Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha parlato questa mattina ad Agorà su RaiTre del referendum sulla cittadinanza, mettendo in evidenza l’importanza di garantire diritti a coloro che già assolvono i loro doveri verso lo Stato. Magi ha sottolineato come molte persone, pur pagando le tasse, rispettando la legge e conoscendo la lingua italiana, si trovino ancora senza diritti fondamentali. Il segretario di +Europa ha fatto l’esempio di giovani laureati che non possono partecipare a concorsi pubblici, studenti impossibilitati a partecipare a gite scolastiche all’estero e diciottenni che non possono votare. Nonostante questi individui adempiano a tutti i loro doveri, rimangono esclusi da alcuni diritti civili essenziali.
Magi: l’attacco vs Borghi (Lega)
Magi ha poi criticato la proposta del leghista Claudio Borghi di abolire la raccolta di firme online per i referendum, definendo tale iniziativa un attacco alla partecipazione democratica. Il segretario ha evidenziato come la Costituzione non imponga difficoltà nella partecipazione dei cittadini alla vita democratica, anzi, dovrebbe favorirla. La tecnologia – secondo Magi – rappresenta uno strumento utile per avvicinare i cittadini alla democrazia, ma ciò spaventa chi teme che il potere possa essere rimesso nelle mani della popolazione.
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Magi ha inoltre sottolineato come lo strumento del referendum, spesso ostacolato, possa finalmente permettere ai cittadini di avere voce su riforme come quella della cittadinanza, che da decenni non riesce a trovare spazio nel Parlamento. Concludendo, Magi ha ribadito che questo referendum rappresenta un’occasione per iniziare a cambiare la legge nella direzione giusta.
Referendum cittadinanza: di cosa si tratta
Il referendum proposto mira a modificare la legge italiana sulla cittadinanza, in particolare l’articolo 9 della legge n. 91/1992, che attualmente si basa sul principio dello ius sanguinis (diritto di sangue). La legge attuale concede la cittadinanza italiana automaticamente solo ai figli nati da genitori italiani.
Il quesito referendario, invece, propone di dimezzare da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per avanzare la domanda di cittadinanza per coloro che non hanno legami di sangue con cittadini italiani. Una volta ottenuta, la cittadinanza verrebbe automaticamente trasmessa ai figli minorenni dei nuovi cittadini.
Attualmente, la legge prevede alcune modalità agevolate per gli stranieri di origine italiana, ma per gli “stranieri” nati in Italia (ma da genitori non italiani), la cittadinanza può essere acquisita solo se hanno vissuto ininterrottamente nel Paese fino ai 18 anni e dichiarano la volontà di diventare cittadini entro un anno dal compimento della maggiore età. Il referendum quindi punta a rendere più accessibile e veloce l’acquisizione della cittadinanza, riducendo il periodo di attesa per i residenti stranieri.
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