Giuli al G7: “La cultura è uno straordinario fattore di sviluppo, dialogo e confronto”

Giuli durante il G7 parla a tutti i presenti dicendo che si deve lavorare insieme per valorizzare i beni culturali presenti nel continente africano

Redazione
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Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha aperto la terza e ultima giornata del G7 della Cultura, che è in corso dal 19 settembre a Napoli, con un discorso in cui ha parlato dell’importanza della cultura come fattore di sviluppo e di dialogo. Ha poi portato l’esempio di Pompei, parlando della sua straordinarietà, e ha portato all’attenzione l’importanza delle risorse culturali presenti in Africa che devono essere valorizzate.

G7 Pompei
G7 Pompei

G7, Giuli: l’importanza della cultura

Il ministro della cultura ha dichiarato di aver voluto mostrare Pompei ai delegati del G7 Napoli perché è un’esperienza italiana che gli ha permesso di spiegare loro quanto la cultura nella sua più ampia accezione, dai siti Unesco alle industrie creative come il design, possa essere un importantissimo fattore di sviluppo, dialogo e confronto.

E aggiunge che lo è sia per l’Italia, “dove costituisce una voce significativa del nostro prodotto interno lordo”, ma lo è anche per quei paesi “che sappiano preservare il proprio patrimonio materiale e immateriale. Penso alle lingue locali, alle tradizioni native, all’artigianato, ai saperi del corpo oltre che dell’intelletto, che rispettino e promuovano la creatività temporanea, contemporanea dal cinema allo spettacolo dal vivo alle forme più innovative di creatività”.

Riguardo a Pompei, il ministro ha voluto rendergli onore con delle parole d’ammirazione, definendolo non solo come “uno straordinario scrigno di tesori dell’antichità”, ma anche come “la più realistica rappresentazione di una città dell’antica Roma”. A oggi è il fattore principale di sviluppo per le comunità della zona, grazie all’attività del parco e al turismo che attrae. “È un generatore di cultura e di
socialità condivisa”
afferma.

Giuli sottolinea il fatto che il governo ha creduto in questo parco, investendo insieme all’Ue oltre 100 milioni di euro negli ultimi 10 anni per la sicurezza, il miglioramento dei servizi e per nuovi scavi. Spiega che in questo decennio è estata estesa l’area al pubblico, sono avvenute “scoperte archeologiche significative per la storicizzazione del luogo e lo studio della vita pompeiana”. Inoltre i visitatori annuali sono quasi raddoppiati: da 2,4 a 4 milioni. Conclude che “questi risultati incoraggianti ci spingono a investire nella valorizzazione degli altri siti archeologici di una regione, la Campania, ricca di storia e cultura. È quello che faremo nei prossimi anni”.

La cultura in Africa

Per la prima volta il G7 della Cultura vede riunirsi oltre ai ministri del Gruppo dei sette – Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti -, anche i leader dell’Unione africana, del G20 e delle principali Organizzazioni internazionali impegnate in programmi di assistenza in campo culturale. E il ministro non ha perso l’occasione di sottolinearlo.

Giuli ha ringraziato i vertici africani: “il Ministro della Cultura, delle Arti e della Comunicazione della Mauritania Meddou, che detiene la presidenza, e la Commissaria Cessouma, competente per la cultura”. A loro ha detto che la cultura è uno dei punti di intervento del Piano italiano, dato che si è consapevoli delle straordinarie risorse culturali che si trovano in Africa. Quindi l’Italia vuole collaborare coi governi africani affinché queste vengano “preservate, valorizzate, sviluppate, celebrate”.

Ha portato l’esempio della Tunisia e dell’Eritrea che hanno siti archeologici di valore straordinario e il ministro ipotizza che questi potrebbero diventare per quelle nazioni ciò che Pompei è diventato per l’Italia. Parla poi della Nigeria, grande potenza culturale mondiale, dicendo che “lo sviluppo delle sue industrie culturali e creative è una chiave preziosa per la crescita, la creazione di impresa, l’occupazione, in particolare per i giovani”. Dice che “questo è valido per tutto il Continente”.

L’Italia, gli altri Stati e le Organizzazioni presenti al G7 possono, per il ministro, aiutare l’Africa a valorizzare il suo patrimonio culturale “come volano di sviluppo sostenibile”. Dice che il nostro paese sta perseguendo questo obiettivo con alcuni progetti in diversi stati africani “che apprezzano le nostre competenze tecniche in campo culturale e la nostra esperienza nel restauro, nella ricerca archeologica, nella formazione degli operatori della cultura, nella tutela del patrimonio dalle catastrofi naturali e dagli effetti dei cambiamenti climatici, nella lotta al traffico illecito dei beni culturali”.

Giuli sa che l’Ue e gli altri paesi del G7 sono sulla stessa onda dell’Italia riguardo questo argomento e conosce l’impegno degli Stati rappresentati. Quindi dice di credere che “le nostre istituzioni culturali possono fare molte cose insieme, per contribuire a valorizzare artisti, autori e imprenditori culturali del Continente nei mercati dell’arte, dell’editoria, del cinema, dello spettacolo”.

Ha inoltre ringraziato la ministra della cultura del Brasile Menezes e il vice ministro della Cultura dell’India Chawla, per la loro partecipazione in rappresentanza della Presidenza del G20 attuale e precedente, il direttore generale aggiunto dell’Unesco e la direttrice generale dell’Iccrom e la ministra della cultura della Grecia Lina Mendoni. A quest’ultima ha ricordato che greci e italiani sono come fratelli, poiché condividono comuni “radici culturali e l’apertura al dialogo con le altre civiltà del Mediterraneo. Siamo i ponti naturali verso l’Africa”.

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