Critiche al Bonus Natale, PD: “Un aiuto discriminatorio per i lavoratori”

Anche la Cgil con la segretaria Daniela Barbaresi rema contro il bonus Natale, che lo definisce "discriminatorio" e chiede che "venga totalmente ripensato"

Redazione
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Arrivano le critiche dall’opposizione e dalla Cgil al Bonus Natale, un emendamento al dl omnibus voluto dal governo per aiutare una parte dei lavoratori dipendenti fornendo loro 100 euro netti nelle buste paga di quest’anno insieme alla tredicesima.

Il bonus dovrà essere richiesto dallo stesso lavoratore al datore di lavoro, ma i beneficiari sono solo una parte ristretta dei lavoratori dipendenti, ovvero coloro che hanno redditi fino a 28mila euro lordi l’anno, coniugati e con almeno un figlio. Ed è proprio sul bacino ristretto di beneficiari che si scagliano le critiche.

L’opposizione contro il Bonus Natale

Antonio Misiani, il responsabile Economia nella segreteria nazionale del Partito democratico, ha criticato la destra al governo accusandola di avere “figli e figliastri”, perché il bonus Natale andrà solamente a “una piccola minoranza dei lavoratori dipendenti (poco più del cinque per cento del totale), escludendo tra gli altri gli incapienti – la parte più fragile dei contribuenti, che più avrebbe bisogno di sostegno – e le famiglie di fatto. I figli delle famiglie regolarmente sposate permetteranno di chiedere e ottenere il bonus. Gli altri, no”.

Quindi per il dem è una vera e propria ingiustizia e una figuraccia per il governo e per il viceministro Leo, il quale “di fronte alle proteste aveva annunciato in Parlamento una circolare chiarificatrice, salvo poi fare marcia indietro”.

Antonio Misiani (Pd) contro il Bonus Natale
Antonio Misiani (Pd)

Un altro membro democratico, la senatrice Valeria Valente, è della stessa idea, accusando il governo di non pensare alle donne, ai bambini e ai diversi tipi di famiglie esistenti in Italia, in cui vivono minori. “Altro che investimenti sulla natalità” afferma. L’unica priorità del governo per la senatrice è sottolineare che la famiglia è solo una, quella tradizionale.

Sostiene che il bonus Natale “è un pasticcio” e parla del fatto che una madre separata nelle stesse condizioni di Giorgia Meloni, ma meno fortunata di lei in termini economici, non ne ha diritto. “Conviventi e separati con figli vengono esclusi, inclusi invece, così pare, i vedovi”. Non sono nemmeno considerate le donne sole con i figli a carico. “Una vera discriminazione, un’ingiustizia di cui faranno le spese figlie e figli” conclude.

La critica arriva anche dall’Alleanza Verdi e Sinistra, con Tino Magni che ricorda la linea del governo di andare contro i bonus, quando invece “continua a sforzarne di nuovi”. Sul bonus Natale afferma che è “una marchetta a fini elettorali
bella e buona, e non per tutti”
, dato che questo mini aiuto andrà solo a pochissimi lavoratori dipendenti, discriminandone molti, soprattutto quelli più fragili, ovvero non dipendenti e le famiglie di fatto. Per lui è “una vera ingiustizia, una discriminazione fatta legge”. Magni sottolinea la necessità, a partire dalla prossima legge di bilancio, di “un lavoro unitario delle opposizioni per mandare a casa un governo che lavora contro l’Italia e gli italiani”.

Anche Cgil contro bonus Natale

Anche per la Cgil, Confederazione Generale Italiana del Lavoro, il bonus Natale è discriminatorio. “Il Parlamento modifichi questa misura” tuona la segretaria Daniela Barbaresi, aggiungendo che la Cgil ribadisce la contrarietà ai bonus, perché sono “mance distribuite qua e là a meri fini clientelari ed elettoralistici che non consentono in alcun modo alle lavoratrici e ai lavoratori di programmare il proprio futuro”. Le somme dei bonus dovrebbero invece essere destinate a strumenti strutturali. Il bonus Natale discrimina ancora i lavoratori non dipendenti, le persone incapienti famiglie di fatto e/o senza figli. Conclude chiedendo che la misura “venga totalmente ripensata e vengano meno le discriminazioni segnalate”.

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