Allarme antisemitismo in Italia: sicurezza rafforzata nei siti ebraici

Le comunità ebraiche lanciano l'allarme, con il presidente della comunità di Milano Walker Meghnagi che avverte: "Siamo a un passo dalla caccia all'ebreo e da atti di aperta violenza nei confronti di istituzioni ebraiche religiose e non e dei loro rappresentanti"

Redazione
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Le ultime vicende verificatesi in Italia in risposta alla guerra in Medio Oriente raccontano del rischio di una crescita dell’antisemitismo e hanno costretto a fortificare la sicurezza su diversi siti e istituzioni ebraiche sul territorio nazionale. Si parla di cortei, striscioni, insulti e, con l’avvicinarsi del 7 ottobre, in cui ricorre un anno dall’inizio della guerra, si prevedono anche azioni più eclatanti.

Antisemitismo, la situazione in Italia

L’intelligence sta seguendo con attenzione la guerra mediorientale, in cui ci sono diversi fronti aperti, perché il timore è che ci possono essere ripercussioni anche sulla sicurezza nazionale. Questo perché il mondo islamico potrebbe rispondere all’avanzata israeliana con una campagna terroristica fuori regione, per colpire gli israeliani e gli alleati in qualsiasi parte del mondo. Questa tematica verrà affrontata nella riunione del G7 dei ministri dell’Interno in programma a Mirabella Eclano (Avellino) dal 2 al 4 ottobre. La prima sessione dei lavori, giovedì, sarà dedicata al tema della “sicurezza in relazione agli scenari internazionali in continua evoluzione”.

Da considerare anche gli aspetti di ordine pubblico, dato che l’antisemitismo in Italia sta crescendo, portato avanti dai gruppi antagonisti e dalle associazioni palestinesi e nelle manifestazioni degli ultimi giorni. L’altro ieri in un corteo pro Palestina a Milano, per esempio, sono apparsi cartelli contro la senatrice e superstite dell’Olocausto Liliana Segre e il ministro della Difesa Guido Crosetto con la scritta “Agente sionista”.

Antisemitismo in Italia, cartello contro Liliana Segre
Antisemitismo in Italia, cartello contro Liliana Segre

Presente al corteo anche Chef Rubio, criticato dal capogruppo di FdI al Senato Tommaso Foti perché avrebbe invitato “a segnalare con lo spray le abitazioni di chi sostiene Israele“. Toti ha dichiarato che “dopo le liste di proscrizione verso presunti agenti sionisti, si è compiuto un passo ulteriore verso un pericoloso delirio contro la comunità ebraica verso cui esprimiamo tutta la nostra sincera vicinanza”.

Le comunità ebraiche lanciano un grido di allarme, con il presidente della comunità di Milano, Walker Meghnagi, che sostiene chesiamo a un passo dalla caccia all’ebreo. Parla di “una spirale di cieco odio antisemita e appelli genocidi ormai equiparabili a quelli di matrice nazi-fascista degli anni ’30 e ’40 dello scorso secolo”. Per la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, “è preoccupante che nelle città più importanti d’Italia si possa liberamente inneggiare al terrore e ai massacri”. Il rabbino capo di Trieste, Alexander Meloni dichiara che è molta la preoccupazione per ciò che sta accadendo.

Alla luce di tutto ciò gli apparati di sicurezza stanno alzando le misure di protezione sui 205 siti ebraici sensibili presenti sul territorio italiano: luoghi di culto, scuole, sedi diplomatiche e di compagnie aree, esercizi commerciali. Nel quartiere ebraico di Roma – il Ghetto – il livello di tutela, già a livelli altissimi, è stato ulteriormente innalzato. La stessa cosa è accaduta a Venezia e nelle altre città italiane.

A far preoccupare ora è il corteo nazionale promosso da alcune associazioni palestinesi a Roma sabato prossimo per ‘celebrare’ la ricorrenza del 7 ottobre. Iniziativa che non è stata autorizzata dalla questura di Roma per motivi di ordine pubblico, ma che i promotori sono comunque intenzionati a portare avanti, annunciando un ricorso al Tar contro il divieto, a loro giudizio “immotivato”. Nei prossimi giorni sono in programma nuove interlocuzioni con la questura per capire se è possibile arrivare ad una mediazione. La posizione del governo resta quella di non voler offrire una possibilità per compiere atti violenti.

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