Conte affonda contro il governo: “C’è deficit di Politica, a Gaza assistiamo a crimine di Stato”

"A Gaza, in Cisgiordania, in Libano e in Ucraina non abbiamo nessuna soluzione politica sul tavolo e non la ha nemmeno chi ci ha portato a questa situazione" ha sottolineato il segretario dei 5 Stelle, sostenuto anche da Nicola Fratoianni di Avs, che ha tuonato: "Dopo la guerra in Ucraina e il genocidio a Gaza a che punto siamo? Direi nel baratro"

Redazione
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Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha colto l’occasione data dall’incontro “Costruttori e costruttrici di pace” ad Assisi per sostenere ancora una volta la necessità di un cessate il fuoco in Ucraina e soprattutto a Gaza, un territorio devastato da un guerra che perdura da ormai una anno e il cui bilancio sta raggiungendo numeri estremamente preoccupanti. Il pentastellato non ha mai nascosto il suo ripudio per i conflitti bellici ed ha sempre sottolineato come sia sostanzialmente scorretto continuare a sostenere questi conflitti con l’invio di armi, anche a Paesi invasi e non invasori.

A Gaza, in Cisgiordania, in Libano e in Ucraina non abbiamo nessuna soluzione politica sul tavolo e non la ha nemmeno chi ci ha portato a questa situazione” ha sottolineato il segretario dei 5 Stelle, evidenziando come in questo periodo storico si stia assistendo “ad un deficit di politica“, che potrà portare solamente al “primato dell’economia, ora di guerra e alla legge del più forte“. Una visione piuttosto negativa dell’attualità e del prossimo futuro, che secondo Conte potrà essere modificata solo nel momento in cui i governi internazionali si renderanno conto che il metodo più giusto per intervenire è quello dei tavoli negoziali e non di nuovi pacchetti di aiuti militari.

La politica deve recuperare la sua sostanza” ha tuonato l’ex presidente del Consiglio, spiegando che dal suo punto di vista le guerre in corso, le escalation ad oltranza e i continui riarmi dei Paesi in difficoltà sono la dimostrazione di una perdita della capacità di dialogo, tipica della poltica “con la P maiuscola e non quella dei parolai“, che possa finalmente portare ad una fine della guerra giusta, che non significhi una resa, ma che allo stesso tempo metta fine alla tragica situazione attuale, sia in Ucraina che a Gaza.

Conte: “A Gaza siamo di fronte a un crimine di Stato

Il leader pentastellato ha utilizzato parole piuttosto dure per descrivere quanto sta accadendo in Medio Oriente, anche alla luce delle ultime evoluzioni del conflitto tra Israele e Hamas. “A Gaza oggi siamo di fronte a un crimine di Stato, un orrore, una delle pagine più ignobili dal  secondo dopoguerra ad oggi, una barbarie assoluta“. Conte non teme di utilizzare termini che siano troppo duri, perché ritiene che le decine di migliaia di morti registrati nella Striscia debbano essere riconosciuti come vittime di una guerra che non guarda in faccia agli innocenti.

Allo stesso modo, l’ex Presidente del Consiglio ha deciso di criticare il report sulla competitività europea presentato da Mario Draghi, in particolare per quanto riguarda il passaggio riguardante l’economia di guerra. “Il passaggio clou del rapporto è a pagina 169 della versione inglese e dice che adesso siamo in un’economia di guerra e dobbiamo fare questa corsa al riarmo” ha spiegato Conte, sottolineando che ora la Bei (Banca europea per gli investimenti) dovrà rimuovere le limitazioni per gli investimenti per le industrie militari, anche se è nata per finanziare lo sviluppo e la coesione dei Paesi membri.

La soluzione per Conte, quindi, non sarebbe un semplice stop alle armi ma l’imposizione di una “svolta negoziale che andava fatta da subito e che invece non si vuole perseguire perché si preferisce il rumore delle armi“, così da porre fine allo sterminio a Gaza, all’occupazione illegittima in Cisgiordania e riprendere in mano la logica del dialogo che “garantisce a tutti pace e sicurezza“. Incalzato poi sulla situazione delicatissima con Beppe Grillo, Conte ha risposto “Io non sono in guerra con nessuno“, alla domanda: “Dopo la Marcia della pace di oggi farà pace anche con Grillo?“.

Fratoianni: “I governi devono dire basta all’escalation delle armi

Dopo la guerra in Ucraina e il genocidio a Gaza a che punto siamo? Direi nel baratro” ha dichiarato il leader di Alleanza Verdi e Sinistra Nicola Fratoianni, ospite all’incontro “Costruttori e costruttrici di pace“, dove ha deciso di intervenire per chiedere la fine dei conflitti in corso e la fine dell’invio di armi ai Paesi in guerra.

È l’ora che i governi, a cominciare dal nostro, la smettano con l’ipocrisia e riconoscano finalmente lo Stato di Palestina per dire stop al genocidio in corso a Gaza da 11 mesi” ha infatti dichiarato il leader, per poi aggiungere: “È ora che dicano basta alla corsa agli armamenti e all’aumento folle delle spese militari che distraggono colpevolmente risorse dai bisogni  primari delle nostre popolazioni“. Un intervento piuttosto simile a quello del segretario pentastellato, che tenta di spronare la popolazione italiana a rendersi conto di quanto sta accadendo e soprattutto di quanto il suo intervento possa fare la differenza.

Mi preme ragionare e trovare soluzioni alle crisi internazionali e alle tragedie di cui siamo tutti spettatori, e all’incapacità della politica e delle Istituzioni nell’azione diplomatica. Mi preme questo perché urge un’iniziativa in grado di fermare la barbarie” ha infatti dichiarato Nicola Fratoianni.

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