La patente a crediti per i cantieri diventerà obbligatoria dal prossimo 1 ottobre, come riportato dal decreto attuativo recante il “Regolamento relativo all’individuazione delle modalità di presentazione della domanda per il conseguimento della patente per le imprese e i lavoratori autonomi operanti nei cantieri temporanei o mobili” pubblicato il 20 settembre in Gazzetta Ufficiale. La ministra del Lavoro Marina Calderone, nel corso del Question Time alla Camera, ha definito questo progetto una vera e propria novità per il settore, in quanto non è mai stata adottata prima.
“Abbiamo adottato una misura senza precedenti, che risponde finalmente a una richiesta storica delle parti sociali” ha sottolineato, prima di spiegare l’effettivo funzionamento di questa misura. Sembrerebbe che ogni patente possa partire da un massimo di 30 crediti, con la possibilità di ottenerne altri sulla base di criteri “come lo storico aziendale, l’assenza di provvedimenti di decurtazione, la partecipazione a percorsi formativi specifici e l’avvio di investimenti mirati“.
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Inoltre, la ministra ha chiarito che uno degli obiettivi di questo nuovo progetto è quello di esortare le aziende e i lavoratori autonomi ad adottare misure di sicurezza all’avanguardia, investendo nel settore in cambio di premi dello Stato, che vorrebbe quindi riconoscere gli sforzi di coloro che si dimostrano virtuosi.
Calderone: “Grazie alla patente ci saranno meno incidenti“
Calderone ha spiegato che il fine principale della patente a crediti è quello di “implementare in modo significativo il sistema di sicurezza nei cantieri“, di fatto incentivando le imprese a mettere in atto “le migliori pratiche in materia di sicurezza“, nella speranza di ridurre sensibilmente gli infortuni e le morti sul lavoro. Inoltre, questo nuovo metodo vuole premiare coloro che adottano comportamenti corretti “sul piano della prevenzione, della formazione e degli investimenti“.
La ministra ha parlato di una misura “ambiziosa“, evidenziando come questa preveda la creazione di “un sistema di maggiore trasparenza“, così da permettere di individuare più facilmente le imprese che “operano in conformità con gli standard di sicurezza“. Sembrerebbe che il Ministero del Lavoro si stia concentrando su possibili interventi che vadano a sostegno di quelle aziende o imprese che decidono di investire sulla prevenzione, così che “la patente a crediti non rappresenti un obbligo, ma un’opportunità di crescita per il settore“.
Il percorso per la richiesta della “Patente a punti”
Secondo quanto pubblicato in Gazzetta Ufficiale tutti i soggetti che saranno obbligati a presentare la patente a punti potranno essere accompagnati nella richiesta di questo documento lungo tutto il processo del suo rilascio e della sua prima applicazione. Tale allineamento non prevede in alcun modo periodi di chiusura per le aziende coinvolte, che potranno quindi continuare a lavorare durante tutto il processo di richiesta. Come riporta Adnkronos, la patente a crediti sarà obbligatoria per tutte le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili.
Sono invece escluse le aziende che si occupano solamente di fornitura o di prestazione di natura intellettuale. Affinché la richiesta vada a buon fine è necessario che sia presentata dal legale che rappresenta l’impresa o il lavoratore autonomo, insieme all’autocertificazione del possesso dei requisiti richiesti, ovvero l’iscrizione alla Camera di commercio e l’adempimento degli obblighi formativi. Questo nuovo documento nasce dalla necessità di regolamentare il lavoro nei cantieri, dove gli infortuni e le morti bianche si verificano ancora con troppa frequenza.
Come si è giunti alla patente a crediti?
L’emendamento sulla cosiddetta “patente a crediti” è stato approvato nel decreto legge Pnrr lo scorso aprile, in seguito ai terribili fatti di cronaca che hanno sconvolto il nostro Paese. Le continue morti sul lavoro, in particolare nei cantieri, hanno infatti convinto il governo ad intervenire cercando soluzioni che potessero invertire la tendenza. Oltre ad un necessario ampliamento dei funzionari, il cui compito è vigilare sulle norme di sicurezza delle aziende, il governo ha presentato la proposta di un documento che attesi la condotta di ogni azienda presente sul territorio.
Un sistema basato su quello della patente di guida, che prevede quindi un numero specifico di punti iniziali, che verranno diminuiti ad ogni effrazione commessa. Nel caso in cui si dovesse scendere al di sotto della soglia consentita dalla legge, il cantiere non potrà più operare. Un sistema di autocontrollo che si basa sulla paura dei proprietari, così che svengano rispettate le norme di sicurezza adeguate in ogni cantiere sul territorio nazionale.
L’emendamento non è stato apprezzato dal Pd e dal M5S, che hanno sostenuto che tale soluzione non sia in realtà efficace. “Il Governo non ha risposto alle richieste che dal sindacato all’opposizione sono venute per misure efficaci per limitare gli incidenti sul lavoro” hanno hanno sottolineato Maria Cecilia Guerra, responsabile del Lavoro Pd, e Arturo Scotto, capogruppo dem in commissione Lavoro alla Camera. “Le nostre richieste, avanzate sia tramite gli emendamenti al provvedimento sia ieri durante la discussione in commissione, non sono state accolte e abbiamo dunque espresso parere contrario” hanno invece dichiarato i deputati pentastellati in commissione Lavoro alla Camera Valentina Barzotti e Davide Aiello.
I dubbi della Cgia
A seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, l’associazione degli artigiani e dei piccoli imprenditori Cgia ha sostenuto che lo strumento della patente a crediti individuato dal governo “possa agevolare l’attività degli enti pubblici preposti ai controlli” poiché prevede la creazione di una banca dati unica che conterrebbe per intero le imprese che operano nel mondo dei cantieri, ma allo stesso tempo ritiene che non possa “ridurre pesantemente il numero degli infortuni e delle morti bianche in questo settore“. I dubbi, quindi, provengono anche da realtà diverse da quelle della politica.
Secondo la Cgia, infatti, l’unico modo in cui le morti bianche potranno essere diminuite è l’intensificazione del numero di controlli e soprattutto della loro efficacia. “L’attività ispettiva, infatti, dovrebbe privilegiare i profili sostanziali di sicurezza e di salute nei cantieri, anziché soffermarsi, come spesso accade oggi, sugli aspetti formali privi di alcuna valenza preventiva” ha infatti dichiarato l’associazione, sottolineando come i dati statistici confermino che i cantieri “sono tra i luoghi di lavoro più a rischio di incidenti mortali, in particolare per la caduta dall’alto, per seppellimento a seguito di lavori di sbancamento e per soffocamento a seguito di interventi in ambienti confinati“.
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