Tensione in Libano: l’Ue chiede tregua immediata, mentre cresce la minaccia di un’operazione israeliana

Josep Borrell, ha lanciato un appello urgente affinché "le armi tacciano" in Libano e si giunga rapidamente a una tregua. Dal lato italiano, il vicepremier Antonio Tajani ha informato i colleghi europei che molti cittadini italiani hanno già lasciato il Libano, ma il governo è pronto a fornire assistenza per eventuali evacuazioni d’urgenza, e ha suggerito di "coordinare gli sforzi" tra i Paesi europei per proteggere i cittadini in difficoltà

Redazione
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In un contesto sempre più teso e drammatico, l’alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri, Josep Borrell, ha lanciato un appello urgente affinché “le armi tacciano” in Libano e si giunga rapidamente a una tregua. La richiesta è giunta al termine di una riunione d’emergenza, tenutasi in videoconferenza, tra i ministri degli Esteri dei 27 Stati membri dell’Ue, convocata per discutere i recenti sviluppi sul campo. La situazione umanitaria si sta deteriorando rapidamente: in pochi giorni, gli sfollati hanno raggiunto quota un milione.

Nonostante gli appelli alla pace, la realtà sembra indicare uno scenario sempre più cupo. Un’operazione di terra da parte delle forze israeliane nel sud del Libano appare imminente, con voci che parlano di una questione di ore. Di fronte a questa prospettiva, molti Paesi stanno organizzando evacuazioni d’urgenza per il proprio personale diplomatico e i cittadini presenti nel Paese.

Il governo tedesco ha già annunciato l’invio di un aereo militare per trasferire il personale diplomatico e le loro famiglie. Anche l’ambasciata americana a Beirut, attraverso un messaggio pubblicato su X, ha comunicato di stare collaborando con compagnie aeree per permettere ai cittadini statunitensi di lasciare il Libano, esortandoli a farlo “finché sono ancora disponibili opzioni commerciali”. Il Regno Unito ha adottato una strategia simile.

Antonio Tajani
Antonio Tajani

Dal lato italiano, il vicepremier Antonio Tajani ha informato i colleghi europei che molti cittadini italiani hanno già lasciato il Libano, ma il governo è pronto a fornire assistenza per eventuali evacuazioni d’urgenza. Tajani ha inoltre suggerito di coordinare gli sforzi tra i Paesi dell’Unione Europea per proteggere i cittadini in difficoltà.

Borrell ha definito questo il momento della verità per il Libano. Ha chiesto la fine degli attacchi da parte di Hezbollah, il rispetto per l’indipendenza del Paese e l’evitare di ulteriori escalation militari. Nella crisi in atto, il ruolo di UNIFIL, la missione di pace delle Nazioni Unite schierata nel sud del Libano, è considerato cruciale per la stabilità, con la richiesta che tutte le parti proteggano le forze di pace.

Tuttavia, i segnali che giungono da Israele sono di tutt’altra natura. Yaakov Amidror, ex generale e consigliere per la sicurezza nazionale del primo ministro Benjamin Netanyahu, ha dichiarato che saranno le forze israeliane ad attuare la risoluzione ONU nel sud del Libano, definendo la missione UNIFIL un “brutto scherzo“. Israele ha due obiettivi: impedire che Hezbollah possa compiere un attacco simile a quello del 7 ottobre e neutralizzare la capacità del gruppo di lanciare missili verso Israele, colpendo indirettamente anche l’Iran, suo principale sostenitore.

L’atmosfera che si respira in Medio Oriente sembra dunque lontana dalla distensione, con i rischi di un conflitto aperto che aumentano di ora in ora. L’Unione Europea e le Nazioni Unite, nel frattempo, continuano a monitorare attentamente la situazione, ma la strada per una tregua appare sempre più in salita.

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