Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno riferito di aver colpito questa mattina oltre 150 obiettivi Hezbollah in territorio libanese. In risposta, Hezbollah ha bombardato 3 obiettivi nel nord d’Israele. Il presidente israeliano Isaac Herzog ha commentato l’escalation dicendo di non volere la guerra, ma che il paese ha il diritto di difendere la propria popolazione dagli attacchi degli Hezbollah.
L’attacco di Israele e le parole di Herzog
Il raid di questa mattina è stata una risposta all’intercettazione dell’Idf di preparativi da parte di Hezbollah per lanciare importanti attacchi missilistici contro Israele. Al raid hanno partecipato decine di aerei da combattimento di tutti gli squadroni dell’Aeronautica israeliana.
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L’ex comandante del corpo di Stato Maggiore Gershon HaCohen ha confessato al Jerusalem Post della possibilità che l’esercito israeliano debba entrare in Libano via terra per poter riportare i residenti evacuati a casa. Infatti, mentre il nord Israele rimane nella massima allerta, l’ipotesi di HaCohen per l’attività israeliana è quella di una manovra di terra in Libano. Ha dichiarato: “Non c’è scelta; dobbiamo, con qualsiasi mezzo, riportare i residenti evacuati alle loro case. Lo Stato sta lottando per riuscirci, dati i continui combattimenti con Hezbollah. Israele ha capito che le sue azioni finora non possono riportare i residenti a casa, e quindi deve cambiare rotta”.
In merito all’escalation in Libano è intervenuto tramite un post su X anche il presidente israeliano Isaac Herzog, il quale ha dichiarato che Israele non vuole fare la guerra, ma “abbiamo il diritto e il dovere di difendere la nostra popolazione“. Nel post ha allegato un video dell’Idf che mostra “come Hezbollah immagazzini e lanci missili in aree civili e da case civili. Migliaia e migliaia di razzi a lungo raggio vengono tenuti nelle case, nei salotti, nelle stanze da letto e nelle cucine e poi lanciati con l’unico obiettivo di uccidere la nostra gente”.
Conclude provocando: “Voi accettereste questo nella vostra casa o nella casa del vostro vicino? Quale Nazione può accettare che i suoi cittadini vivano con una simile minaccia da parte dei Paesi vicini?”.
La situazione in Libano
Hezbollah nel mentre annuncia la morte, dopo il raid israeliano di ieri, del suo 504esimo miliziano dall’inizio della guerra il 7 ottobre, Hussein Assad Amkhaz. Per il gruppo libanese ormai si è entrati in una “battaglia di resa dei conti senza limiti” con Israele, che ha intensificato i bombardamenti nel sud del Libano, segnando una forte escalation del conflitto.
Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha avvertito del rischio che il Libano diventi “un’altra Gaza” e le potenze mondiali hanno esortato entrambe
le parti a fermarsi per evitare una guerra totale. Ma Hezbollah ha ribadito la sua determinazione a continuare lo scontro.
Riguardo alle vittime provocate dal bombardamento dell’esercito israeliano su Beirut di venerdì, il bilancio è invece salito a 52, come conferma la Protezione civile libanese, aggiungendo che ci sono ancora 10 persone disperse. I lavori di rimozione dei detriti dell’edificio distrutto proseguono per il quarto giorno consecutivo, per cercare di localizzarle, secondo il quotidiano libanese L’Orient-Le Jour. Le autorità libanesi sabato avevano dichiarato che tra le vittime ci sono almeno tre bambini, oltre all’alto ufficiale di Hezbollah, Ibrahim Aqil, il vero bersaglio del raid israeliano.
La decisione dell’Iran
Dopo la tragica esplosione di migliaia di cercapersone e walkie-talkie degli alleati Hezbollah avvenuta la scorsa settimana, il Corpo d’élite delle Guardie Rivoluzionarie dell’Iran (Irgc) ha ordinato a tutti i suoi membri di smettere di usare qualsiasi tipo di dispositivo di comunicazione. Lo hanno riferito a Reuters due alti funzionari della sicurezza iraniana. Uno dei funzionari della sicurezza, non volutosi identificare, ha detto che è in corso un’operazione su larga scala da parte dell’Irgc per ispezionare tutti i dispositivi.
Ha specificato che la preoccupazione dell’Iran sta nella possibile infiltrazione di agenti israeliani, compresi iraniani pagati da Israele. Quindi è già iniziata un’indagine approfondita sul personale. Il funzionario ha rifiutato di fornire dettagli su come le forze iraniane stiano comunicando: “Per ora, stiamo utilizzando la crittografia end-to-end nei sistemi di messaggistica”.
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