Extraprofitti, Giorgetti: “Chiameremo a concorso chi ne ha la possibilità”

"Questo non significa tassare gli extraprofitti ma tassare giustamente i profitti" ha chiarito il ministro dell'Economia e delle Finanze, sostenendo che "la tanto discussa imposta sugli extraprofitti è diventato un modello di riferimento a livello europeo perché ha contribuito alla patrimonializzazione delle banche italiane"

Redazione
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Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti è tornato sullo spinoso tema della tassazione degli extraprofitti delle banche, nel corso dell’incontro con la Banca popolare di Sondrio, sottolineando la possibilità che all’interno della legge di Bilancio 2025 le banche possano svolgere un ruolo significativo. “Discutendo come facciamo con tutti discutiamo anche col settore bancario, ma non solo, su come potranno concorrere, come dice l’articolo 53 della Costituzione, allo sforzo collettivo che tutti quanti siamo chiamati a fare” ha infatti dichiarato il ministro, sottolineando però che questa decisione non riguarda specificamente la tassazione degli extraprofitti.

Al netto di questo è chiaro che nel momento, in cui il Paese è chiamato a fare uno sforzo, noi ovviamente taglieremo tante spese, cercheremo di economizzare e fare efficienza e chiameremo un po’ a concorso anche chi ne ha le possibilità” ha quindi continuato Giorgetti, spiegando però che “questo non significa tassare gli extraprofitti ma tassare giustamente i profitti“. Sembrerebbe quindi giunto il momento che tutti compiano la loro parte, nella speranza che il piano settennale che l’Italia presenterà all’Europa si riveli realmente efficace.

Non tutti, però, hanno accolto con piacere le novità introdotte dal ministro Giorgetti. Il tema degli extraprofitti tiene banco in Italia da diverse settimane e i vertici delle banche italiane non ritengono che questo tipo di imposta sia realmente utile o comunque giusta. Tra i detrattori di questa ipotesi c’è Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi) che in un’intervista a La Stampa di alcuni giorni fa ha ricordato come le banche siano sempre state aperte al dialogo ma allo stesso tempo restie a nuove tassazioni.

Giorgetti: “Cercheremo di economizzare e chiameremo a concorso chi ne ha le possibilità

Nel corso del suo intervento, il ministro dell’Economia ha chiarito che non sarebbero solo le banche le destinatarie di questa chiamata a “fare di più“. Secondo Giorgetti, infatti, in questo momento sono diverse le industrie che starebbero giovando del quadro geopolitico in corso. “Se in questo momento vado a vedere l’industria degli armamenti e siccome ci sono le guerre probabilmente vanno particolarmente bene” ha infatti sottolineato il ministro, inserendo in questo contesto anche il settore assicurativo e quello delle banche.

Il ministro del Mef Giancarlo Giorgetti
Il ministro del Mef Giancarlo Giorgetti

Se questi settori singolarmente producono efficacemente e riescono a ricavare grandi guadagni, si apre la possibilità che il governo tenti di sfruttare la situazione a vantaggio della situazione economica italiana. Giorgetti ha infatti ricordato come, nei momenti di maggiori difficoltà del settore bancario, lo Stato italiano abbia fatto la sua parte, quasi sottintendendo che ora sia arrivato il momento di ricambiare il favore.

La tanto discussa imposta sugli extraprofitti è diventato un modello di riferimento a livello europeo perché ha contribuito alla patrimonializzazione delle banche italiane e proprio la Banca centrale europea l’ha indicata come modello da seguire” ha concluso il ministro, quasi giustificando le prossime mosse che lo Stato potrebbe compiere in questo settore.

Patuelli: “Chi decide qual è un equo profitto

Il presidente dell’Abi, interrogato sui suoi pensieri riguardanti la possibile tassa sugli extraprofitti ha sottolineato che l’associazione non ha intenzione di tirarsi indietro dal dialogo, ma allo stesso tempo non ritiene corretta un’imposta da parte dello Stato sui suoi guadagni. “Vorrei capire chi e come definisce l’equo profitto” ha chiesto retoricamente Patuelli, chiarendo che questa definizione al momento on esiste nella Carta costituzionale italiana e neanche nelle Leggi dello Stato.

Antonio Patuelli, presidente Abi
Antonio Patuelli, presidente Abi

Il presidente ha poi criticato tale proposta, sottolineando che nel momento in cui le banche non stavano affrontando un periodo florido, nessuno ha parlato di “extraperdite“. Inoltre, secondo Patuelli non c’è certezza che il prossimo periodo che affronteranno le banche sarà realmente positivo, perché “i tassi non sono in fase di crescita. Anzi, sul mercato sono in discesa da novembre dello scorso anno, anticipando i tagli della Bce“.

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