per le aziende che hanno beneficiato da fattori esterni

Il ministro del Mef ha sottolineato la complessità che risulta dalla creazione di una Legge di Bilancio che sia equilibrata e soprattutto sostenibile, nell’ottica di rispettare le richieste dell’Ue in materia di debito pubblico. Giorgetti, però, ha deciso di specificare anche un fattore importante che potrebbe avere un ruolo fondamentale all’interno della manovra 2025: “Si chiederà uno sforzo alle imprese più grandi che operano in determinati settori in cui l’utile ha beneficiato di condizioni favorevoli esterne“.

Il ministro non si è addentrato nello specifico della questione, limitandosi a chiarire che non si tratterà né di un atto volontario né di una nuova tassazione. A seguito della dichiarazione è immediatamente nata la ricerca di quei settori che potrebbero essere interessati da questo “sforzo“. I più accreditati sarebbero quelli delle banche, delle assicurazioni, della difesa e dell’energia e si ipotizzerebbe anche quello della Difesa, tenendo in considerazione una riflessione del ministro: “Paradossalmente uno potrebbe dire che con tutte queste guerre chi produce armi sta andando particolarmente bene e anche in questo caso c’è una situazione di mercato favorevole“.

Il ministro del Mef Giancarlo Giorgetti
Il ministro del Mef Giancarlo Giorgetti

Sembrerebbe però che il confronto sulla questione non sia ancora finito. Le banche, in qualche modo, sarebbero ormai convinte di dover partecipare in qualche modo al reperimento dei fondi della manovra, come dimostrano le parole di Carlo Messina, ceo di Intesa San Paolo: “Ci possono essere alcuni modi in cui contribuire alla situazione del debito pubblico senza avere impatti sui conti delle società“. Il Ceo ha infatti ipotizzato la possibilità di lavorare sulle attività fiscali differite e sulla fornitura di flussi di cassa al settore pubblico, così come “l’aumento dei salari alle persone che lavorano e che all’interno delle società stanno generando significativi profitti“.

Meloni sorpresa dall’intervista

Secondo alcune fonti vicine alla Presidente del Consiglio, sembrerebbe che quest’ultima non fosse al corrente dell’intervista di Giancarlo Giorgetti a Bloomberg e che non abbia per nulla apprezzato il tempismo con cui avrebbe deciso di rilasciarla. Il crollo delle Borse, infatti, sarebbe direttamente riconducibile al contenuto dell’intervista, anche questo rilasciato senza aver informato il Presidente del Consiglio.

Una mossa non considerata saggia, soprattutto in considerazione delle delicata situazione economica italiana. “Di tasse non si dovrebbe parlare mai, né a Borse aperte né a Borse chiuse…” avrebbe dichiarato una fonte interna alla maggioranza, spiegando come ogni singola dichiarazione possa avere ripercussioni enormi sull’economia del Paese. In passato, infatti, esponenti politici presero decisioni anche in vista della chiusura delle Borse: Silvio Berlusconi fece slittare un suo discorso alla Camera di due ore per attendere la chiusura degli scambi azionari e Mario Monti esortò i ministri ad evitare dichiarazioni quando le borse erano ancora aperte.

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