Dossieraggio: l’ossessione per Salvini e la Lega

Gli accessi illegali del finanziere Pasquale Striano per spiare la Lega includono documenti su scandali come Russiagate, la questione dei 49 milioni e il presunto coinvolgimento della 'ndrangheta

Redazione
4 Min di lettura

Dai nuovi atti dell’inchiesta dossieraggio è emersa un’ossessione del team di spioni per la Lega e per Salvini, come riporta il Tempo. Negli atti sono riportati tutti gli accessi illegali del finanziere Pasquale Striano nell’arco di tempo tra il 2018 e il 2022, in cui l’uomo spiava su richiesta gli esponenti della Lega, tra cui il leader, per informare i giornalisti dei quotidiani L’Espresso e Domani e fornire loro i documenti riservati per le loro esclusive.

L’obiettivo era rovinare la credibilità del Carroccio in un momento cruciale. Si parla di 337 documenti top secret che Striano ha inviato al giornalista Giovanni Tizian e che includevano informazioni su 38 esponenti della Lega, il partito di fatto più spiato.

Dossieraggio, il vicepremier leghista Matteo Salvini
Dossieraggio, il vicepremier leghista Matteo Salvini

Dossieraggio, spionaggio sulla Lega

Le attività di spionaggio sulla Lega dell’ex capo dell’Antimafia hanno avuto inizio nel momento in cui Salvini si trovava all’apice, quando era il leader del centrodestra più amato. Il primo documento consultato illegalmente risale al 21 maggio 2018 e riguarda il manager Angelo Lazzari, definito dal team di spioni come “il manager dei misteri finanziari della Lega”. Da lì ha preso il via il Russiagate, l’accusa alla Lega di prendere finanziamenti dalla Russia di Putin, che è stato nodo centrale del dossieraggio.

Si affiancano a questa accusa gli articoli sul presunto coinvolgimento della mafia nel Carroccio, in particolare della ‘ndrangheta. Si è parlato del boom di sostegno a Rosarno, un comune calabrese che è la roccaforte dei clan Pesce e Bellocco, e poi delle intercettazioni di Antonio Pagliuso, ritenuto un affiliato della ‘ndrangheta, mentre Salvini si trovava proprio in Calabria per la vittoria elettorale del 4 marzo 2018. Nelle intercettazioni Pagliuso diceva di aver votato per il leghista Domenico Furgiuele e di essere stato a casa del fratello del politico “il giorno prima che venisse Salvini”.

Numerosi sono anche i documenti che Striano ha inviato a Tizian riguardanti la questione dei 49 milioni. Si tratta di fatti avvenuti tra il 2008 e il 2010 quando la Lega Nord avrebbe presentato rendicontazioni irregolari al Parlamento per ottenere indebitamente i fondi pubblici. Tutte queste informazioni Tizian le avrebbe usate anche per Il libro nero della Lega pubblicato a febbraio 2019 insieme all’altro indagato Stefano Vergine, in cui, oltre al caso dei 49 milioni, gli autori ripercorrono la vittoria elettorale di Salvini che, “per sfondare al Sud si è circondato di personaggi equivoci”. 

Per perseguire l’obiettivo di colpire la Lega, Striano ha anche tirato in ballo Gianluca Savoini, coinvolto nel Russiagate, proprio nell’estate 2019, in cui Salvini, che allora era ministro dell’Interno, era finito nel mirino della magistratura per la vicenda Open arms, a causa della sua linea politica di chiusura sugli sbarchi. A dimostrarlo la chat di Luca Palamara con il procuratore capo di Viterbo, Paolo Auriemma, in cui quest’ultimo sottolineava di non vedere “dove Salvini stia sbagliando” e Palamara rispondeva che “comunque va attaccato”.

Attacco che ha riunito forze politiche, giudiziarie e mediatiche e che ha portato alla trappola del Papeete, con la caduta del governo Conte 1, dopo la sfiducia della Lega. Lo scandalo di Papeete si riferisce all’estate 2019, in cui Salvini venne filmato a petto nudo mentre raggiungeva i deejay nello stabilimento balneare Papeete Beach di Milano Marittima. 

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo