Decreto Flussi, via libera dal Cdm: cosa cambia per gli stranieri

Il decreto mira a semplificare le procedure, ridurre i tempi e fornire regole chiare, rendendo difficile l'aggiramento delle norme

Redazione
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Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto Flussi, che punta a promuovere l’immigrazione regolare e a combattere con fermezza l’illegalità. “L’obiettivo è inserire l’immigrazione regolare, che è fondamentale per la nostra economia, all’interno di un quadro di rispetto delle regole“, ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante la conferenza stampa dopo il Cdm.

Il decreto mira a semplificare le procedure, ridurre i tempi e fornire regole chiare, rendendo difficile l’aggiramento delle norme. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha specificato che le domande dovranno essere precompilate, con l’introduzione di più “click days” per diverse categorie di lavoratori. Questo approccio consentirà una gestione più ordinata e meno stressante per i sistemi informatici, che saranno anche resi inter-operativi.

Mantovano ha anche evidenziato come un gruppo tecnico abbia analizzato l’andamento dei flussi regolari, fornendo una base per l’esposto presentato dalla presidente del Consiglio al procuratore nazionale Antimafia lo scorso giugno. Da questo esposto è scaturita l’attivazione di indagini da parte di diverse procure, confermando la necessità di intervenire e migliorare i flussi regolari.

Decreto flussi: di cosa si tratta

Il numero massimo di cittadini stranieri provenienti da paesi extra UE che possono entrare in Italia ogni anno per motivi di lavoro è stabilito nel Decreto Flussi. Questo decreto definisce quote specifiche per diverse categorie di lavoratori, includendo lavoratori stagionali, autonomi e subordinati non stagionali. Inoltre, prevede anche quote per la conversione dei permessi di soggiorno da lavoro stagionale a lavoro non stagionale. Il primo passo è che un datore di lavoro, sia italiano che straniero regolarmente residente in Italia, invii una richiesta di nulla osta per l’assunzione di un lavoratore extracomunitario. Questa domanda si presenta attraverso l’apposita piattaforma sul Portale Servizi del Ministero dell’Interno, disponibile all’indirizzo: Portale Servizi.

Dopo l’invio della domanda, il nulla osta viene rilasciato automaticamente se non emergono ragioni ostative entro 60 giorni. Una volta rilasciato, il nulla osta viene inviato telematicamente alle Rappresentanze diplomatiche italiane nel paese di origine del lavoratore, che dovranno fornire il visto di ingresso entro trenta giorni dalla richiesta presentata dal cittadino straniero. Entro 8 giorni lavorativi dall’ingresso in Italia, il lavoratore straniero deve richiedere un appuntamento allo Sportello Unico per l’Immigrazione per firmare il contratto di soggiorno. Le modalità di appuntamento possono variare a seconda della Prefettura competente.

Durante l’appuntamento, il lavoratore e il datore di lavoro firmeranno il contratto di soggiorno. Lo Sportello Unico verificherà la documentazione e fornirà al lavoratore il certificato di attribuzione del codice fiscale. Inoltre, il lavoratore dovrà firmare il modulo di richiesta del permesso di soggiorno, che sarà poi inviato alla Questura competente tramite un kit presso l’ufficio postale. Fino alla sottoscrizione del contratto di soggiorno, il nulla osta consente al lavoratore di iniziare l’attività lavorativa. È importante ricordare che il datore di lavoro deve sempre rispettare gli obblighi di comunicazione obbligatoria di assunzione agli enti competenti (Mod. UNILAV) per una regolare assunzione del lavoratore.

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