L’alluvione che lo scorso 19 settembre ha colpito l’Emilia Romagna continua a far discutere, in particolare a causa dello scontro politico nato proprio sulle presunte responsabilità dell’esecutivo. A più di 10 giorni di distanza, il dibattito non si è ancora chiuso, nella consapevolezza che il tema della protezione dei cittadini e dei loro beni deve divenire una priorità. Il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, ha quindi sottolineato come la prevenzione sia il concetto chiave che il governo Meloni vuole perseguire, nella speranza che si lavori affinché tragedie come quelle che hanno colpito l’Emilia Romagna non si verifichino più.
Il ministro ha poi sottolineato che in questo momento è necessario capire quali siano le soluzioni per evitare che il fiume esondi nuovamente. “Dobbiamo cominciare a capire che, se un fiume esonda tre-quattro volte in dieci anni, c’è qualcosa che non funziona” ha tuonato il ministro, aggiungendo: “Se non si fanno le casse di espansione a monte, è chiaro che il fiume continuerà a tracimare“. Musumeci ha poi però evidenziato che la sua intenzione non è quella di trovare colpe o di fare processi, ma di trovare soluzioni perché le situazioni del passato non si ripresentano.
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“Nel leale rapporto di collaborazione fra Istituzioni, Stato e regioni, dobbiamo capire cosa possiamo fare per evitare che, ogni volta che ci sia una pioggia abbondante in Emilia Romagna, si debba andare sott’acqua” ha spiegato il ministro, accogliendo le critiche di chi da mesi ormai continua a chiedere campagne di prevenzione mirate che possano rendere la vita dei cittadini dell’Emilia Romagna più sicura e stabile.
Musumeci: “Sull’Emilia Romagna io non ho fatto polemiche“
Nello Musumeci ha quindi sottolineato, nel corso di un suo intervento al 68esimo congresso degli ingegneri a Siena, che la sua intenzione non è mai stata quella di aprire una polemica politica sulla gestione dell’Emilia Romagna. “Io faccio il ministro e non mi addentro su un terreno scivoloso, peraltro a due mesi dalle elezioni” ha spiegato, evidenziando la concomitanza di quanto accaduto con le prossime elezioni regionali di fine novembre.
Si ipotizza, infatti, che lo scontro politico sia nato proprio per mostrare ai cittadini l’interesse della classe politica sui fenomeni dovuti al cambiamento climatico e alle conseguenze disastrose che esso porta con sé. Questo stesso scontro ha però attirato le critiche di chi non ha ritenuto corretto aprire un dibattito politico proprio durante le operazioni di emergenza dovute all’alluvione.
Musumeci ha quindi continuato il suo intervento sostenendo che le sue parole a seguito del disastro fanno riferimento ai fondi ottenuti dalla regione – 600 milioni negli ultimi 10 anni – da utilizzare proprio per le opere di prevenzione. “Non ho chiesto se quelle risorse siano state tutte spese, o in parte, né ho dati per poterlo dire” ha spiegato il ministro, sottolineando di aver forse “toccato un nervo scoperto“. Secondo il ministro per la Protezione civile, però, è compito di ogni amministrazione regionale “monitorare la spesa per capire se e come è stata investita quella risorsa“.
Guardando al futuro, quindi, Musumeci ha evidenziato come il governo Meloni abbia intenzione di investire sulla prevenzione, per aiutare “un’Italia che finora è stata costretta ad inseguire l’emergenza“. La prevenzione dovrà quindi diventare una buona abitudine affinché non si debba intervenire solo quando è troppo tardi. “Sappiamo di toccare un testo delicato perché prevenzione significa ora prendere atto di un contesto mutato da un punto di vista climatico e di investimenti pubblici” ha spiegato il ministro, chiarendo però che non è più il momento di perdere di tempo ma di iniziare ad agire.
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