Questa mattina a Roma, nel Palazzo della Civiltà del Lavoro, il Presidente e Direttore Generale dell’INPS Gabriele Fava ha presentato il XXIII Rapporto annuale dell’INPS, con la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana.
La presentazione è stata preceduta dalla cerimonia di annullo filatelico in occasione dell’emissione di un francobollo dedicato all’INPS, a cui hanno partecipato, insieme al Presidente Fava, il Sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy Fausta Bergamotto, l’Amministratore Delegato dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Francesco Soro, e il Presidente di Poste Italiane Silvia Rovere.
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La forza dell’INPS sono i suoi dipendenti
L’INPS – Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale – è l’ente che si occupa della gestione dei contributi previdenziali e dell’erogazione delle pensioni di natura previdenziale e assistenziale. Gestisce inoltre il pagamento delle prestazioni a sostegno del reddito. Ogni anno l’ente pubblica un rapporto in cui si fa il punto sugli obiettivi e i risultati raggiunti.
Il Rapporto di quest’anno è stato presentato questa mattina a Roma dal presidente Gabriele Fava, il quale ha fatto il punto della situazione annuale. Ha dichiarato con soddisfazione che “l’Inps serve oltre 52 milioni di utenti, attraverso l’erogazione di più di 400 prestazioni socioassistenziali e previdenziali, che ne fanno una delle più grandi e articolate infrastrutture pubbliche d’Europa”.
Ha dichiarato che nel 2023 sono stati erogati “625 milioni di servizi, tutti digitalizzati, che corrispondono, in media, a 10 prestazioni assistenziali e previdenziali pro capite all’anno”. Tutto ciò è stato possibile grazie al lavoro di 26mila dipendenti che operano in 600 uffici su tutto il territorio nazionale. E sono proprio i dipendenti, per Fava, la forza dell’Istituto, poiché formano una comunità viva che riesce a stare al passo coi cambiamenti, acquisendo nuove conoscenze, competenze e professionalità, “sotto la spinta dell’evoluzione tecnologica e del proficuo rapporto con i cittadini-utenti e con tutti gli stakeholder, pubblici e privati”.
Il Rapporto INPS
Dal Rapporto emerge che nel 2023 sono stati 26,6 milioni i lavoratori iscritti all’INPS con almeno una settimana di contributi, 1 milione in più rispetto al 2019. Riguardo alle settimane lavorate in media per ogni assicurato, nel 2023 sono state 43,1, rispetto alle 42,9 del 2019. Questi risultati sono stati possibili grazie all’aumento dei dipendenti privati a tempo indeterminato, mentre si sono ridotti gli autonomi. Si registrano inoltre 540mila lavoratori in più nati in Paesi extra Ue.
La retribuzione media annua pro capite nel 2023 è stata pari a 25.789 euro, un incremento del quasi 7% rispetto al 2019. Trattandosi di retribuzione di fatto, l’Istituto sottolinea come questa ”vari considerevolmente non solo per questioni strettamente salariali, ma anche in ragione della continuità di lavoro nell’anno (soggetti che lavorano l’intero anno versus soggetti che lavorano solo per una parte dell’anno) e della tipologia oraria (soggetti che lavorano a tempo pieno versus soggetti che lavorano a tempo parziale)”.
La questione pensioni
Nel Rapporto si evince che nonostante l’età di pensionamento in Italia sia 67 anni, che è il livello più alto nell’Ue, l’età media in cui i lavoratori vanno effettivamente in pensione è ancora relativamente bassa, circa 64,2 anni. Ciò è causato dall’esistenza di diversi canali di uscita anticipata dal mercato del lavoro. Questa situazione è uno dei fattori che porta a un elevato livello di spesa per le pensioni.
Riguardo il numero di pensionati, nel 2023 è rimasto stabile a 16 milioni, con una spesa di poco meno di 347 miliardi di euro. L’INPS sottolinea che in Italia, la situazione demografica attuale “sta determinando un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti“. Infatti ci troviamo a vivere una situazione in cui aumenta sempre di più l’età media della popolazione, scendono la natalità e la popolazione in età lavorativa, ma non si riesce a compensare con l’immigrazione.
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