Salvini sul caso dossieraggio: “Dietro si nasconde un disegno politico”

"Queste cose potevano succedere in Venezuela, in Unione Sovietica, non nell'Italia del 2024" ha commentato il leader della Lega, chiedendo l'istituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare sul caso

Redazione
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Il leader della Lega Matteo Salvini ha le idee ben chiare sul caso “dossieraggio“, ovvero l’inchiesta sugli accessi illeciti presumibilmente compiuti dal tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano e il procuratore Antonio Laudati nelle banche dati private della Direzione nazionale antimafia. “C’è un disegno politico dietro lo spionaggio” ha tuonato il vicepremier, spiegando che dal suo punto di vista esisterebbero “alcuni dipendenti pubblici infedeli che entravano nei conti correnti bancari di alcune migliaia di italiani dando poi ai giornalisti il frutto del loro dossieraggio“.

Il leader leghista ha quindi sottolineato la necessità della creazione di una commissione d’inchiesta parlamentare che possa avere gli strumenti per giungere al centro della questione e individuare mandanti e responsabili delle fughe di notizie. Salvini ha inoltre evidenziato come “il 95% degli spiatifosse di centrodestra, mettendo in luce un dettaglio che sarebbe per lui più che rilevante. “Io penso che nessuno sia titolato a entrare nei conti correnti di altre persone se non ci sono inchieste in corso, quindi sicuramente non l’hanno fatto di loro spontanea volontà” ha infatti spiegato il ministro dei Trasporti, per poi affermare con durezza: “Queste cose potevano succedere in Venezuela, in Unione Sovietica, non nell’Italia del 2024“.

Un commento duro su una questione che tiene banco in Italia ormai da diversi mesi e di cui ancora non sarebbero stati individuati i reali responsabili. Ciò che la politica e la magistratura si chiedono, infatti, è per conto di chi siano stati effettuati gli accessi illegali. Salvini, intervistato da Maurizio Belpietro a Portofino, ha poi affrontato i temi della riforma della magistratura, delle prossime elezioni americane e dell’apertura del Ponte sullo Stretto, non risparmiando aspre parole quando necessarie.

Salvini: “Il cantiere del Ponte sullo Stretto aperto entro l’anno

Confido di aprire il cantiere del ponte sullo stretto di Messina entro la fine dell’anno” ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture, sottolineando che gli ultimi controlli sull’impatto ambientale si concluderanno a novembre. Questa deadline permetterebbe di procedere a dicembre con l’approvazione del progetto definitivo e quindi con l’apertura dei cantieri.

Il leader della Lega Matteo Salvini
Il leader della Lega Matteo Salvini

Una speranza che Salvini non vuole abbandonare e che insegue nonostante le difficoltà. Il ministro ha infatti spiegato che il tempo di realizzazione dell’opera sarà di 7 anni e che quindi ogni ritardo o rallentamento deve essere evitato. “Fermare questa opera pubblica non è un dispetto a Salvini ma all’Italia” ha chiarito il vicepremier, rivolgendosi a tutti i detrattori dell’iniziativa, che starebbero continuando a lavorare per evitare che il progetto del Ponte non veda mai realizzazione.

Salvini: “Spero vinca Trump

Matteo Salvini ha sempre esplicitato la sua simpatia e vicinanza all’ex presidente Usa Donald Trump, ora nuovamente in corsa per tornare alla Casa Bianca. La data del 5 novembre, l’election day americano, si avvicina sempre di più e ieri il ministro dei Trasporti ha dichiarato di confidare nella vittoria del candidato repubblicano. “Io mi auguro con tutto me stesso che gli americani scelgano Trump e i repubblicani perché significherebbe riportare un po’ di ordine ed equilibrio a  livello planetario” ha infatti spiegato il vicepremier leghista, ribadendo quindi la sua posizione.

Salvini non perde la sua coerenza neanche sul tema dell’aeroporto di Malpensa, su cui il Comune di Milano ha fatto ricorso per evitare che questo venga intitolato a Silvio Berlusconi. “Il sindaco di Milano, che stando ai dati è la città italiana con più denunce, più reati, più crimini in Italia, invece di occuparsi di questo si preoccupa di non volere intitolare l’aeroporto di Malpensa a un grande imprenditore come Silvio Berlusconi” ha sostenuto il vicepremier, per poi affondare: “Da milanese mi viene tristezza“.

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